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Chapter 17 by hal19696 hal19696

Chi segui?

Selene e le guerriere verso la diga

In poco tempo arrivarono alla base della diga e lì, proprio al centro, le guerriere fecero depositare ai maschi la cassa di esplosivo e la scoperchiarono. I quattro portatori non ebbero tregua, perché gli fu ordinato subito di raccogliere sterpi e arbusti seccati dall'estate e di ammassarli intorno a quella cassa, mentre Selene aprì una delle scatole più piccole contenute all'interno e disseminò il contenuto tutto intorno, in modo da creare una larga area infiammabile che sarebbe servita quando, dall'alto, avrebbero dovuto far scoppiare tutto.

Il lavoro era appena stato terminato quando le donne sentirono grida e rumori provenienti dal bosco: un gran numero di maschi era in arrivo. Qualcosa doveva averli messi in allarme prima del previsto e ora infestavano tutto il bosco e sembravano diretti alla salita dove avrebbero tagliato loro la strada!

Le guerriere sguainarono le armi giusto in tempo, perché i quattro maschi volevano sfruttare l'occasione per ribellarsi. Anche se avevano le caviglie legate, questo non gli impedì di balzare addosso alle loro nemiche e buttarle a terra, dominandole. Le quattro bestie ora erano sopra quattro delle guerriere e potevano sopraffarle grazie alla stazza superiore, mentre Selene era l'unica rimasta libera dalla furia maschile, l'unica che poteva fermare la brutalità degli schiavi.

La donna si avventò sull'animale più vicino, che stava cercando di impossessarsi della spada della propria nemica. Raggiunse alle spalle l'aggressore che era nudo e carponi sopra la propria vittima e, mirato alle sue palle penzolanti, affondò di punta la propria spada separandole di netto dal resto del corpo. L'eunuco interruppe l'attacco e provò ad ululare di dolore, ma la ragazza che sovrastava fu più veloce di lui e, tappatagli la bocca con una mano, gli tagliò la gola con un movimento elegante della spada, sbarazzandosi di lui rapidamente.

Selene, intanto, era già al maschio successivo che si era invece lasciato distrarre dal corpo atletico ed appetitoso della propria vittima. Tenendole il polso che reggeva la spada lontano dal corpo, le stava sollevando il vestito leggero per aprire la strada verso la sua femminilità per la propria rabbiosa erezione. Il porco non si accorse, però, che Selene lo aveva raggiunto di corsa alle spalle. La frenata fu fatta con un balzo in cui la gamba più avanti era abbastanza tesa perché il piede andasse a centrare in pieno lo scroto dell'aggressore. Risuonò un urlo stridulo e poi la presa sul polso della vittima si allentò, quel tanto che bastava perché la sua lama fosse in poco tempo libera di porre fine alle sofferenze del maschio.

La guerriera appena liberata riprese il proprio arco e cercò un bersaglio, che trovò subito in uno degli aggressori superstiti che si era impossessato dell'arma della propria vittima e ora, minacciando la ragazza, se ne stava approfittando per palparle il seno e leccarle voglioso la faccia. Due frecce in rapida ripetizione finirono lo stupratore che non si accorse neppure del loro arrivo.

L'ultima ragazza, invece, non ebbe bisogno di nessun aiuto per liberarsi del proprio nemico. Sovrastata e con i polsi immobilizzati, sorrise maliziosa al proprio aggressore che ora si trovava a quattro zampe sopra di lei, con le ginocchia poggiate all'esterno del suo corpo, contro i suoi fianchi, e le palle che penzolavano libere al centro, esposte dall'erezione crescente. Il maschio, che aveva entrambe le mani occupate a tenere a terra i polsi della guerriera, non sapeva cosa fare e si lasciò ipnotizzare dalla vista del corpo di lei, coperto solo da una fascia al seno e da un leggero gonnellino alla vita, l'abbigliamento da schiava che lei aveva indossato per mimetizzarsi nell'accampamento. E mentre lui immergeva il proprio sguardo tra le tette di quella che nella sua mente sarebbe stata la prossima preda, lei sollevò entrambe le ginocchia e avvolse con esse, come in una morsa, le palle del maschio.

L'animale urlò di dolore e lasciò andare i polsi della propria vittima per cercare di portarsi le mani ai coglioni che stavano venendo pressati da quelle forti gambe femminili. Ma non c'era nulla da fare: lei era troppo forte e lui crollò in avanti, sopra di lei, offrendosi impotente al proprio destino. La ragazza accarezzò la testa della bestia abbattuta e sussurrò "Peccato, ti stavi comportando da bravo schiavo. E invece hai pensato di poter vincere contro le ragazze, nonostante le palle che ti penzolano la sotto ti rendano così inutile e indifeso". Lei diede un'ultima feroce stretta alle palle del maschio, il quale si contorse per il dolore, e poi, presa la spada con due mani, gli trafisse la schiena mettendo fine alle sue sofferenze!

Le cinque donne si rimisero in piedi. Non c'era nessuno nei dintorni, quindi tutti i maschi erano diretti verso la salita. Questo voleva dire che, per salire, si sarebbero dovute aprire la strada combattendo.

Che fanno?

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