Le due se ne vanno

Senti le due ragazze allontanarsi sulle loro cavalcature e ti rilassi. Sei stanca e sudata, ancora un po' stordita dal piacere che hai provato, ma sei divisa. Da una parte sai che quello che è successo allo schiavo laggiù è stata colpa tua che gli hai teso quella trappola e lo hai fatto svenire: se non fosse stato per te lui sarebbe ancora in giro per il labirinto ad inseguire la pallina della sua cacciatrice. Ma dall'altra parte non ti senti nemmeno un po' in colpa, ma anzi eccitata e appagata da quello che è successo, dalla visione di femminilità splendida, potente e terribile che le due ragazze hanno offerto. E questo ti fa vergognare.

Ti riprendi da questi pensieri e ti accorgi che è da un po' che il tuo schiavo è in adorazione ai tuoi piedi e te li sta baciando e massaggiando attraverso i sandali. Sorridi e pensi che in fondo lui è stato l'unico ad aver goduto solo a metà e che quindi gli puoi perdonare questa sua iniziativa non richiesta. Anzi, ti accorgi che la situazione di dominazione ti piace molto più di quanto avresti mai pensato.

Lo lasci fare per un po' e quando ti sei ripresa ti alzi in piedi e gli ordini di alzarsi anche lui. "Manca ancora molto all'arrivo?" gli chiedi e lui annuisce e risponde di sì. Lo immaginavi, quindi ti affacci ancora una volta oltre quell'angolo del corridoio e vedi il corpo immobile dell'uomo soffocato dalle due cacciatrici ancora lì, possente e umiliato.

Ti fa un po' pena, anche perché sei stata tu a colpirlo per primo, e così dici alla tua guida "Resta qui e non ti muovere. Prendo un attimo questi" e sfili dalla borsa il tubo di ferro e la corda. Credi che devi almeno andare da quella povera bestia a vedere se è ancora vivo, ma se fosse una trappola? E se fosse vivo e ti assalisse appena aperti gli occhi? Stai per fare il primo passo ma sei indecisa.