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Chapter 19 by hal19696 hal19696

E cosa trovano?

Quello che cercavano?

Ciò che videro quando entrarono lasciò le nuove arrivate stupefatte. All'interno della stanza c'erano una donna ed una decina di maschi. Lei era alta e forte, dalle forme prosperose, il seno pieno e le gambe toniche: una vera e propria amazzone alla vista della quale le minute donne dell'isola erano impressionate. Era nuda e in piedi e due maschi la stavano prendendo uno da davanti ed uno da dietro con ardore e frenesia, gemendo mentre anche lei gemeva. Cinque altri maschi sfoggiavano feroci erezioni e stavano tutto intorno sbavanti, mentre i rimanenti erano distesi per terra, stremati e svuotati.

Sophia notò che l'amazzone aveva un potere ipnotico sia sulle donne che su quegli uomini che non si accorsero per un po' di avere visite. Quando il primo si girò nella loro direzione e diede l'allarme, gli altri quattro si scagliarono alla cieca verso le visitatrici, nudi e disarmati com'erano. Lei, che si era messa in prima fila, si vide caricata con furia da uno di loro. Rimase ferma per dargli l'illusione di essere un bersaglio facile e poi, all'ultimo istante, si scansò di lato allungando un piedino verso la traiettoria che avrebbe seguito: la bestia non fece in tempo a fermarsi e, arpionato alla caviglia dalla fanciulla, volò rumorosamente a terra... e fu l'erezione ad assorbire il primo impatto!

Eirene affrontò il secondo maschio. Davanti alla sua carica, lei si accucciò all'ultimo a terra e, mentre lui cercava di frenare, lei scattò come una molla con le braccia tese ed i pugni chiusi contro i suoi coglioni esposti, centrandoglieli in pieno! L'animale, spinto dal suo stesso impeto, balzò in aria e poi crollò a terra ululante, sconfitto, accanto alla sua superiore avversaria.

Le altre donne, invece, sembravano essere ancora intorpidite dalla visione che avevano avuto e, quando il terzo maschio caricò l'arciera più giovane, lei fu completamente presa alla sprovvista. Ma non così tanto da non riuscire a incoccare una freccia e a scagliarla contro di lui. Anche se avrebbe voluto mirare al petto per abbattere l'aggressore, non fece in tempo a risollevare l'arco e purtroppo il dardo fu diretto molto più in basso. Purtroppo per lui! La sua erezione e le grosse palle gonfie subito dietro furono infilzate come uno spiedino e la bestia stramazzò a terra con un grido stridulo, tenendosi la virilità distrutta.

Il quarto nemico caricò alla cieca, forse con gli occhi ancora rigonfi della vista dell'amazzone che stava aspettando di scoparsi, ed andò a calpestare uno dei suoi compagni a terra. Dopo avergli schiacciato inavvertitamente le palle, perse l'equilibrio e si schiantò sul pavimento di testa, tramortito, poco lontano dai piedi di Lalla, che intanto si era messa davanti al proprio maschio per puro istinto di protezione. La maestra, visto il nemico a terra, per sicurezza avanzò, si scalzò un piede e glielo appoggiò sulla gola in modo da togliergli il respiro. Il maschio calpestato, invece, era rimasto a contorcersi debolmente a terra.

L'ultimo aggressore, incurante della sorte degli altri, si lanciò nel bel mezzo del gruppo delle donne, senza prenderne di mira nessuna. E loro si spostarono quel che bastava per lasciargli spazio e farlo correre inutilmente verso la porta! Quando lui se ne accorse rallentò fino a fermarsi, ma ecco che delle mani femminili si impadronirono delle sue palle per stringergliele, mentre delle altre si poggiarono pesantemente sulle sue spalle, da dietro, spingendole in basso. In breve tempo, al prezzo di un forte dolore testicolare, la bestia fu ridotta all'impotenza e spinta per terra, dove fu legata per non essere più una minaccia per nessuno. Le donne poi legarono rapidamente anche gli altri maschi a terra, facendo molta fatica solo per quello trafitto dalla freccia visto che non voleva mollare la sua virilità ormai persa!

Intanto restavano solo gli ultimi due maschi, quelli in mezzo ai quali si trovava l'amazzone. Quando quello davanti si voltò attirato dal rumore dei compagni sconfitti, la donna non perse tempo ed arretrò con un colpo di reni in modo da farlo uscire da dentro di sé e, una volta libera, sfruttò la vicinanza per sferrargli una potente ginocchiata nei coglioni. Al colpo, il porco venne copiosamente addosso a lei, ma lei non aspettò nemmeno che avesse finito e, presa la sua testa tra le proprie forti braccia, gli spezzò con un gesto secco il collo. La carcassa crollò a terra mentre ancora spruzzava inutili getti di sperma tutto intorno.

Ma lei non aveva finito: ruotando su se stessa, si liberò della penetrazione dell'altro maiale e riservò anche a lui una ginocchiata nei coglioni. Quando quello si piegò in avanti per il dolore, la sua faccia fu immersa dal prospero seno della donna... e bloccata là in mezzo dal suo forte abbraccio. Presto il bastardo iniziò a dimenarsi, ma invano. Poi cercò di riportare l'erezione in contatto con quella morbida carne femminile in cerca di piacere, ma lei fu abile a tenerlo piegato in modo da rimanere fuori portata e fu anche questo tutto inutile. Alla fine, quando le energie lo stavano ormai abbandonando, si afferrò la virilità e si diede l'ultimo piacere prima della fine! La donna, quando lo sentì smettere di muoversi e crollare in ginocchio, mantenne la presa.

E con ancora la propria vittima tra i propri seni si voltò verso le nuove venute e parlò "Grazie per essere venute. Il mio nome è Astris e sono sempre stata su questa nave" poi fece un cenno con la testa ai corpi a terra "E questi erano i guerrieri che dovevo far divertire".

Come reagiscono?

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