Le sorelle in ostaggio

Le due sorelle sentirono con molto anticipo l'arrivo dei maschi e si misero in posizione, sedute sui giacigli, sopra le loro spade. Finalmente entrarono i maschi, cinque guerrieri tra i più possenti dell'esercito. Erano armati di ascia e, oltre che dal gonnellino di strisce di cuoio, erano protetti anche da una corazza intorno al busto e da schinieri. Insieme a loro entrò il loro capo, Krum, che si infurò subito quando non vide le guardie che aveva lasciato e poi trovò i loro corpi accatastati in un angolo della tenda. "Che cazzo è successo qui, puttane?" gridò alle due ragazze che in breve furono circondate minacciosamente dai suoi guerrieri.

Le fanciulle si mostrarono remissive e si rannicchiarono con le braccia intorno alle ginocchia, in modo da scoprire il più possibile le gambe: sapevano che più si mostravano a quegli animali e meno loro sarebbeo stati capaci di pensare. Sophia rispose "Hanno cercato di violarci quando tu gli avevi detto di non farlo e noi ci siamo difese".

Il maschiò si infuriò ancora di più e gridò ancora, ma questa volta prima contro i propri uomini che non gli ubbidivano e solo dopo contro di loro, troie, che tentavano e corrompevano i suoi guerrieri. Ma non le fece punire: gli servivano ancora. Invece ordinò ai suoi uomini di fare loro la guardia. "E ucciderò personalmente chiunque si scoperà queste puttane prima che io gli dia il permesso, capito?".

Uno dei guerrieri si arrabbiò "Dopo quello che hanno fatto dovremmo portarle sotto le mura, stuprarle e lasciarle morire dissanguate sotto gli occhi di quella troia di loro madre!". Krum ci mise un secondo ad estrarre la spada e tagliargli ferocemente la gola sul posto. "Spero che non ci siano altre lamentele, stronzi!" gridò e lanciò il cadavere fuori dalla tenda, uscendo subito dopo.

Le ragazze sentirono che stava lasciando altre guardie appena fuori, almeno quattro. E questo voleva dire che c'erano otto uomini tra loro e la libertà. Otto uomini che potevano dare l'allarme alle migliaia dell'accampamento. Quindi dovevano liberarsene al più presto, almeno dei quattro lì dentro, e farlo con discrezione.

Ci volle poco perché i maschi che le circondavano si dimenticassero quello che era successo e si concentrassero, invece, sui corpi delle due fanciulle che sedevano in mezzo a loro, apparentemente indifese. Anche se avevano appena trovato le carcasse di due guardie, la loro arroganza maschile non gli permetteva di prendere sul serio come minaccia delle donne, che per loro erano solo degli esseri inferiori, schiavette da stuprare a piacimento. E i loro sguardi vogliosi stavano divorando le loro prigioniere, coperte solo da vestitini leggeri.

"Non so voi, ma io me le farei tutte e due adesso" disse uno di loro, con la mano già sulla patta a toccarsi l'erezione che iniziava a sporgere sotto stoffa. "Se nessuno di noi parla, nessuno lo saprà mai..." disse un altro che da un po' era ipnotizzato dal seno di Sophia da cui non distoglieva gli occhi. "Quelli fuori faranno la spia visto che non tocca a loro" disse un terzo che si era già accovacciato davanti agli snelli polpacci di Eirene.

Sophia li aiutò a superare l'indecisione e suggerì con un sorrisetto ammiccante "Non serve che ci violentiate perché possiamo divertirci...". Eirene la imitò e allungò un poco un piede verso il maschio accucciato davanti a lei che ne fu subito attratto. "Ci sono tanti modi per divertirsi senza disubbidire veramente ai vostri ordini" continuò Sophia che sembrò convincere le guardie.

Infatti i maschi sorrisero e si spogliarono rapidamente di tutto, ma, visto quello che era già successo, misero le armi lontane dai giacigli delle ragazze, in modo da avere il totale controllo della situazione: cosa avrebbero potuto fare due attraenti fanciulle contro quattro dei più grandi guerrieri della tribù?

Il maschio più temerario fu presto su Sophia e le tirò su il vestito per spogliarla. La ragazza lo aiutò volentieri: era meglio che non glielo strappasse quel porco imbranato, per cui doveva fare buon viso a cattivo gioco per quanto le facesse schifo. Ben presto l'animale fu disteso accanto a lei, che si sentì premere e sfregare la sua erezione contro un'anca e la sua bocca andare a prendere possesso di un capezzolo. Un altro, più insicuro, subito dopo si distese sul lato opposto a fare le stesse cose. Lei, fingendo di mugolare di piacere, passò le braccia dietro le nuche di entrambi per attirarli a sé.

Il maschio davanti a Eirene le prese il piede che lei gli aveva porto e lo liberò dal sandalo, per poi fare lo stesso con l'altro piede. Glieli baciò entrambi, voracemente, poi le leccò le caviglie e quindi risalì pian piano lungo i suoi polpacci, accarezzando con le mani ogni singolo palmo di quella pelle giovane e invitante. La fanciulla prese l'iniziativa, lo cinse tra le proprie gambe e lo rovesciò a pancia in sù, senza che lui opponesse resistenza. Ora aveva la testa del maschio poggiata contro il proprio seno e il suo petto muscoloso tra le proprie braccia, mentre con le piante dei piedi prese il controllo della sua erezione strappandogli un rumoroso mugolio. "Era questo che volevi, vero? Quello che hai sempre sognato" lo provocò iniziando a stimolarlo.

Il quarto maschio, il meno convinto di tutti, aveva cercato di convincere i compagni a non cedere, ma poi, alla fine, si era anche lui spogliato per cercare di unirsi. Purtroppo per lui, adesso era rimasto a guardare la scena impotente, inutilmente in cerca di un posto libero. Quei tre stavano godendo come maiali e lui, eccitato come non mai, rischiava di perdersi il divertimento! Senza accorgersene, aveva già l'erezione tra le mani e se la stava menando come un disperato!

I mugolii di piacere dei maschi ben presto si fecero rumorosi e le ragazze sapevano che dovevano prepararsi a colpire in fretta, quando quelle bestie erano distratte. Ma, per farlo, dovevano prima aspettare che le loro compagne liberassero il campo all'esterno e le raggiungessero, altrimenti qualsiasi errore avrebbe messo in allarme l'intero esercito nemico.

Ben presto sentirono dei rumori soffocati provenire da fuori, ma i maschi non si accorsero di nulla, visto come stavano godendo.