Alessia troia senza limiti

depravazione totale

Chapter 1 by dana55 dana55

Ne ho conosciute di puttane, di ragazze e donne che pensavano solo al cazzo o alla fica senza avere spazio per altro nella testa se non di creapre di orgasmi, ma come Alessia non ne ho viste mai e probabilmente mai ne vedrò in vita mia.

Ero stato assunto da poco nello store dove lavora. Si tratta di una multinazionale di grande distribuzione al dettaglio ma che non nomino per rispetto all'azienda. Dico questo perché, anche se Alessia ha certamente contribuito con il suo essere troia all'ambiente nel quale mi trovai, di certo la popolazione maschile dell'azienda non si è tirato indietro nel creare una autentica cultura dello stupro e della sottomissione al quale la zoccola di Alessia, e non solo come vedrete, si erano adagiate.

La prima volta che intuì che qualcosa non quadrava fu quando mi misero a lavorare proprio vicino a lei. Stavamo svolgendo il nostro compito, con lei che mi spiegava i segreti del mestiere. Alessia era molto carina, bassina, biondi capelli lunghi, viso tondo. Essendo giovane ed arrapato non potei non notare le sue tettone e il modo in cui muoveva il culo, ma nulla fuori dall'ordinario. Ad un certo punto però, un collega più anziano si avvicinò per controllare il nostro lavoro. La sua espressione era velatamente divertita, come se non fosse lì proprio per fare quello ma pensasse ad altro. Prese da parte Alessia in maniera alquanto rude, tirandola via per un braccio. Io rimasi in disparte me sentii parte della breve conversazione, che fu più o meno così:

"e' così che si lavora, troia? dopo ritorno e se non ti vedo lavorare come si deve ad una cagna come te, sappi me mi t'inculo davanti al ragazzino!"

rimasi ovviamente di sasso a sentire un simile linguaggio, ma non conoscevo né lui né lei quindi rimasi in silenzio; inoltre Alessia, puttana com'è, rispose con un sorriso ed un "Grazie", come se le avessero fatto un complimento.

Continuai la mia giornata di lavoro e mi spostai in un altro reparto. In seguito vidi Alessia che si avviava negli spogliatoi seguendo il collega di prima. Mi tornò in mente la conversazione e decisi di seguirli. Entrarono nei bagni e mi nascosi dietro la porta, senza poter vedere ma sentendo bene le loro assurde parole:

"cosa ti avevo detto, vacca? quando vengo vicino a te voglio che tu mi baci con la lingua, come una puttana!"
"ma c'era quello nuovo" dice Alessia con voce timida.
"Porco D**!" Risponde l'altro alzando la voce. "Non me ne frega un cazzo troia! Ora a quello prima della fine della giornata gli succhi il cazzo e ti fai scopare in fica!

Io strabuzzo gli occhi. Alessia è bella e me la farei volentieri, ma non capito veramente cosa stesse succedendo. La testa mi girava. Lei non rispose o forse lo fece solo con la testa.

"Brava zoccola. Ora succhiami il cazzo che voglio sborrarti nei capelli".

Da lì in poi solo silenzio interrotto da chiari rumori di risucchio. Alessia si dedicò a succhiare il cazzo del tizio per un bel pezzo prima che lui fu pronto a soddisfare la sua voglia e bestemmiando sonoramente fece un bello shampoo ad Alessia.

"Ora mi raccomando tienitela in testa fino a fine turno, puttana. A casa dal tuo cornuto voglio che ci torni con l'odore del mio sperma." Ordinò prima di allontanarsi.

Mi nascosi di fretta dietro agli armadietti. Il tipo andò via ed io, non so nemmeno perché, andai a fare capolino nel bagno per vedere come stesse Alessia. Rimasi di stucco quando la vidi per terra, sul pavimento sporco di piscio, a masturbarsi forsennatamente a cosce larghe, bestemmiando anche lei a denti stretti, con la sborra ancora colante sul viso.

In quel preciso momento cominciai a capire quando puttana potesse essere quella troia, e cominciai a pensare che entro fine giornata molto probabilmente le avrei sborrato in fica anche io...

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