Preliminari particolari

Una volta in camera iniziamo ad avvolgerci l’uno attorno all’altro, la sua dominanza è ancora presente ma per ora non sembra interessata a provocarmi dolore, la cosa ovviamente non mi fa dispiacere, ma non posso tirarmi indietro. Sembra un altra persona, questa ragazza non deve essere troppo normale.

La sua mano stavolta si infila nei miei jeans e mi afferra il duro membro, la mie invece si riappropriano di quel paradiso scultoreo che è il suo culo, palpandolo con forza. Tento di spogliarla, ma al minimo accenno di toglierle quei leggins neri che tanto avevo sognato di strappare vengo spinto via.

“Ora ti spoglio io” mi dice imperiosa. Prima mi sfila la polo rossa con cui sono venuto, poi si abbassa portando con se i jeans blu mare che indossavo finora e infine rimuove le mie mutande, incapaci di nascondere la poderosa erezione da lei provocata.

Mi prende in mano il cazzo, complimentatosi per la durezza e le dimensioni, lasciandoci un leggero bacio sopra. Non ho nemmeno il tempo di sorprendermi della leggerezza di quel gesto che le sue dita mi stringono nuovamente le palle; senza alcuna protezione stavolta.

Gemo rumorosamente, quasi, urlo dalla sorpresa, e le ginocchia si spezzano, riportando Giorgia a essere quella più in alto.

“È così che abbasso il livello dei miei ragazzi” mi dice sorridendo, prima di concedermi un altro bacio lussurioso, mentre la sua mano mi impone altro dolore.

“Vedi di trattenerti con quei gemiti, non voglio problemi con i vicini” mi dice con un misto di serietà e imposizione. Lo comprendo, e le prometto di trattenermi.

“Tenterò di non farmi sentire” le dico, e subito un stretta fortissima mi attacca le palle, facendomi abbassare ancora di più.

“Non voglio che tenti, non devi farlo e basta”

“S-si” gli dico tremante. La adoro.

“Sdraiati davanti al letto” mi dice. La guardo confuso.

“Sul pavimento davanti al letto idiota”.

Faccio come mi chiede, mentre lei scompare per un attimo, per poi riapparire subito dopo. Ha in mano una specie di gel, uno di quelli che si vedono nelle pubblicità Durex penso.

Si siede comoda sulle blu coperte del letto, di fronte a me. Mi guarda, potente, erotica, autoritaria. E poi mi porta il piede davanti alla bocca.

“Prima ti è venuta un erezione solo guardando i miei piedi, vuoi che ti faccia male con questi vero?”

“Si... si ti prego”

“Silenzio, toglimi le calze”

Alzo le mani.

“Con la bocca”.

È più difficile di quanto possa immaginare, ma alla fine, coi denti e con le labbra, riesco a liberarla da quei morbidi calzini neri, rivelando due piedini lisci, ben curati e apparentemente privi di imperfezioni.

Non resisto, e le mie labbra si posano automaticamente sulla sua pelle. Giorgia coglie l’occasione per umiliarmi ancora.

“Hai anche questo fetish? Sei proprio un maniaco, probabilmente non posso neanche punirti, qualunque cosa io faccio a te diventa duro, mi fai schifo”. Sono capace di darle solo versi incomprensibili come risposta.

Si stacca da me, e riporta i suoi piedi sul letto, approfittandone per cospargerli del gel che si era procurata prima. Nel momento in cui la sua delicata pianta si posa su di me capisco che quello era un gel lubrificante. Stavolta i suoi piedi si dirigono immediatamente verso il mio inguine, stringendo in una morsa il pene che non mi è mai smesso di essere duro e i coglioni il cui colore temo non cambierà se non dopo molto tempo.

Mi fa male, molto più male di prima, ma il piacere si è almeno quadruplicato. Prende il mio pene tra l’alluce e il secondo dito del piede, mi sorprende, perché di certo non ho un pene poco spesso. Mentre l’altro piede si occupa di continuare a schiacciare con forza i miei coglioni, trattenendomi in quella spirale di piacere e dolore di cui, sono sicuro, non riuscirò più a fare a meno.

“Vedi di non venire subito, voglio continuare a divertirmi per un po’, anche se mi stai già facendo annoiare”.