Continua

《Stai calma! 》mi fa il tizio cercando di liberarsi. Mi sta parlando al femminile? Cosa mi avevano fatto? Dal nervoso lo scaraveto lontano usando solo un braccio. Mi alzo dal letto e guardo il mio corpo simile tutto per tutto a quella di un umana ma con la pelle bianca. Quel modulo, quello che ora è il mio corpo era molto attraente guardato da un lato maschile, con una terza di senso bella soda. Un corpo così sarebbe davvero fantastico, si ma ora era il mio, volente o nolente.
Mi guardai allo specchio incredula... incredulo ancora di ciò che mi avevano appena fatto. Il secondo tizio cercò di aggredirmi, lo colpii in pieno volto spaccandogli forse la mandibola. Si lamentava rabbioso mentre io mi stavo già allontando. Vi erano dei vestiti in fondo lo stanzone, era chiaro che i malviventi avrebbero voluto introdurmi nella cyborg prostituzione, cosa ritenuta eticamente immorale e contro la legge. Infatti solitamente i moduli come il corpo che il mio "essere" trapiantato stava comandando, non sono registrati presso la confraternita robotica e smantellati o riprogrammati. Mentre indossai una maglietta rossa, mutande e jeans nero. Mi rifuitai categoricamente di indossare un reggiseno. Vi era una porta, di legno forse, comunque con un pugno ben assestato la scardinai e riuscii ad evadere da quel posto. Guardandomi alle spalle vidi che ero dentro una sorta di magazzino fatiscente e ricoperto di edera. Al cancello che stava invece difronte a me vi erano due guardie erano da fettere fuori gioco, mi avevano messo in questo corpo ma mai gli avrei permesso di guadagnare schiavizzandomi. Se tutta la mia memoria sarebbe stata persa avrebbero potuto inserire in me le leggi robotiche e io non sarei stata... cristo! stato in grado di nuocere a nessuno! Invece sapevo chi ero, o meglio, pensavo di sapere chi ero quando avevo un corpo umano. Mi chiedevo se era veramente il mio "io" o un programma che lo simulasse, ero davvero confuso ma non era quello il momento. Afferrai il primo dalle spalle e gli sferrai un calcio sul ginocchio. Questo cadde in terra. Io lo afferrai come scudo umano e quando il secondo tizio prese a sparare i colpi presero il suo collega. Afferrai l'arma di quello che stavo tenendo e risposi al fuoco uccidendo l'altro. In fine ruppi il collo all'ultimo rinasto e me ne andai.