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Chapter 4 by hal19696 hal19696

Chi segui?

Le due ragazze nella gabbia

Le due ragazze si fecero un cenno di intesa e si avvicinarono al limite della gabbia, dove i due maschi di guardia le stavano fissando arrapati, gli sorrisero e si misero in posa per ostentare i propri corpi nudi, due esche irresistibili per quei maiali. Le guardie si avvicinarono alle sbarre leccandosi le labbra e si ravvivarono le erezioni massaggiandosele attraverso la stoffa che ormai gli tirava più che mai.

"Forse stareste meglio senza" suggerì ammiccante una delle due ragazze. Il maschio che l'aveva puntata accolse subito il suggerimento liberandosi di quel poco che indossava, inclusa la cintura a cui erano appese la spada corta e le chiavi, lasciando cadere tutto per terra, ad un palmo dalle sbarre. Anche l'altro maschio lo imitò quasi subito e le due prigioniere sorrisero soddisfatte puntando gli occhi sui coglioni esposti dei due: gli animali erano al loro posto e non restava che far scattare la trappola!

"Su, avvicinatevi e divertiamoci un po'" li invitarono seducenti le ragazze ed i due furono subito contro le sbarre, con gli uccelli in tiro e le pesanti palle spinti all'interno della gabbia, in attesa di essere serviti dalle due prigioniere. Erano femmine, in fin dei conti, quindi per quei due idioti vivevano solo per dare piacere a loro, maschi superiori. Ebbene, le due guerriere gli avrebbero fatto capire che si sbagliavano di grosso!

Le ragazze si inginocchiarono stando contro il limite della gabbia e avvicinarono le guance alle due minacciose erezioni. Dovettero trattenere il disgusto davanti a quei due schifosi organi, che si protendevano come simboli della violenza e della prepotenza maschili, che incombevano su di loro come su tutte le donne inermi di quel popolo e che persino nell'odore, che dimostrava che quegli animali non erano nemmeno in grado di tenersi puliti, erano una presenza oppressiva. Ma le due guerriere sapevano di dover sopportare tutto quello e, continuando a guardare ammiccanti i due maschi negli occhi, si strofinarono le due erezioni sulla faccia, facendo mugolare di piacere i loro aguzzini.

I due presero per i capelli le ragazze e chiusero gli occhi preparandosi a violarne quelle dolci labbra femminili, che sembravano voler ritardare l'inevitabile: i loro uccelli svettanti stavano ricevendo baci e strusciate provocanti che, oltre a rallentare il loro assalto, come effetto avevano quello di renderli ancora più rapaci e voraci. E mentre i due spingevano le proprie virilità contro le bocche delle loro presunte vittime, le guerriere si liberarono le mani da dietro la schiena, tirarono verso di sé le cinture dei due ignari bastardi, sfoderarono le spade e impugnarono le palle che gli erano state gentilmente offerte in una stretta di ferro!

Le due bestie ulularono di dolore, proprio nel momento in cui si aspettavano di assaporare il piacere che avrebbero dovuto provare nel violare le labbra di quelle fanciulle! Quando abbassarono gli occhi, videro che quelle che dovevano essere due schiave indifese e immobilizzate avevano preso possesso dei loro coglioni e ora minacciavano la base delle loro erezioni con le lame delle loro stesse spade!

Uno dei due maschi provò il tutto e per tutto e caricò le labbra della propria prigioniera in un ultimo tentativo di penetrarla, come un ariete lanciato disperato contro una porta inespugnabile. Si ritrovò evirato all'istante e un'ultima crudele stretta ai coglioni lo fece stramazzare a terra privo di sensi.

L'altro guardò negli occhi impotente la ragazza che lo teneva in ostaggio, che da preda si era trasformata in cacciatrice. Lesse l'espressione di sfida di lei e capì che per lui non ci sarebbe stata pieta, che per nessun maschio ci sarebbe stata pietà, che la sua ora era vicina. Qualcosa si mosse nella sua mente primitiva alla vista di quell'immagine di femminilità potente e sensuale che stava per riversare tutta la propria crudele vendetta su di lui: l'erezione tornò a svettare più che mai, ma non per dominare la guerriera, ma per sottomettersi ad essa. Bastò un istante e anche questo secondo animale fu evirato, ma una precisa stoccata in pieno petto mise subito fine pietosamente alla sua sofferenza.

Le due prigioniere recuperarono le chiavi della gabbia e si liberarono, ma già da più parti si stavano avvicinando alcuni maschi richiamati dalle urla dei due guardiani. Erano quelli che fino a poco prima si erano rintanati nelle tende insieme alle schiave dell'accampamento: nessuno di loro era vestito, molti di loro erano ancora in erezione ed alcuni erano corsi laggiù perfino disarmati!

Le due guerrere, impugnate le spade dei loro carcerieri, vennero incontro ai primi aggressori, perlopiù disarmati, che le caricavano da tutti i lati confusamente, uno alla volta, e finivano immediatamente vittima delle loro lame. Erano come vitelli al massacro, incapaci di organizzarsi e di affrontare le loro nemiche, delle semplici femmine che nemmeno avrebbero dovuto sapere combattere! E invece le due ragazze erano lì, nude, giovani, agili, attraenti e irraggiungibili, spalla contro spalla ad abbatterli uno alla volta, senza pietà e quasi senza sforzo.

Alla fine del breve scontro loro due erano in piedi, senza un graffio, e una quindicina di maschi erano a terra intorno a loro, morti o morenti, mentre dalla tenda in cui Selene era stata rinchiusa si sentivano provenire grida di dolore, tutte maschili e sempre più deboli. Sorrisero: era tempo di andare a riunirsi con la propria compagna.

Cosa segue?

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