Le autorità accolgono le visitatrici

Dalla porta che dava accesso al paese entrò un piccolo gruppo di donne. In prima fila c'erano due arciere, con arco e frecce a tracolla e un coltello al fianco, seguite da una donna più anziana ed una più giovane, non armate. Erano tutte vestite in modo simile, con chiare tuniche leggere e sandali, tranne la più anziana che portava al collo una collanina decorata di conchiglie ed un'unica piccola chiave. Dietro di loro camminava, ancora trafelato, il maschio che era corso ad avvertirle dell'arrivo delle visitatrici.

La delegazione si fermò davanti alle due sorelle e la donna più anziana si fece avanti insieme al maschio, che si teneva timorosamente un passo dietro di lei, con lo sguardo basso e sottomesso. La donna, dall'aspetto minuto della gente del luogo, ancora bella nonostante l'età e i lunghi capelli lisci ormai grigi, rivolse un sorriso sereno alle straniere e poi, allungato un braccio dietro di sé per prendere il maschio da dietro le spalle e tirarselo accanto.

"Benvenute, straniere. Sono Eli, la Madre Custode eletta di questa comunità. Ci hanno avvisate che siete venute e che ci avete portato un dono molto apprezzato" sorrise un po' di più e, mentre parlava, accarezzava dietro le spalle il maschio che ancora riprendeva fiato, il quale intanto la guardava adorante e cercava la sua vicinanza piegando la testa contro la spalla di lei. L'iniziativa non sembrò turbare la donna, che continuava ad accarezzarlo con la dolce noncuranza con cui si sta in contatto con un animaletto da compagnia.

Sophia prese la parola con rispetto e, dopo un piccolo inchino, spiegò le ragioni del viaggio: erano lì per conoscere la cultura dell'isola e iniziare nuovi rapporti tra i rispettivi popoli di donne libere. Eli sembrò molto soddisfatta del fatto che anche altrove le donne fossero libere dall'oppressione maschile e accolse con entusiasmo l'idea di far loro conoscere l'isola. Fece cenno alla propria giovane compagna di farsi avanti e spiegò "Lei è Lalla e fa la maestra. Vi guiderà per l'isola e vi spiegherà la nostra storia e i nostri usi. Sarete nostre ospiti".

Dopo che le due sorelle la ringraziarono con calore, la Madre Custode diede un piccolo bacio affettuoso sulla testa del maschio che stava accarezzando e gli sussurrò "Bravo, cucciolo. Puoi tornare a servire la donna a cui sei affidato". E poi gli diede una spintarella sulla schiena per rimandarlo verso la doganiera che subito lo riprese in custodia. "Vai a portare il castrato nel recinto degli altri" gli ordinò con voce dolce e ferma indicandogli la carriola in cui lo schiavo donato dalle due sorelle era ancora riverso privo di sensi, sporco di sangue e sperma. E poi aggiunse subito, con una carezza sulla guancia "Spogliati per non sporcare i vestiti: non vorrai che una donna ti tocchi per sbaglio mentre sei tutto sporco, vero?".

Il maschio si tolse la tunica. Sotto di essa aveva solo una stretta fasciatura intorno all'inguine che attirò l'attenzione di Sophia: non solo la virilità era quasi assente, ma era anche immobilizzata e ben compressa là dentro, in modo da scoraggiare qualsiasi erezione. Le sembrò quasi che le donne presenti avessero abbassato lo sguardo a comparare quel cosino con ciò che il castrato ancora esibiva all'aria, orgoglioso quanto inutile, e che avessero accolto il confronto con una risatina divertita.

Presto le due sorelle rimasero sole con la loro nuova guida.