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Chapter 18 by hal19696 hal19696

Che fanno?

Ripuliscono la salita

Le guerriere raggiunsero l'inizio della salita e lì videro che i maschi erano già lì e che imboccavano il sentiero che loro avrebbero dovuto seguire, anche se lo facevano pochi per volta e di corsa. Dovevano aver fatto molto di fretta, perché sembravano stanchi e disorganizzati e molti di loro erano disarmati, mentre nessuno stava badando a quelle cinque presenze femminili che si erano appostate tra gli alberi a poca distanza: sarebbe stato un gioco da ragazze prenderli di sorpresa!

Le donne impugnarono le spade e tesero un imboscata ad un drappello di maschi in arrivo. Si trattava di una decina di loro, per metà disarmati e per metà armati di mazze e asce, che correvano lungo il sentiero che attraversava la boscaglia. Selene diede il segnale alle sue compagne appostate tra gli alberi e loro, rapide e letali, sbucarono dalla vegetazione e travolsero la coda del gruppetto: quei bastardi non le videro nemmeno arrivare, ma sentirono il gelo delle loro lame lacerare la carne dei loro fragili genitali, evirandoli e castrandoli senza pietà e riducendoli a gridare di dolore come disperati. Mentre le prime vittime crollavano a terra dopo aver perso ciò che li rendeva maschi, l'altra metà del drappello si fermò e si voltò all'indietro, ma solo per venire travolta a sua volta dalla furia femminile!

In pochi istanti, una decina di arroganti guerrieri era a terra, morente, con le mani su ciò che restava di quegli organi che li rendevano così sicuri di sé. Le donne, non avendo tempo da perdere, non concessero a quelle bestie il privilegio di una fine veloce e procedettero avanti, lungo la salita, lasciandosi dietro i gemiti degli eunuchi.

Gli altri maschi che incontrarono erano prede molto più facili. Arrivati di corsa dall'accampamento, avevano provato a correre lungo il ripido sentiero e si erano stancati in fretta. Così venivano raggiunti uno per volta da Selene e dalle sue compagne, che li prendevano alle spalle, ignari di tutto, e si sbarazzavano velocemente di loro. Alcuni di loro, i più lenti e stremati, ricevettero da dietro un semplice calcio nelle palle e, una volta stramazzati a terra, furono finiti dalle spietate spade delle loro inseguitrici. Altri furono rapidamente sgozzati e lasciati a marcire a terra. Quando il dirupo fu abbastanza alto, invece, le guerriere iniziarono a divertirsi ad infilare una mano tra le gambe di quei poveri bastardi e, presone il controllo con uno strattone alle palle, a spingerli giù nel vuoto senza che quelli avessero neppure il coraggio di ribellarsi!

Ogni tanto, quando alle loro spalle vedevano arrivare qualche maschio più fresco degli altri, mettevano mano ad archi e frecce e lo eliminavano da lontano, facendolo crollare sul sentiero ormai disseminato di carcasse. Liberatesi di un nemico dopo l'altro, presto le donne furono in vista della cima dell'altura e della testa delle forze dei maschi. Lì, dietro una linea formata dagli uomini più forti e resistenti, c'era una donna, vestita con i succinti vestiti delle schiave, che li guidava ed incitava!

Una guerriera chiese a Selene cosa dovessero fare, visto che era sbalordita ed incredula davanti a quella scena: come era possibile che una donna non solo accettasse di essere schiava di degli esseri inferiori, ma che stesse perfino aiutando quelle bestie ad opprimere altre donne? Ma Selene fu chiara "Non sappiamo perché lo stia facendo. In ogni caso è una donna, per cui sterminiamo quei maiali, ma a lei non dobbiamo fare un graffio!".

E le guerriere si prepararono allo scontro finale con quell'avanguardia, che era tutto ciò che si frapponeva tra loro e il luogo dove avrebbero dovuto trovare Sophia, Eirene e Kira, insieme a tutte le schiave fuggiasche dell'accampamento dei maschi.

Che succede?

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