Giorgia, l'atleta permalosa

Dannazione, la primavera è uno dei periodi più intensi dell’anno a scuola. Compiti, verifiche, interrogazioni e pagine infinite di roba da studiare.Io poi non essendo un genio sono parecchio indietro e rischio la materia a settembre già ora. Fortuna che Giorgia ha accettato di aiutarmi, ma quanto diavolo è lontana casa sua?

“Gabry ci sei?”

La sua voce mi riporta improvvisamente alla realtà.

“Eh? Ah, cosa? Hai detto qualcosa?”

“Ti stavo chiedendo quali sono argomenti che vuoi ripassare di biologia” mi dice intonando la risposta in una moderata risata.

“Se sei così distratto ci credo che prendi biologia a fine anno” aggiunge poi con evidente sarcasmo.

“Parla la signorina sempre attenta, ma se oggi la Carletti ti ha ripreso almeno due volte a lezione - replico io - e dire che mi sto pure affidando a te per riuscire nella sua materia”.

La su gamba si muove quasi fulminea, istantaneamente mi ritraggo, ma se non si fosse fermata a cinque centimetri dal mio linguine ora non riuscirei a tenermi in piedi.

“Ahahaha paura eh? Così impari a prendermi per il culo” mi dice facendomi la linguaccia.

Non puo neanche immaginare quanto avrei voluto che non si fermasse, che mi avesse preso in pieno, facendomi male, facendomi crollare le ginocchia. Gio ha da sempre questo vizio, la fa con tutti, anche gli sconosciuti talvolta, e per me, amante del dolore alla parti basse, è stato come un colpo di fulmine. Non mi sono innamorato, sia chiaro, ma Giorgia rappresenta, ad oggi, la sensualità a forma di donna. Una donna che ti piacere facendoti male, stringendoti i coglioni.

Lei è la ragazza che più di ogni altra è riuscita a incanalare ogni mio desiderio sessuale, non vi sto neanche a dire quante seghe ci ho speso su di lei.

Arriviamo quindi a casa sua, siamo soli, non c’è nessuno. All’estero per lavoro dice, riferendosi all’assenza dei suoi.

Penso di rimanere incantato nel momento in cui si toglie le scarpe. I suoi delicati piedini sono dolcemente avvolti in due morbidi calzini neri, la sola idea di uno di quei piedini che mi schiacci le palle, o ancora meglio me le calci, mi manda letteralmente in estasi. Già prima avevo visto quei piedini in foto, ma dal vivo non avevo mai avuto il privilegio di osservarli. Goffamente, tento di nascondere L’erezione immediata che ne consegue; ma sono piuttosto sicuro che la noti.

Mangiamo e l’erezione scema ma i discorsi tra noi si fanno più intesi, il nostro primo bacio, cose che odiamo nell’altro sesso e così via. Nel momento in cui finiamo di lavare i piatti scatta qualcosa tra noi, non lo so descrivere, ma sento che se la baciassi lei mi accetterebbe senza remore. Dunque deglutisco, mi faccio coraggio, e appoggio le mie labbra sulle sue; sentire le sue mani, che mi avvicinano piuttosto che allontanarmi, è forse uno dei più bei momenti di gioia che io abbia mai provato.