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Chapter 9 by hal19696 hal19696

Come passa la notte?

Al mattino le aspetta un brusco risveglio

Le donne furono svegliate dal maschio di Lalla che la agitava delicatamente. "Lalla, ti prego svegliati!" La implorava a bassa voce, cercando di non scuoterla troppo, ma sembrano anche molto spaventato. Lei si svegliò e insieme a lei le due sorelle. "Che succede, amore? E' presto per noi e ti avevo detto di non svegliarci" rispose lei con voce assonnata. "A casa della tua mamma stanno facendo cose brutte" disse d'un fiato il maschio, che era vestito e coi sandali ai piedi, visto che era uscito di casa e rientrato per dare l'allarme".

La donna spalancò gli occhi e balzò in piedi e, senza nemmeno pensare a vestirsi, corse fuori di casa correndo a più non posso. Sophia e Eirene si affrettarono a mettersi in piedi e, cercando di avere almeno una tunica addosso, le corsero dietro "Lalla, aspettaci!".

La casa della madre della maestra era a circa un isolato di distanza. Quando lei arrivò, la porta era spalancata. Rallentò e, in silenzio, si avvicinò all'ingresso stando in guardia. Da dentro, arrivava un vocione maschile che minacciava "Adesso da brava, ti metti in ginocchio e ti diverti con il mio ben cazzone, altrimenti ti sfondo la testa e mi diverto comunque con te, vecchia troia". Quando Lalla si abituò alla penombra e fu abbastanza dentro, vide un omone di spalle che brandiva un martello in mano, mentre ai suoi piedi, spaventata e in lacrime, giaceva sua madre, una donna matura, con i capelli ricci come i suoi ingrigiti dall'età, che manteneva la corporatura minuta e snella delle donne dell'isola.

La figlia si avvicinò alle spalle del bestione, che non sembrava essersi accorto di lei, troppo preso dal divertimento che provava nel minacciare la propria preda. Ma era forte e muscoloso, completamente nudo e tanto alto che lei gli arrivava appena allo stomaco. Ma era anche un maschio, quindi arrogante e incapace di riconoscere le proprie debolezze, tipo quelle due grosse palle che gli penzolavano in mezzo alle gambe divaricate. Lalla prese la rincorsa e, senza pensarci due volte, scattò in avanti e sollevò il piedino nudo fino a farlo collidere con quei coglioni esposti.

In un istante, quel mostro che terrorizzava la donna più anziana con un ululato collassò su se stesso. Lasciò cadere il martello per terra e si portò le mani allo scroto colpito, rimanendo in ginocchio di spalle alla sua avversaria. La madre si lanciò sul martello per impedire all'uomo di riprenderlo, mentre la figlià tirò anche un secondo e un terzo calcio, in modo da piegare la resistenza del nemico, che ad ogni colpo emetteva un nuovo ululato.

Quando Sophia ed Eirene arrivarono, la figlia si era avvinghiata dietro la schiena dell'aggressore, con le braccia strette intorno al suo collo per togliergli il respiro ed il peso sbilanciato all'indietro per farlo atterrare di schiena sopra di sé. Poi, prima che quello potesse riprendersi, fu la madre a scattare in avanti, inginocchiandosi in mezzo alle sue gambe e prendendogli a martellate le palle fino a ridurgliele in poltiglia, facilitata dal fatto che i residui della sua spaventosa erezione le offrivano ancora una facile via d'accesso ai suoi bersagli. La bestia rimase a contorcersi debolmente sotto la stretta della figlia per qualche altro minuto, finché non si immobilizzò una volta per tutte.

Cosa sta succedendo?

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