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Chapter 19 by hal19696 hal19696

Che succede?

L'annientamento degli inseguitori

Il gruppo di aggressori era guidato da Thalia, la donna di mezza età che aveva deciso di tradire le altre schiave, ed era quasi arrivato in cima, ma comprendeva ormai poche decine di guerrieri, visto che il grosso degli uomini alle loro spalle era stato annientato da Selene e dalle sue compagne che li avevano incalzati alle spalle e rapidamente eliminati uno dopo l'altro. Comunque, i maschi, che già pregustavano la vittoria e gli stupri che sarebbero seguiti e che non sapevano cosa era successo alle loro spalle, gridavano già trionfanti "Stiamo venendo a prendervi, puttane!".

All'improvviso, dall'alto, da una posizione che dominava lo stretto sentiero, spuntarono decine di donne e ragazze, tutte vestite da schiave, ma sicure di sé ed armate di pietre, coltelli e bastoni. La vista di quelle innumerevoli streghe ribelli, che incombevano fiere su di loro e sembravano quasi creature diverse rispetto alle schiave che loro avevano impunemente oppresso fino al giorno prima, fermò i maschi che, per la prima volta in vita loro, ebbero paura di quelle che sarebbero dovute essere le loro vulnerabili e indifese vittime. Quando si guardarono alle spalle, poi, videro che i loro compagni non c'erano più e che al loro posto c'erano altre donne che gli sbarravano la via di fuga. Quindi partì il massacro e una tempesta di sassi bersagliò i maschi che si ritrovarono esposti senza nulla per ripararsi.

Gli ultimi guerrieri della fila, mentre cercavano riparo dalla sassaiola, furono raggiunti da Selene e dalle altre guerriere. Il primo che le donne incontrarono cercò di saltare loro addosso brandendo una spada corta, ma Selene fu più agile e scansò il colpo, mentre l'impeto della bestia, accelerato dalla ripida discesa, fece sì che atterrasse di petto sulla lama della ragazza immediatamente dietro, rimanendo trafitto. La sua caduta fu deviata e la carcassa precipiò nel vuoto.

Il secondo maschio iniziò a correre spaventato su per la salita, ma un sasso lo centrò in testa e lui, perso l'equilibrio, andò a raggiungere il suo compare giù per la rupe. Il terzo, che provava anche lui a scappare, invece, ebbe una fine meno rapida: una guerriera lo raggiunse da dietro e, mentre lui arrancava bersagliato da sassi, lei gli scagliò un potente calcio tra le gambe che lo fece saltare sul posto e ululare di dolore, prima di precipitare anche lui nel vuoto.

Mentre la coda di quello che rimaneva dell'orda si assottigliava, la traditrice, che era stata risparmiata dalla sassaiola, incitò i maschi "Che state aspettando? Sono le vostre schiave! Riprendetevele!". I primi della fila provarono a caricare le donne che li attendevano in cima, ma ebbero vita breve: stremati dalla salita, demoralizzati e feriti e frastornati dalla pioggia di pietre, appena arrivati a tiro furono raggiunti dalle lame delle ragazze che gli sbarravano la strada, che si accanirono tra le gambe di quei bastardi, contro la parte del corpo maschile che odiavano di più! I loro testicoli furono sventrati e quello che rimaneva fu tranciato di netto, mentre i resti agonizzanti degli eunuchi crollavano a terra e finivano schiacciati sotto i piedi delle loro nemiche, le quali avanzarono per venire incontro alle proprie vittime successive, a dispensargli la stessa fine!

Poco per volta, i sempre meno numerosi maschi superstiti si ritrovarono circondati tra le nemiche che avanzavano dalla cima del sentiero, quelle che venivano alle loro spalle e quelle che li bersagliavano dall'altro. Alcuni, disperati, si buttarono giù dalla rupe, conquistandosi il privilegio di crepare con la virilità intatta, mentre altri si buttarono a terra implorando pietà a quelle donne terribili che li stavano massacrando e ottenendo così una morte rapida e indolore.

La traditrice non credeva ai propri occhi: erano quelli i maschi che aveva idolatrato e che aveva accettato di servire come schiava perché forti e possenti? Come era possibile che stessero morendo come mosche, implorando e piangendo con la voce di ragazzine mentre i loro amati coglioni venivano massacrati da delle schiave? Alla fine, Thalia si ritrovò sola con tre maschi. Il primo si gettò alla cieca verso la discesa, ma finì infilzato da ben tre lame femminili, una nel collo, una nel petto e la terza nello scroto. Il secondo fu travolto dai sassi lanciati dall'alto e crollò a terra, tramortito e coperto di ferite, mentre le ragazze più giovani iniziavano il tiro al bersaglio contro le sue palle che ora la bestia esponeva indifese tra le gambe divaricate. Il terzo aveva gettato la spada e si era buttato in ginocchio per implorare pietà, ma lei non poteva accettarlo: non erano questi i maschi superiori che aveva accettato di servire e per i quali aveva tradito le compagne! In un moto di rabbia, si mise dietro al codardo e, presa una breve rincorsa, centrò i suoi coglioni con il più potente calcio che avesse mai sferrato in vita sua!

"Bastardi! E voi sareste i nostri padroni? Non valete niente, siete più inutili dei vostri coglioni schifosi!" gridò la donna tirando in successione nuovi calci tra le gambe della sua vittima, che in poco tempo crollò a terra a pancia in giù, con le mani a tenersi i genitali doloranti, ma incapaci anche solo di attutire la violenza della schiava. Quando la bestia fu a terra, Thalia sollevò un piede e lo fece schiantare di tallone su quei testicoli rossi e gonfi e poi spremette con gusto quella carne fragile e martoriata contro il terreno pietroso, strappando ululati all'animale. Gli urli cessarono non appena lei sentì qualcosa collassare sotto la suola del sandalo, ma lo stesso non si fermò e spremette meglio ciò che rimaneva sotto il piede e alla fine, con foga, ci saltò più volte sopra. Ci volle un poco perché, stremata, crollasse seduta a terra in lacrime.

Le altre donne, però, la aiutarono a rialzarsi e, con gentilezza, la portarono con loro in cima all'altura. Giusto in tempo prima che si sentisse un fortissimo boato: la diga era esplosa e un'enorme ondata si riversò sulla pianura sottostante: sotto i loro occhi, l'intera presenza maschile stava venendo spazzata via in pochi istanti! Tende, carri, capanni e migliaia e migliaia di guerrieri stavano venendo travolti senza possibilità di salvezza. Le schiave videro la fine impietosa di quelli che erano stati i loro padroni, che avevano oppresso loro, le loro madri e generazioni di donne ancora prima, che avevano cercato di sottomettere le donne libere, le quali, però, le avevano aiutate a liberarsi ed ora erano riuscite ad eliminare in un colpo solo tutta la potenza della tribù maschilista, ripulendo il mondo dalla oppressiva presenza schifosa di quei bastardi. E questo senza che nemmeno una singola donna dovesse soffrirne!

Kira, che era stata colta dal boato mentre era china sull'ultimo maschio che aveva abbattuto per evirarlo e raccogliere il proprio dovuto trofeo, si alzò a guardare Selene e, con un sorriso festante, gridò "Ce l'hanno fatta! Ce l'avete fatta! Ce l'abbiamo fatta!". Selene e le guerriere con lei si abbracciarono tra loro e poi si riunirono con la loro compagna da cui si erano separate la sera prima, invitata a guidare le schiave fuggiasche al sicuro lassù. Tutte insieme, alla fine, tornarono in cima all'altura, da dove lo spettacolo dello sterminio dei maschi sarebbe stato meglio visibile.

Che succede?

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