Lei rientra, ha delle cose da dirmi

Sono le undici mezza quando rientra, io nell'attesa mi ero assopito sul divano.
Sento la serratura che scatta e vado nell'ingresso.
Lena e lì con la borsa in mano.
Ha gli occhi un po' rossi, come se avesse appena smesso di piangere, i capelli sciolti.
Li aveva legati quando è uscita.
Il suo vestito a fiori è sgualcito, mi chiedo dove abbia passato tutta la giornata.
La osservo, mi trattengo dal dire qualunque cosa perchè sento che potrei facilmente straparlare.
E poi e lei che deve dirmi qualcosa, penso fra me me.

Mi guarda per un attimo, poi abbassa lo sguardo e posa la borsa.
La seguo in corridoio, con calma.
Esce dal bagno dopo dieci minuti, ha un'asciugamano attorno al corpo, i capelli bagnati raccolti con una molletta.

"Lena, ma che è successo?" Le chiedo mentre manda giù un bicchiere d'acqua tutto d'un fiato appoggiata al mobile della cucina.
"Stai bene?" Aggiungo, incapace di mascherare una certa ansia.

Lei si volta, prima annuisce, poi scuote la testa e comincia singhiozzare.
Mi ferma con una mano sul petto quando mi avvicino per abbracciarla.

"Aspetta Paolo, ci sono delle cose che ti devo dire prima..."Balbetta.
Si ferma, prende fiato, si asciuga gli occhi con le dita. Le è rimasto ancora un po' di trucco che prima la doccia, ore le lacrime stanno sciogliendo.

Io resto stordito, faccio un passo indietro.
Ho il groppo in gola, vorrei incalzarla e chiederle cosa deve dirmi, ma non ce la faccio.
Aspetto.

"Non ti ho raccontato tutto di me..."Comincia con voce roca"... ha che fare con il mio lavoro..."Prosegue fissandomi negli occhi. "C'è una cosa che ti ho tenuto nascosto fino ad adesso... L'ho fatto perchè... Io ti amo, devo dirtela... Se vorrai ancora che ti sposi dopo, ti dirò si con tutto il cuore."

La frase mi rianima, le prendo la mano, ma lei si divincola, si allontana.
Mi da le spalle, appoggiata alla credenza.