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Chapter 5 by hal19696 hal19696

Come inizia la visita?

Per le vie della città

Lalla guidò le due sorelle dentro le mura e fece loro percorrere la via principale della cittadina fino alla piazza. Per la strada e nelle botteghe le donne sembravano la maggioranza e i maschi si vedevano solo di tanto in tanto a fare i lavori più umili e faticosi sotto la stretta attenzione delle loro signore. Eirene fece notare sorpresa a Sophia che a loro sembrava piacere così, visto che sembravano completamente sottomessi alle loro padrone a cui rivolgevano solo sguardi adoranti ed erano costantemente alla ricerca della loro approvazione.

In una bottega una padrona stava rimproverando facendo la voce grossa che avrebbe fatto con un bambino cattivo. Lui si gettò ai suoi piedi e piangendo la pregò di punirlo, cosa che lei immediatamente fece immobilizzandolo a terra a pancia in su, afferrandogli le palline attraverso la tunica e iniziando a stritolargliele. Quell'altro, indifeso come un gattino, non si ribellava, ma piangeva e strillava mentre si contorceva sul pavimento, quando le altre donne intorno o facevano finta di niente o sembravano approvare la punizione. Poi, quando lei sembrò soddisfatta, lo lasciò andare, si sedette per terra e se lo tirò in grembo, tenendogli la testa poggiata su un lato contro il seno e accarezzandolo e consolandolo mentre lui continuava a piangere, a giurare che gli dispiaceva e a implorare il suo perdono. "E' tutto finito" gli mormorava lei, baciandolo sulla testa e accarezzandolo "So che ora farai il bravo, mi ubbidirai e farai bene quello che ti dirò di fare". E lui si strinse contro di lei, cercando disperatamente le sue cure dopo aver cercato e avuto la sua giusta punizione.

Le due sorelle guardarono la loro guida sorprese, attendendo una spiegazione. "La nostra Fondatrice e le sue compagne erano delle donne sapienti, che avevano conoscenze che ormai sono perdute" spiegò loro Lalla. "Volevano che le donne fossero al sicuro dall'aggressività maschile e che nessun maschio potesse mai ribellarsi all'ordine naturale delle cose che ci donarono. Quindi fecero in modo che i maschi fossero pochi, perché ne nascono molti meno delle femmine, che fossero mansueti e poco aggressivi e che fossero poco più forti delle donne, giusto quello che basta perché possano fare i lavori più pesanti al posto nostro. E poi la Fondatrice decise di farci un altro dono, una cosa che ci rende uniche e che rende unici i nostri maschi".

La maestra pronunciò le ultime parole con molto orgoglio, mentre Eirene guardava Sophia confusa e stupefatta e la sorella maggiore mostrava la stessa sorpresa. E la loro guida continuò "Ora capirete perché castriamo tutti i maschi che ci vengono portati da fuori: la Fondatrice ci ha prescritto di non rischiare di avere figli da loro". Fece una risatina e aggiunse "Possiamo divertirci con loro. Anzi, ci divertiamo molto con loro, visto che sono molto meglio dei nostri, come avrete visto" e fece un sorriso malizioso.

Eirene chiese "E i vostri non sono... gelosi? I maschietti lo sono sempre, anche quando sono inutili: pensano che noi esistiamo solo per fargli piacere".

Lalla fece un'altra risatina e rispose "A volte lo sono, poverini, soprattutto se la donna a cui sono affidati si diverte proprio davanti a loro con uno schiavo che li fa sfigurare. Sapete, da noi un maschio prima è affidato alla madre e, se lei non dovesse esserci, ad una sorella. Poi, quando cresce, una donna può chiedere di prenderselo e la madre glielo affida. E loro si attaccano molto alla donna a cui vengono affidati e diventano un po' egoisti... sapete, restano sempre un po' bambini. Per questo li dobbiamo sempre educare".

Le due sorelle annuirono pienamente d'accordo: le tribù maschiliste non erano tutte fatte da bambini troppo cresciuti che sono viziati e aggressivi tra di loro e verso le donne che vorrebbero tutte le per sé?

La spiegazione, poi continuò "E poi c'è quel dono che ci ha fatto la Fondatrice: ognuna di noi rilascia nell'aria qualcosa che i nostri maschi possono odorare, anche se non se ne accorgono. Lei li chiamava feromoni, ma nessuno sa più bene cosa siano veramente. Se i nostri maschi li respirano, si calmano e si sentono meglio e se respirano a lungo quelli della stessa donna, si legano a lei e non la vogliono più lasciare. Ecco perché cercano sempre di starci vicini e noi gli stiamo sempre vicine: non solo possiamo controllarli meglio e fare in modo che facciano quello che devono, ma anche perché loro ne hanno davvero tanto bisogno".

Lalla sorrise orgogliosa davanti allo stupore delle visitatrici. Sophia chiese sorpresa "Ma i vostri maschi lo sanno?". E la maestra rispose con allegra naturalezza "Certo che lo sanno: lo sanno tutti, lo insegnamo a scuola, dove vengono anche loro, visto che in questo modo possono comprendere il loro posto accanto alle loro compagne e la loro superiorità, imparando a rispettarle, a onorarle e a ubbidire loro. E loro sono grati di questo dono, visto che gli rende ancora più piacevole la nostra vicinanza!".

Dove proseguono?

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