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Chapter 12 by hal19696 hal19696

Che succede?

Assistono alla fine di tutto

Luna fece portare tutti i prigionieri sulle mura, da cui avrebbero avuto una perfetta visuale sulla pianura sottostante. Lì si estendeva l'enorme accampamento degli aggressori, che brulicava di maschi numerosi come scarafaggi. Sulla rampa che portava verso la porta del castello, invece, si stavano ammassando altri guerrieri, pronti a dare un nuovo assalto, inutile e sanguinoso come quello del giorno prima, ma le donne erano ormai abituate all'idiozia di quelle bestie.

Krum, il capo dei maschi, circondato dai suoi guerrieri migliori, stava subito dietro e si fermò dietro la prima schiera di attaccanti che aspettava il suo ordine per caricare. "Cosa credevate di fare, puttane? Pensavate di poterci rubare le schiave? Di convincere le nostre schiave ad unirsi a voi? I miei uomini stanno andando a prenderle e le stupreranno a morte, quelle streghe ribelli!". Un coro di consenso di levò dalle schiere maschili, mentre le guerriere sulle mura nascosero come poterono la rabbia provocata dall'ostentazione di arroganza e violenza maschili.

Poi, però, un boato esplose in lontananza e tutti tacquero. La diga che sovrastava la pianura, dalla parte opposta rispetto alla fortezza, stava crollando e una gigantesca ondata d'acqua si stava riversando su tutto quello che c'era sotto: alberi, tende e, soprattutto, l'intero esercito dei maschi! Lo spettacolo incredibile fu accolto dall'esultanza delle guerriere sulle mura, mentre i maschi di sotto furono presi prima dallo sconcerto e poi dal panico.

Se in basso tutti scappavano solo per essere travolti dalle acque, quelli sulla rampa provarono a scappare verso le mura della fortezza, in modo da cercare riparo il più in alto possibile. Ma erano troppi, lo spazio era troppo poco e il loro disordine faceva sì che molti venissero schiacciati a terra, mentre altri precipitavano spinti giù dai bordi della salita.

In mezzo alla massa brulicante, Krum e i suoi, da codardi che erano, impugnarono spade ed asce e si aprirono la strada colpendo alle spalle i loro stessi uomini, in modo da avanzare il più possibile. Ben presto, però, gli altri maschi se ne accorsero e quello che restava dell'esercito degli aggressori, risparmiato dalla furia delle acque, iniziò a massacrarsi a vicenda seminando mucchi di carcasse sotto gli occhi estasiati delle donne. Fu solo quando quegli animali si furono sfoltiti abbastanza tra loro che Luna diede ordine alle sue guerriere di scoccare a volontà contro quanti rimanevano, sterminandoli senza pietà!

I prigionieri furono fatti assistere a tutto questo e, per le loro giovani menti, cresciute nell'illusione della superiorità maschile e dell'inferiorità femminile, la vista del totale annientamento di quello che credevano che fosse il loro invincibile esercito, che avrebbe sottomesso le donne una volta per tutte, fu la prova definitiva di quello che avevano cominciato a capire dal momento in cui erano stati catturati: che da quel giorno in poi il loro destino e la loro vita sarebbero stati nelle mani delle donne, ormai padrone del futuro, le quali avrebbero regnato incontrastate su tutto ciò che prima loro maschi credevano di controllare con la loro arroganza e la loro violenza. E, sotto i loro occhi, c'era la prova che ogni tentativo maschile di rivolta per imporre la vecchia oppressione sarebbe stato punito senza pietà.

Per le donne quello fu il momento della vittoria e il totale annientamento dei maschi fu il segno che la loro libertà e la pace erano finalmente al sicuro. Quel giorno ci sarebbe stata una grande festa e, da lì in avanti, tutte le terre prima occupate dall'opprimente tribù maschilista, dai monti al mare, sarebbero state nelle mani delle sue donne, fino al giorno precedente schiave e da quel momento in poi padrone del proprio destino. Le donne già libere le avrebbero aiutate a risorgere e avrebbero difeso la loro libertà da qualsiasi minaccia avesse riservato il futuro. Finalmente, tutte sarebbero potute essere felici.

Per Luna il momento più lieto giunse solo quella sera, quando finalmente le sue guerriere tornarono alla fortezza, accompagnate dalle sue figlie e da sua sorella, che da vittime di rapimento si erano trasformate nelle autrici di quel trionfo: per la madre delle due giovani donne non ci sarebbe potuto essere orgoglio più grande.

FINE

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