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Chapter 6
by Ximunji
Sarà più forte il desiderio o il dolore?
Tra eccitazione e dolore
Sfiancato dai colpi ma eccitato dall'idea di essere ormai vicino alla possibilità di vincere la scommessa mi alzo in piedi e le dico "dimmi, come vuoi che mi metta?". Lei stupita del fatto che io avessi ripreso a parlare rispose: "mettiti pure appoggiato al tavolo e piegati in avanti". Mi misi subito in posizione convinto che ormai peggio di ciò che aveva fatto finora non avrebbe potuto fare. Lei senza che io me ne accorgessi raccolse i suoi tacchi a spillo che aveva tolto per mettersi i collant e li lancio più forte che poteva in direzione dei miei testicoli. La precisione di quei lanci fu assoluta. Il tacco della scarpa destra mi centrò in pieno il testicolo sinistro sbalzandomelo all'indietro mentre la fredda e dura suola della scarpa sinistra mi impatto a tutta forza sulla parte esterna del testicolo destro provocandomi un piccolo taglio dovuto all'impatto di striscio. Io pur sentendo un'ondata di dolore partire dallo scroto fino ad arrivare allo stomaco e alla gola rimasi lì fermo sul posto...solo un piccolo genito mi sfuggì ma in quel momento nemmeno me ne accorsi. "VENTUNO E VENTIDUE. Vedo che ormai hai imparato a resistere davvero ai miei colpi... chissà magari potresti essere il primo a resistere a tutti e trenta e vincere la scommessa."
Arianna a questo punto aveva capito che la mia determinazione era ferrea e che non avrei mai mollato se non mi avesse proprio devastato con un colpo micidiale. Si fermò a pensare per un attimo poi sentii che si stava spostando da qualche parte ma non vidi dove perchè ero girato di schiena e piegato come mi aveva chiesto lei. Sentii i suoi passi e vidi che era tornata. "Vediamo cosa ne pensi di questi miei nuovi amichetti, iniziamo da...questo, si questo dovrebbe iniziare a rendere i giochi più interessanti ". Dopo questa frase sentii Arianna raccogliere un oggetto ma non lo vidi. Dopo qualche secondo un suono metallico invase la stanza. Io sentii i testicoli allo stesso tempo ritrarsi dal freddo dell'oggetto, che aveva appena impattato su di loro, e distendersi per evitare di nuovo di non reggere alla pressione ed esplodere come un fuoco d'artificio. Ad aumentare il dolore inoltre c'era il fatto che Arianna ancora non aveva slegato i suoi collant dalle mie palle che quindi ai presentavano già tese all'oggetto che le avrebbe colpite. Dolorante mi piegai appoggiando la testa sul tavolo e cercai di vedere cosa mi aveva colpito. Nel momento in cui intravidi l'oggetto stava già arrivando un secondo colpo, assai più devastante del primo, così forte da sbalzarmi in aria di qualche centimetro. Il dolore mi offuscava i ragionamenti ma non fu difficile capire che l'oggetto che stava usando era una specie di termos di ferro. Lo stava usando come una mazza da baseball, con due mani, e le mie palle, proprio come quelle da baseball, venivano colpite senza pietà, al massimo della forza possibile. Io a quel punto non resistetti e caddi a terra per cercare di proteggere i miei testicoli e di riprendere un po' di fiato. "VENTIDUE E VENTITRE. Ti è piaciuto il nuovo giocattolino? Ora vedi di rialzarti altrimenti sarò costretta a calpestarti le palle, e fidati non ti piacerà".
Ricordandomi come era finita la prima volta che non la ascoltai decisi di alzarmi. "Bravo piccolo, sei riuscito a rialzarti, ti sei meritato un bel regalino" disse e subito iniziò a calarsi il vestito nella parte sopra esponendo il reggiseno che tratteneva a fatica quelle sue enormi tettone. Dopo di che fu il turno del reggiseno che venne a sua volta abbassato lasciando alla mia vista le sue perfette tette...una giusta ricompensa dopo tutto il dolore provato pensai. "Ora sdraiati dai che ti voglio fare provare una bella sensazione". Inutile dire che mi sdraiai con una velocità assurda e attesi una sua mossa. Lei si inginocchio e si pose tra le mie gambe. Dopo pochi secondi vidi che si prese in mano la tetta destra, la alzò tirando indietro anche la schiena e poi la sbatté violentemente sulle mie indifese palle che tutto si aspettavano tranne una compressione a quel livello. Il momento successivo la stessa azione venne intrapresa dall'altra tetta che arrivò ad una potenza tale da farmi piegare in due e rovesciare su un fianco tenendomi le palle e massaggiandole per cercare inutilmente di darmi un po' di sollievo. "VENTIQUATTRO E VENTICINQUE. Che c'è credevo ti piacessero le mie tettone? Hai cambiato idea?".
È fatta?
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