Sì, ma prima ti sistemi

Il ragazzo stende la coperta a terra e la piega a metà: è abbastanza grande e quindi puoi stenderti sopra e anche coprirti. E' servizievole e ti dice "Stenditi qui sopra, così starai al caldo. Qui fuori di notte fa freddo e a volte anche piove".

Non c'è cielo da pioggia, ma anzi vedi una bella notte stellata sopra di te, solo che anche se ti sforzi non riesci a riconoscere le stelle: ma dove si troverà questo maledetto Labirinto? Ti metti distesa sulla coperta che lo schiavo ti ha preparato e ti sfili i sandali e ti togli le spille che ti tengono su il vestito perché tanto da distesa non ti servono e ti farebbero solo dormire scomoda. Non hai paura che lo schiavo provi a farti qualcosa, infatti ti fidi e sai che è un fuggiasco e che ha bisogno di stare con te ormai.

Ti rannicchi su un fianco e ti copri bene con la morbida coperta. Accanto a te non c'è abbastanza spazio per un'altra persona, ma per fortuna lui si adatta e si accuccia ai tuoi piedi coperto con quel lembo che resta della coperta. Sollevi un poco le ginocchia per farcelo entrare meglio e poi ti rilassi finché non poggi i tuoi piedi contro la sua schiena e premi un poco finché non stai comoda.

Quando ti sei sistemata cedi alla curiosità e chiedi al ragazzo "Come ti posso chiamare? Voglio dire, con che nome?". Lo schiavo risponde ubbidiente "Come vuoi, padrona Iris. Ora sono tuo e puoi decidere tu come chiamarmi se vuoi chiamarmi in qualche modo". Avevi già letto che gli schiavi come lui non hanno nomi, ma sorridi lo stesso eccitata dal potere che senti di avere e gli prometti "Ci penserò: voglio darti proprio un bel nome". E lui è contento quando ti dice "Grazie, padrona".

Sei esausta e non resisti molto, perché in breve, nel caldo abbraccio della coperta, cadi vinta dal sonno tra il respiro ritmato del ragazzo sotto i tuoi piedi ed il silenzio del giardino rotto solo dal rumore del vento tra le foglie e dallo scorere delle acque della sorgente.