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Chapter 3 by Esseremicidiale02 Esseremicidiale02

Capitolo 3

Inutile Resistenza

Yael si ritrovò in missione con il suo collega David Shimon, stessa età ma molto più arrogante, stavano guidando il gruppo per entrare in una casa segnalata come nemica per capire se all’interno ci fossero miliziani.

David disse “Non capisco perché ti abbiano mandato con me. Pensi di far paura a qualcuno con quei... trucchetti?" Yael: "Non penso di fare paura. Preferisco che non abbiano tempo di pensare a niente." David: "Sì, certo. Intanto lascia fare a chi sa come gestire le cose." Yael rispose fredda "Lascerò fare a te quando sarà il momento di spiegare i tuoi errori al generale." David rise nervosamente “Ah, hai una lingua affilata, ma vedremo quando incontreremo qualche 'eroe' di Hamas." Yael: "Davvero? Allora avanti, guida il gruppo, vediamo quanto resisti sotto pressione."

Yael indossava la sua giacca verde oliva con le maniche leggermente rimboccate, rivelando polsi sottili ma ben definiti, segno di disciplina. I pantaloni aderenti erano infilati con precisione nei suoi stivali militari neri lucidi, consumati sulla suola ma perfettamente mantenuti sulla parte superiore. Quegli stivali, forti e decisi, riflettevano l’attenzione ai dettagli di Yael e la sua determinazione a dimostrare di essere all’altezza, o meglio, superiore ai suoi colleghi maschi. Una macchia di polvere sull'orlo sembrava quasi una decorazione volontaria. Al fianco, un coltello fissato in una fondina, affilato e pulito. David, al contrario, aveva un’aria trasandata. La sua giacca sembrava troppo larga e male chiusa, i suoi stivali polverosi e graffiati come se fossero un’estensione del suo atteggiamento disordinato. La cintura non era del tutto allacciata, un dettaglio che Yael notò con un’occhiata furtiva ma critica. Portava il fucile con un’aria da esibizionismo, più come simbolo di potere che come vero strumento di protezione.

Raggiunsero una casa semi-crollata ai margini di un villaggio spettrale nella Striscia di Gaza. I muri grigi erano crivellati di buchi, con frammenti di intonaco che pendevano dalle travi spezzate. Alcuni brandelli di tessuti sventolavano al vento, probabilmente resti di tende o vestiti di chi viveva lì. Yael e David avanzarono, tenendo i fucili d’assalto M16 ben visibili e puntati davanti a loro.

David: "Non c’è nessuno, scommetto che è un’altra caccia al fantasma."

Yael sussurra: "Se è un fantasma, sarà il tuo. Preparati."

Entrarono lentamente, con i passi pesanti di stivali che risuonavano sul pavimento coperto di calcinacci. Nelle stanze semibuie c’erano segni di vita recente: resti di cibo, una coperta ammucchiata, ma nessuno in vista.

Improvvisamente, dal fondo della sala, tre figure emersero: Omar, Mohamed e Layla, due ragazzi e una ragazzina palestinese.

Omar e Mohamed, alti e muscolosi, non esitarono. Appena Yael e David entrarono nella stanza principale, i fratelli si fiondarono contro di loro.

Omar afferrò rapidamente il fucile di Yael, strappandoglielo dalle mani e gettandolo a terra

Mohamed lo seguì, cercando di metterla a terra, ma Yael reagì con una velocità fulminea: si scagliò con un calcio mirato prendendo in pieno i suoi testicoli. Nel frattempo, Layla affrontava David con una determinazione feroce. Si muoveva con agilità, avvicinandosi abbastanza da afferrare il fucile di David e sbatterglielo a terra, lasciandolo completamente spiazzato.

Layla sferrò un calcio alle palle con i piedini nudi che lo fa urlare. A causa della cintura slacciata, il giovane ragazzo, rimase in mutande e lei ne approfittò per un secondo calcio ancora più forte.

Il pugno di Layla colpì i gioielli di David con una precisione spietata, come se avesse studiato l'arte della sofferenza. Il suono del contatto era secco e devastante, un'eco di dolore che sembrava risuonare nella stanza. David si piegò in due, le ginocchia cedevano sotto il peso del suo stesso corpo, mentre un urlo strozzato gli uscì dalla gola. La sua faccia diventò paonazza, gli occhi spalancati per il dolore e la sorpresa. Rimanendo a testicoli nudi.

Layla, la diciottenne palestinese, era una figura snella e agile, con i capelli scuri legati in una coda di cavallo e gli occhi verdi che brillavano di determinazione. I suoi piedi nudi, piccoli e delicati, erano sporchi di polvere e terra, ma sembravano non essere affatto danneggiati dalle rocce e dai detriti che ricoprivano il pavimento. Le sue dita dei piedi erano lunghe e sottili, con le unghie tagliate corte, e sembravano essere state addestrate a muoversi con grande agilità e precisione.

Mentre Layla continuava a godersi la vista di David riverso a terra, Yael approfittò della distrazione per scattare verso le scale, i suoi stivali pesanti risuonavano sulle piastrelle mentre saliva al piano di sopra. Omar e Mohamed, nel frattempo, si ripresero dalla sorpresa e la inseguirono, le loro voci che riecheggiavano nella casa mentre la incitano a fermarsi in Arabo.

Mentre sale le scale, Yael ascoltava attentamente i passi pesanti di Omar e Mohamed. La sua mente lavorò velocemente, calcolando la distanza e il tempo necessario per raggiungere la stanza di sopra. Non appena mise piede nel corridoio, si girò verso destra, dirigendosi verso la prima porta. La aprì con un gesto rapido e si infilò dentro, richiudendola alle sue spalle. Omar e Mohamed arrivarono pochi secondi dopo, ansimando pesantemente per la fatica.

Yael si girò verso di loro, i suoi occhi lampeggiavano di determinazione mentre si preparava a fronteggiarli. Omar, il più alto dei due, fece un passo avanti, la sua mano destra si stringeva in un pugno mentre si avvicina a Yael. Ma prima che potesse reagire, Yael scattò in avanti, il suo piede destro si alzò in un arco perfetto, calciando con violenza le noci di Omar. Mentre si accasciava a terra, stringendosi i testicoli tra le mani, Mohamed si mosse verso Yael con unghie strette e occhi furibondi. Ma lei era pronta, calcolò com velocità fulminea cosa fare. Il suo piede destro si alzò in un arco perfetto, il tacco dello stivale nero lucido si abbassò con precisione chirurgica verso i testicoli di Mohamed.

Mentre i due erano a terra, Yael li lasciò a testicoli nudi, per continuare a calciarli con un ritmo metodico e spietato. Il suono dei calci echeggiava nella stanza, un ritmo di dolore e sofferenza che sembrava non avere fine. Omar e Mohamed si contorcevano a terra, le loro facce paonazze per il dolore, le bocche spalancate in un urlo silenzioso. La ragazza israeliana si chinò leggermente in avanti, le sue ginocchia leggermente piegate, mentre continua a calciare i testicoli dei due uomini. Gli stivali colpirono con forza i testicoli di Mohamed, il suono sordo e squallido riempì la stanza. I suoi occhi si riempirono di lacrime istantaneamente, mentre il suo corpo si contorceva dal dolore. Yael non si era ancora fermata, continuando a calciare con forza, nonostante i loro corpi già strisciavano disperati a terra. I suoi stivali neri erano sporchi di polvere e sangue.

Nel frattempo Layla si divertiva con David, i suoi piedi nudi danzavano leggeri sul pavimento, mentre i suoi occhi verdi brillavano di sadismo. Con un gesto rapido, sollevò il piede destro e lo fece atterrare con precisione sui testicoli di David, che emise un gemito soffocato. Il piede di Layla era piccolo e delicato, ma sembrava avere una forza sorprendente. Layla rise sommessamente, un suono musicale che riempì la stanza, mentre David sentiva solo dolore.

Al piano di sopra I due uomini erano ancora sdraiati a terra, i loro corpi contorti dal dolore, mentre Yael sembrava non avere pietà. "Perché continuate a resistere?" disse Yael, con un sorriso beffardo. "Non vedete che è inutile?" Afferrò i testicoli di Omar con la mano destra. La sua presa salda e decisa, come se stesse stringendo un oggetto fragile ma pericoloso. Con un movimento rapido e preciso, iniziò a torcere i testicoli di Omar, mentre con l'altra mano si slacciava lo stivale destro. Il suono della fibbia che si apriva echeggia nella stanza, seguito dal rumore dello stivale che cadeva a terra.

La presa di Yael sui testicoli di Omar si strinse, le sue dita affondarono nella morbida carne. Il viso di Omar si contorse per il dolore, gli occhi li lacrimavano mentre emetteva un basso gemito. Mohamed, ancora strisciando sul pavimento, cercava di allontanarsi lentamente, ma lo stivale lanciato di Yael lo fermò di colpo facendolo svenire. Con un rapido calcio, lo fece cadere di nuovo sul pavimento, i suoi gemiti si unirono a quelli di Omar.

Mentre Yael continuava a stringere i testicoli di Omar, il suo piede destro, libero dallo stivale, si misse leggermente in avanti, come se stesse cercando di trovare un nuovo bersaglio. Il piede nudo di Yael era una visione di eleganza e forza, con le dita lunghe e sottili che sembravano essere state scolpite da un artista. Le unghie dei piedi erano dipinte di un azzurro acceso, che sembrava brillare nella luce debole della stanza. Con un movimento rapido e preciso, Yael sollevò il piede destro e lo fece atterrare con forza sui testicoli di Omar, che emise un suono sordo e squallido. Il piede nudo di Yael sembrava avere forza sorprendente, e il colpo era così preciso che sembra quasi operatorio. Infine Omar svenne di fianco al fratello. Yael pensò “cavolo, devo averli fatto esplodere un testicolo”.

Layla, al piano di sotto, si chinava leggermente in avanti, i suoi occhi verdi brillanti di malizia. Il suo viso era a pochi centimetri da quello di David, che giaceva a terra, contorcendosi per il dolore. "Sei un soldato stolto" disse Layla, la sua voce bassa e sprezzante. "Non riesci nemmeno a proteggerti da una ragazzina palestinese". Abbassò la testa e, con un movimento rapido, gli morse i testicoli. David urlò preso dal panico e dal dolore, la sua voce echeggiava in tutta la casa. I denti di Layla affondavano più a fondo nella sua carne e riusciva a sentire il sangue caldo che le filtrava in bocca. Nel frattempo, Yael aveva finito con Omar e Mohamed, entrambi sdraiati, privi di sensi. Rivolse la sua attenzione a Layla e David, che erano ancora impegnati nella loro lotta brutale. Scese di sotto e mentre Layla era distratta nell’infliggere dolore la fece svenire con un colpo in testa.

David con le poche forze che li rimanevano, infuriato nero, si avvicinò verso il fucile dicendo “io questi cani arabi li ammazzo tutti” Yael urlò “David no!” In un istante, Yael si buttò tra David e il fucile, usando il suo corpo come scudo. Con un secco calcio, colpì David nei testicoli, facendolo urlare di dolore e piegare in due. Yael afferrò il fucile e lo buttò a terra, lontano dalla portata di David, che svenne.

Yael sputò in bocca a David mentre si addormentava, dicendo: "Spero che questo ti serva per ricordarti che non sei niente senza le tue armi. Non sei niente senza il tuo fucile. Sei solo un soldato stupido e arrogante. Non sei migliore di nessuno di noi."


Yael uscì dalla casa, il sole abbagliante la colpiva in pieno volto, ma lei non batté ciglio. I suoi passi erano decisi, il petto gonfio di orgoglio. Dietro di lei, Omar, Mohamed e Layla, ancora privi di sensi, venivano trascinati dai soldati, mentre David, ancora svenuto, veniva portato a spalle da due commilitoni.

I soldati, che fino a pochi minuti prima erano pronti a intervenire, ora potevano solo guardare Yael con ammirazione e rispetto.

Mentre stavano tornando alla base, Layla si riprese e si guarda intorno, spaventata e disorientata. I suoi occhi verdi cercarono di mettere a fuoco le figure dei soldati che la circondavano, e poi si fermarono su Yael, che la sta osservando con un'espressione di calma determinazione. Layla deglutì, cercando di ricordare cosa fosse successo, e poi si rese conto di essere stata portata via dalla casa dove aveva lottato contro David.

Yael si avvicinò a Layla, che era ancora disorientata e spaventata. Le mise una mano sulla spalla e disse: "Shh, va tutto bene. Ora sei al sicuro". Layla alzò lo sguardo verso Yael, i suoi occhi erano pieni di paura e confusione. L'espressione di Yael era calma e determinata, e Layla iniziò a rilassarsi un po', Yael la rassicurò ulteriormente dicendo che finché ci sarà lei, la sua famiglia verrà protetta e tutti avranno un equo processo.

Nel frattempo, David iniziò a muoversi, riprendendo lentamente conoscenza. Gemette e si strofinò la testa, cercando di ricordare cosa era successo. Vide Yael in piedi sopra Layla, e si rese subito conto di essere in una posizione vulnerabile. Gli sguardi di Yael e David si incrociarono, e per un istante, sembrarono sfidarsi in un duello silenzioso. David, ancora dolorante per il colpo ai coglioni, cercò di mantenere un'espressione neutra, ma gli occhi di Yael sembravano vedere oltre la sua maschera. Lei lo fissò con un'intensità che fece sentire David a disagio, come se stesse leggendo i suoi pensieri più intimi. David fece finta di nulla, cercando di nascondere la sua vulnerabilità dietro un velo di indifferenza. Yael si avvicinò a lui e li chiese “compagno, chi sono io per te?” David deglutì, cercando di trovare le parole giuste. "Sei... sei la mia padrona", rispose, la sua voce bassa e rispettosa. "Sei la donna più forte e più intelligente che abbia mai incontrato. Sei la mia superiore, la mia mentore, la mia... la mia tutto". Yael alzò un sopracciglio, sorpresa dalla sincerità di David. "Ottimo, più tardi deciderò che farne di te", disse, la sua voce bassa e seducente. Non vedevano tutti l’ora di tornare alla base.

Capitolo 4

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