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Chapter 6 by hal19696 hal19696

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Luna e l'interrogatorio

Allia sollevò una gamba e spinse delicatamente con un piede il prigioniero inginocchiato verso Luna, in modo che fosse a metà tra i due divanetti, a portata di piede di entrambe. Luna guardò il maschio dall'alto al basso con un benevolo sorriso di superiorità e si godette l'effetto che faceva su quel più giovane maschio, vinto, umiliato, confuso ed eccitato, che ora fissava le cosce che lei gli scopriva sollevandosi il vestito con la scusa di sedersi più comoda.

"Visto com'è pulito e ubbidiente?" glielo presentò la ragazza come avrebbe fatto con un cagnolino "Fai il bravo e fai vedere a Luna che conosci il tuo posto e che sei felice di ubbidirle". Il maschio si prostrò a terra per dare un bacio alla punta dei sandali della donna più matura, che rispose compiaciuta "Oh, ma che bravo!" e poi fece una risatina.

"Non avere paura" lo incoraggiò Allia "Luna comanda in questo posto e da oggi si occuperà anche di te". La giovane allungò le braccia, gliele cinse da dietro intorno al petto e gli sussurrò in un orecchio "Ora sei al sicuro da quei maschi cattivi a cui non importava niente di te. Ti hanno fatto pensare di essere superiore alle donne e ti hanno mandato qui contro di noi, ma io ho visto che in realtà sei proprio bravo. Proprio un bravo ragazzo". La ragazza schioccò un lungo bacio sulla guancia del maschio sapendo che lo stava confondendo sempre di più: da un lato lei lo trattava da bambino, lo umiliava e negava la sua virilità guerriera, ma dall'altro lui sapeva di essere stato sconfitto da loro, che lei aveva ragione, che erano loro, le donne, ad essere migliori e a meritare la sua sottomissione.

Luna si sfilò lentamente i sandali e mosse le gambe in modo da sollevare ancora un poco il vestito a beneficio del maschio che se la stava divorando con gli occhi.

Allia ne apprifittò e continuò a sussurrare con voce dolce, parlandogli nell'orecchio come se fosse rivolta alla comandante "Sai, è proprio bravo. Ha fatto il bagno senza lamentarsi e ha fatto tutti i lavoretti che gli abbiamo detto di fare. Sono sicura che la sua mamma sarebbe molto orgogliosa di lui. E sono sicura che è anche molto in pensiero per lui, dopo che quegli uomini cattivi lo hanno messo in pericolo senza motivo. Sai quanto sarebbe bello se questa guerra finisse in fretta...". Con una mano massaggiò brevemente il petto del ragazzo e appoggiò la guancia contro quella di lui: sentiva che qualcosa in lui ancora si ribellava al modo infantile in cui lei lo trattava, ma presto anche quell'ultima resistenza di stupido orgoglio maschile sarebbe crollata. "Credo che la sua mamma sarebbe davvero felice di saperlo al sicuro, a guerra finita. Sarebbe proprio bello se qualcuno ci aiutasse a far finire la guerra, sai?".

Allia lasciò andare il corpo del ragazzo, lasciandolo alle cure di Luna che parlò con tono materno "Sono una madre anch'io e la capisco: ho due figlie che sono in pericolo, in mano a uomini cattivi". La donna sollevò una gamba e appoggiò distratta un piede sulla spalla del maschio che accelerò il respiro. Lei sorrise e disse ancora "Se tu ci aiutassi dicendoci quello che conosci, potremmo essere tutti felici, sai?". Con la punta del piede accarezzò i capelli del ragazzo ai lati della testa, mentre lui era ipnotizzato da quello che il vestito lasciava sempre più intravedere...

Il maschio aveva perso tutti i freni: già piegato, ora aveva capito che tutta la sua vita era stata sbagliata, che aveva fatto male a disprezzare le donne e la propria stessa madre solo perché degli uomini cattivi gli avevano detto di farlo, anche perché ora lo aveva capito, tutte loro ci tenevano a lui, volevano proteggerlo e non erano egoiste e spietate come gli uomini a cui aveva sempre ubbidito. Il minimo che poteva fare era fidarsi di loro e fare tutto quello che gli chiedevano.

E lui raccontò tutto. Così, alla fine dell'interrogatorio, le donne sapevano molti dei piani della tribù dei maschi e del suo nuovo capo, Krum, che aveva preso da poco il potere e aveva organizzato quella guerra per mesi. Il passaggio da cui i nemici avevano cercato di entrare era noto da tempo, l'esercito era già in marcia quando avevano rapito Sophia e Eirene che avevano fatto pedinare da tempo per preparare l'imboscata. Tutti gli uomini erano stati chiamati a raccolta e ora erano là sotto, ai piedi della fortezza, insieme ad un centinaio di schiave portate per prendersi cura di tutti i loro bisogni. Nei villaggi, quindi, erano rimaste solo le donne.

Quel giorno circa centocinquanta guerrieri avevano provato ad attaccare alle spalle la fortezza e il diversivo doveva aver contato su circa quattrocento uomini. Questo voleva dire che i nemici avevano perso appena un decimo delle loro forze e la battaglia sarebbe stata ancora lunga!

Purtroppo il ragazzo, forse perché doveva essere mandato all'attacco il primo giorno, sapeva poco del piano dei giorni successivi, ma aveva sentito i guerrieri più esperti dire che Krum aveva un'arma segreta misteriosa che avrebbe fatto vincere l'assedio all'istante se l'avesse usata. Le due donne si scambiarono una breve occhiata allarmata: dovevano scoprire di più.

Dopo un lungo interrogatorio, alla fine del quale seppe anche che Selene e le altre due guerriere che accompagnavano le sue figlie erano ancora vive, Luna sembrava compiaciuta e portò la punta della pianta del piede contro le labbra del maschio in modo da fargliela baciare devotamente. Lui eseguì mansueto e fu premiato dalla donna che, abbassando il piede, sfiorò insistentemente con l'alluce la sua erezione, strappandogli un mugolio di piacere prima che Allia se lo portasse via.

Ora per Luna non restava che aspettare il ritorno di Siria dalla sortita.

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