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Chapter 2 by heykiza heykiza

continuate a camminare

raggiungete la fattoria

<< eccola, se facciamo un po d’attenzione potremmo passare la notte qui >> disse mentre si avviava all’interno del cortile, questo era in cemento disposto in tanti enormi blocchi quadrati.

Vi era la villa, un grosso silo color verde oliva e montagne di semi, forse mais stipati contro un muro che formava una “u”.

Tutto era desolante, privo di nessun segno di vita ma ciò nonostante avevo la sensazione di essere osservata, come se qualcuno dietro l’angolo ci stesse spiando.

Ritrovando, molto piacere, quello strano brivido che da bambino provavo nel visitare case abbandonate o posti vecchissimi.

Avevo dimenticato quella sensazione che però in quel momento era molto, molto più concreta.

Sentimmo un verso, qualcosa di profondo e grave, fu come se quel verso mi entrasse dentro scombussolando le mie viscere, provai un forte calore mentre il mio cuore sbatteva all’impazzata, anche gli altri si misero in guardia ma quando quel verso di fece risentire entrambi mostrammo un grosso e imbarazzato sorriso.

Seguendo il suono trovammo una vacca sdraiata per terra, sembrava stanca, sul punto di morte e deperita con delle mammelle gonfie.

<< ho aiutato il proprietario di questo posto per due estati, fate fare a me >> disse Omar.

Un oretta dopo, quando controllammo un po ovunque ci ritrovammo accampati in una delle varie camere. Trovammo delle forbici e due coltelli, alcune bustine di oki e del pane ma quest’ultimo era ormai quasi completamente verde, quindi decidemmo che non eravamo così disperati.

In più quella sera avremmo mangiato davvero in modo ottimo.

Nel cortile accendemmo un fuoco, questo servì a cuocere nel miglior modo possibile tre grossi pezzi di carne cruda.

Quella vacca non sarebbe comunque durata molto lì da sola, fu una fortuna per noi visto che ci fece Mangiare quella notte ed in più, Omar riuscì a mungerla quindi oltre la carne scaldammo anche il latte così da non rischiare di stare male una volta bevuto.

Un paio di bistecche a testa e latte, fu quella la nostra cena e anche in quel frangente l’unica cosa a far rumore fu il fuoco.

Tornammo nella camera dove avevamo deciso di accamparci e una volta dentro aiutai Omar a trascinare un grosso armadio davanti la porta, restando chiudi all’interno.

Mi adagiai dentro il sacco a pelo, quella notte fu particolarmente fresca ma io ero così stanca da non rendermi conto nemmeno di essermi addormentata.

fai uno strano sogno

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