Tornano a riva con la prigioniera. Con qualche incidente

Ancora scosse, le donne richiamarono con un segnale la piccola imbarcazione con cui erano arrivate e salirono a bordo, portando con loro la nemica. Quando si allontanarono verso la riva, l'incendio stava ormai divorando la grande nave illuminando la notte.

Sophia ed Eirene si sedettero sulla panca che correva lungo la murata della barca per tenere sotto controllo Astris. Quell'amazzone, completamente nuda e in teoria prigioniera, sembrava ancora trasmettere totale controllo, mentre le altre donne, che ancora non erano del tutto libere dai suoi effetti, rimanevano silenziose in preda ad emozioni contrastanti.

Lalla, seduta sulle ginocchia del proprio maschio, si passò una mano sull'inguine e ansimò debolmente. Poi accarezzò la testa di lui e avvicinò la bocca al suo orecchio per mormorargli maliziosa "Quando arriviamo prendo uno schiavo per divertirmi. E, visto che sei stato bravo questa sera, mentre io mi diverto ti lascerò baciarmi un piede". Lui, che la cingeva con le braccia intorno alla vita, sembrava estasiato dall'idea e così lei aggiunse subito accarezzandolo di nuovo "Anzi, mi potrai succhiare un piede. E forse dopo ti lascio anche giocare un poco col tuo vermiciattolo là sotto, sempre pensando a me". La promessa gli strappò un breve mugolio, dopo il quale risuonò la risata di Astris.

La prigioniera, che guardava la scena seduta con le gambe larghe, mostrando con orgoglio il proprio corpo e la propria femminilità, disse divertita "Oh, guardalo come si eccita pensando alla mammina che gli dà qualcosa da ciucciare mentre lei si fa sbattere da un maschio degno di questo nome! Forse sarebbe inutile anche come castrato". A quelle parole, lui si strinse contro Lalla in cerca della sicurezza che solo lei poteva dargli, mentre lei lo accarezzò nuovamente, poi gli cinse le spalle con entrambe le braccia e gli diede un bacio sulla fronte, ignorando la provocazione.

Ma Astris continuò, iniziando con tono falsamente dispiaciuto "Ho una brutta notizia per la piccola Lalla. Questa mattina, mentre voi eravate tutte impegnate con i miei schiavi, io ero a divertirmi con i vostri. Non è stato difficile entrare dove li tenete e occuparmi di loro. E' stato anche piacevole per me e forse anche per loro. O così almeno mi è sembrato mentre li vedevo sbavare qua in mezzo mentre li finivo uno dopo l'altro" si passò una mano tra le gambe e se la strinse tra le cosce, ridendo ancora una volta "Quindi o quel cosino inutile ti servirà finalmente a qualcosa, oppure questa sera gli potrai dare subito il bacetto della buonanotte, rimboccargli le coperte e dimenticarti del divertimento!".

Lalla si girò di scatto verso la prigioniera e rispose infuriata "Vedremo quanto ti divertirai tu quando...". Nel girarsi, però, scivolò all'indietro e andò a cadere seduta in mezzo alle gambe del maschio, proprio sopra i suoi testicoli! Un lungo lamento interruppe le sue parole e lei, mortificata, si voltò apprensiva verso di lui, ma ci mise qualche istante per capire cosa era successo. Solo allora si alzò in piedi e lo prese tra le proprie braccia, mortificata "Oh, amore, scusa! Non volevo! Povero, vieni qua". E, mentre lui si stringeva dolorante a lei, che lo accoglieva materna in grembo, Astris rideva ancora di più, divertita dalla scena.

Quando finalmente la barca raggiunse la riva, la prigioniera era l'unica a sembrare sicura di sé, mentre le altre donne la guardavano con rancore e timore, sapendo quello di cui era capace. Finché Sophia non sussurrò qualcosa nell'orecchio della sorella: sapevano cosa avrebbero fatto.