Si festeggia la vittoria

Tutte le donne si incontrarono finalmente in cima all'altura, dove sorgeva l'accampamento delle fuggiasche. Ai loro piedi, nella pianura sottostante, le migliaia di maschi brulicanti erano spariti, spazzati via dalle acque, e, con loro, era sparita l'essenza stessa della tribù maschilista, di cui ormai sopravvivevano solo le donne, i loro schiavi e i prigionieri caduti nelle mani delle guerriere della fortezza. Molte erano state travolte dal piacere davanti a quello spettacolo di furia naturale, potere femminile e liberazione dall'oppressione e tutte sapevano che da quel giorno la loro vita sarebbe cambiata in meglio grazie all'aiuto di Selene, Sophia, Eirene e le altre guerriere che avevano ripulito il mondo dai loro vecchi padroni.

Fecero una grande festa, in cui resero onore alle loro liberatrici e si giurarono sorellanza eterna contro qualsiasi tentativo di ritorno dell'oppressione maschile. Da quel giorno, i maschi dei loro villaggi sarebbero stati educati a rispettare le donne e ad ubbidire loro, le ragazze avrebbero imparato a difendersi e i ragazzi che non fossero stati in grado di sottomettersi sarebbero stati castrati e resi mansueti per il loro stesso bene: era finita l'epoca delle guerre e della violenza maschile.

Alla fine dei festeggiamenti, Selene, le nipoti e le loro compagne salutarono le donne libere e, attraversando la piana ormai resa sicura e ripulita dalle acque, tornarono alla fortezza, dove le ragazze riabbracciarono finalmente loro madre. Le schiave liberate, invece, ripresero la via per i propri villaggi, dove diffusero la buona notizia della sconfitta dei vecchi padroni e presero la guida delle loro sorelle, che avrebbero ispirato con l'esempio di quelle guerriere che avevano annientato i loro nemici e oppressori.

I pochissimi maschi sopravvissuti alla furia delle onde, nei giorni successivi, cercarono di fare ritorno alle loro case e di riprendere possesso di quelle che erano state le loro schiave, ma furono cacciati dalle donne, ormai fieramente libere e volenterose di difendere la propria libertà. Molti di quei parassiti furono sterminati senza pietà appena cercarono di imporsi con la violenza, mentre gli altri, quelli che fuggirono nei boschi, incapaci di provvedere a se stessi perché da sempre serviti e riveriti ed educati solo a combattere e stuprare, morirono di stenti, liberando finalmente il genere femminile del loro peso. Quell'estate, senza tutte quelle bocche inutili e dannose, il raccolto fu abbondante e garantì alle donne laboriose un'annata prospera e felice.