Luna

Luna si allontanò dal parapetto dopo aver guardato un'ultima volta le sue due figlie nelle mani di quegli animali. Soffriva all'idea di non potere aiutarle, ma doveva pensare prima di tutto alla propria responsabilità verso tutte le donne nella fortezza.

E' vero che era sopra una rupe imprendibile, circondata da un lato da montagne e dall'altro dalla profonda gola di un torrente, con mura spesse quattro metri costruite prima della Caduta in un materiale che i rozzi strumenti dei guerrieri della tribù là fuori non potevano nemmeno scalfire, ma loro erano pochissime e circondate da migliaia e migliaia di maschi agguerriti. Luna non aveva idea se sarebbero finite prima le loro frecce e le loro pietre o i maschi là fuori, che avevano la fama di attaccare alla cieca senza badare alle perdite fino alla vittoria o alla morte.

Luna ripensò a come quella fortezza era caduta nelle loro mani. Era stata occupata da un gruppo di guerrieri di una tribù vicina, all'inizio, ma poi quegli idioti avevano cercato di entrare in uno dei depositi, dove prima della Caduta erano custodite le incredibili tecnologie che allora esistevano. Se volevano appropriarsi di qualche arma sconosciuta, avevano avuto più di quello che speravano, perché delle esploratrici passate di là qualche tempo dopo, attirate dal silenzio mortale che regnava quando di solito quelle bestie si sentono a miglia di distanza, avevano trovato tutti i duecento uomini della guarnigione proprio morti stecchiti. Non c'era traccia di violenza o esplosioni: erano tutti possenti corpi maschili splendidamente conservati e unici segni particolari erano che avevano tutti una mano al collo e una intorno all'uccello, turgido come non mai. Stavano cercando di darsi l'ultimo piacere prima di morire soffocati? O quello che c'era nell'aria li aveva arrapati all'inverosimile e sterminati nello stesso momento? Non lo avrebbero saputo mai.

Le donne avevano preso possesso della fortezza e si erano sbarazzate dei cadaveri gettandoli nel torrente e lasciando che fosse la corrente a portarli via: non potevano mica perdere tempo a seppellire quelli che per loro valevano meno di vermi!

Luna pensò che era un peccato non avere qualche scorta di quell'arma da gettare nel bel mezzo dell'accampamento nemico in modo da vedere cosa fosse davvero successo a quei bastardi! Sospirò quando pensò che questo avrebbe ucciso anche le prigioniere e quelle schiave che l'esercito si era sicuramente portato dietro perché sbrigassero i lavori che i guerrieri credevano non adatti al loro rango.

I suoi pensieri furono interrotti dall'arrivo di Allia, una giovane sentinella armata di fionda e difesa da un gonnellino di strisce di cuoio a difesa del bacino e delle sue cosce agili e atletiche ed una corazza di cuoio che le proteggeva i fianchi asciutti ed il petto poco generoso. "Signora" disse Allia a bassa voce "dovete venire subito, ma in silenzio. Degli esploratori nemici che forse hanno trovato una strada per scalare la rupe. Noi li abbiamo scoperti, ma loro non lo sanno".

Allo stesso tempo arrivò di corsa Siria, un'altra sentinella, lei armata di arco e munita di scudo e schinieri visto che era di guardia sul portone principale. "Stanno caricando in massa il portone, dobbiamo respingerli!"

Sembravano due attacchi contemporanei. Il più grosso attaccava il portone principale, resistente, ma anche il punto più debole della fortezza, mentre l'altro avveniva alle spalle, dove meno se lo aspettavano. E Luna doveva decidere dove andare.