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Chapter 12 by AreaVegetable AreaVegetable

What's next?

In sala parto

La Dr.ssa Katia, una esperta ginecologa sulla 50ina,avvisata dell'urgenza, raggiunge la sala di Triage. Alla vista dell'uomo non riesce a trattenere le risate e anche lei tira fuori il cellulare scattando foto e addirittura si scatta un selfie.

Infilato un paio di guanti, inizia a tastare i coglioni del ragazzo, afferrandoli saldamente e ruotandoli più volte su se stessi.

Mario preoccupato si rivolge a Svetlana chiedendo <<qui trattate anche gli uomini, non solo donne, giusto? >>. Svetlana risponde <<in 20 anni che sono qui questa è la prima volta che vedo la dottoressa visitare un uomo, anzi non ho mai visto un paziente maschio entrare qui dentro >>. Mario guarda senza parole la dottoressa completare la visita: con un martelletto ortopedico colpisce uno alla volta entrambi i testicoli con una forza tale da provocare un appiattimento completo di entrambe le sfere, che lentamente riassumono la forma tondeggiante. Afferra poi tra indice e pollice il pisellino del ragazzo e si rivolge a Ludmilla chiedendo se è sempre stato di quelle dimensioni microscopiche. Ludmilla risponde <<Sì dottoressa, anche più piccole dopo eiaculazione>>. La dottoressa non trattiene una risata, al termine della quale dice <<Va bene, portatelo in sala operatoria , bisogna drenare l'ematoma testicolare>>.

Una giovane infermiera la interrompe e dice <<Scusi dottoressa ma la sala operatoria è chiusa, è il giorno di Natale>>.

<<Ah dimenticavo, bene portiamolo in sala parto>>. Esclama la dr.ssa Katia.

<<ma è piena, ci sono già 6 partorienti, dove lo mettiamo? >> ribatte l'infermiera indicando con una mano le malconce gonadi del ragazzo .

<<Non mi interessa, mettetelo in sala parto, deve essere operato, a costo di doverlo appendere per le palle al soffitto >> risponde la bella dottoressa adirata.

Ecco che 2 ostetriche, poco più che ventenni svestono completamente il ragazzo e gli infilano un camice ospedaliero. Marco è poi spostato su un lettino ostetrico con due divaricatori per le gambe che lo obbligano a mantenere le gambe sollevate e divaricate di 160°. Il camice ovviamente lascia scoperta tutta parte inferiore del corpo, che sarà teatro dell'intervento chirurgico.

<<Togliete questo camice, incompetenti, non è una gravida, deve andare nudo in sala operatoria. >>

Mario si congeda tristemente dal ragazzo denudato e simpaticamente gli stringe la mano, e lo osservandolo mentre varca la soglia della sala parto.

<<Andiamo palle mosce, torniamo dalle nostre famiglie che è Natale >>gli urla Ludmilla.

In sala parto sei partorienti, urlanti per il dolore, giacevano su altrettanti lettini in posizione ginecologica, una di fronte all'altra. Le loro vagine già dilatate si preparavano ad espellere la testa dei neonati .

Allo spalancarsi della porta della sala, tutte le donne si voltano verso di essa, continuando a lamentarsi. Alla vista dei 2 piedi divaricati, tutte pensano <<ecco un altro parto in urgenza il giorno di Natale >>. Ma man mano che il lettino entra nella sala le donne si rendono conto che quelle gambe muscolose e pelose non potevano appartenere ad un esponente del genere femminile. Tutti i dubbi sono fugati quando alla radice delle cosce appaiono due rigonfi testicoli, rossi come pomodori, alla cui cima riposava comicamente il micro pene del ragazzo. I versi di dolore si interrompono improvvisamente e tutte le donne in coro iniziano a ridere a crepapelle. Le dottoresse e le ostetriche si girano incuriosite e alla vista dei traumatizzati genitali maschili iniziano a ridere anche loro. Una partoriente dice << dicono che un calcio nei gioiellini di famiglia sia più doloroso del parto, non oso immaginare cosa stia provando il ragazzino lì giù >>.

Marco viene parcheggiato tra 2 gestanti ancora incosciente. Purtroppo lo spazio è così ristretto che è completamente attaccato alle 2 donne , che però a differenza sua avevano mantenuto il camice nella parte superiore del corpo.

Marco si risveglia completamente nudo, su un lettino di terapia, e guardandosi attorno vede le donne di fianco a lui giacere in questa posizione strana. Capisce di essere in ospedale, probabilmente in una terapia intensiva, ma non sa bene dove si trova. Prova grande vergogna nel constatare che a differenza delle signore di fianco lui non era stato coperto da un camice, ma il dolore testicolare è così forte da togliergli il respiro e far passare la nudità in secondo piano.

Con un filo di voce chiede alle compagne ultraquarantenni di fianco a sé <<dove siamo? Chi siete? >>.

Le donne tra una contrazione e l'altra si presentano <<io sono Marilù>> dice la corpulenta mora e <<io sono Lucrezia piacere di conoscerti >> esclama l'esile bionda . Marco le sorride estasiato, sono entrambe molto carine, e sotto i camici sottili si intravedono le grosse mammelle, rigonfie di latte, con capezzoli turgidi. Il suo pene risponde iniziando ad indurirsi.

<<Siamo in una sala parto, tu come mai sei qui? >> chiede la mora spigliata.

Marco le sorride e chiede inebbetito <<cos'è una sala parto?>>.

Le 2 donne si guardano dubbiose

Lucrezia dice a Marilù, indicandole il pisellino <<Forse è ancora troppo piccolo per capire, non sa come nascono i bambini >>

Marilù risponde seccata <<ma ti sei rincoglionita? , non hai visto le palle che ha, avrà almeno l'età di mio marito, forse ha avuto un incidente lì in basso e lo hanno trasferito qui in urgenza >>

Ascoltando il dialogo delle 2 donne Marco ritorna in sé e ripercorre mentalmente quanto accaduto dopo l'incidente dell'aspiratore. Il flusso di coscienza è interrotto da un urlo straziante di dolore, emesso da una donna davanti a lui. Sollevando di poco la testa dal cuscino rimane a bocca spalancata e incredulo ai suoi occhi. Una donna completamente nuda dalla vita in giù, con un tondeggiante pancione, giaceva con le gambe divaricate di fronte a lui. La sua vagina, perfettamente depilata, rigonfia ed arrossata, si stava dilatando. Ad un certo punto le grandi e piccole labbra si dischiudono candidamente per lasciare intravedere il vertice di una testolina.<<Presto sta uscendo >> e subito una schiera di dottoresse ostetriche e infermiere oscurano la vista al giovane ragazzo, che per un attimo aveva assaporato il miracolo della vita.

Nel frattempo anche le 2 gravide di fianco a lui avevano iniziato la fase finale del travaglio e le doglie aumentavano sempre di più. Due ostetriche si avvicinano a loro da ciascun lato e prendendole per mano dicono <<quando arriva la contrazione stringi la mia mano e spingi più che puoi >>. E così le donne con tutta la forza afferano la mano delle loro assistenti e la stringono con forza smisurata. <<Ehiiii questa mi rompe le dita, dopo non posso più lavorare >> dice l'osterica di Marilù alla collega. <<Lei invece non ha molta forza ma le sue unghie mi lacerano la carne, non possiamo rischiare, diamole le ANTISTRESS>>. Le 2 ostetriche si allontano per un attimo, tornando subito dopo con 2 palline di silicone rosa con un display elettronico riportante la forza esercitata . <<Ecco, utilizzate queste per scaricare la tensione e respirate profondamente >> Le gravide afferrano i dispositivi iniziando a stringere come spiegato .

Marco aveva capito di essere stato ricoverato nel posto sbagliato e raccogliendo tutte le energie rimaste cerca di slacciare le cavigliere che gli impedivano di chiudere le gambe. Finalmente libero si alza in piedi sul lettino con l'intento di saltar giù e fuggire. Sfortunatamente l'uomo nudo suscita grande clamore, risate e commenti sulla sua scarsa dotazione, da parte delle partorienti estasiate. Questo attira l'attenzione delle infermiere e in particolare della caposala, che subito gli si pone davanti bloccandogli la via di fuga. La caposala era una mastodontica signora sulla sessantina, ex combattente di lotta Greco-Romana, campionessa femminile dei pesi massimi. L'energumena brandedo 2 grosse siringhe di anestetico si avvicina guardandogli i genitali e dice <<Dove pensi di scappare piccolino ? Fai il bravo bambino e fatti fare la punturina >>. Marco vedendo le 2 grosse siringhe dirigersi a gran velocità verso i suoi testicoli, tira un calcio in faccia alla caposala colpendola violentemente. La corpulenta signora è solo lievemente stordita, posa le siringhe sul tavolino e si rimbocca le maniche del camice dirigendosi verso il ragazzo. Marco spaventato si gira di scatto cercando la fuga dalla parte opposta del lettino. Così facendo dispiega completamente le sue nudità alle donne in travaglio di fianco a lui, entrambe scoppiano a ridere guardando il pisellino del ragazzo dimenticando per un attimo i dolori del parto. Pochi secondi dopo entrambe sono colte da una violenta contrazione e stringono le palline di silicone defornandole a tal punto da farle scoppiare. Sul display elettronico l'energia segnata è >9000 N/m2. <<OH no, erano gli ultimi due dispositivi che avevamo in reparto e adesso? >> chiedono le ostetriche alla caposala? <<Adesso faranno esercizi su attributi più naturali >> replica la caposala dopo aver sputato del sangue per terra. E così facendo atterra il ragazzo colpendo da dietro ai legamenti posteriori delle ginocchia. Il ragazzo cade in ginocchio davanti alle 2 donne, che alla vista del pisellino del ragazzo non trattengo risate indicandolo e dicendo << con quell'affarino non soddisferà mai una donna, è la prima ed una volta che vede una sala parto >> . Serrando una presa d'acciaio attorno alle braccia e al collo del ragazzo la caposala le dice <<Forza ragazze! quando sentite la contrazione afferrate le palline e stringete più che potete>> Le 2 gravide si guardano e con un sorriso di complicità si rivolgono verso i gonfi testicoli del ragazzo dicendo <<beh se il pisellino è quella di un neonato almeno le palline sono da ometto >> dice Lucrezia e con dolcezza prende in mano il testicolo sinistro del ragazzo, giocherellando e facendolo sobbalzare sulle unghie affilate. Marilù afferra immediatamente la pallina di destra come fosse un mandarino e inizia a spremerlo energicamente. Marco si rivolge alla caposala supplicandola di lasciarlo andare, ma la donna gli risponde freddamente << Mi dispiace caro, avresti dovuto pensarci prima, ora le mie ragazze hanno bisogno di te... O meglio delle tue palline >>. Terminata la frase le donne sono colte da un'altra violenta contrazione e stringono i testicoli di Marco con violenza. "Crunch" il testicolo destro è il primo ad emettere un suono preoccupante, subito dopo "Splosh"le unghie di Lucrezia affondano del testicolo sinistro compromettendone l'integrità. Marco eiacula sangue rosso vivo, imbrattando i camici delle donne di fronte a lui, svenendo subito dopo.

<<Sveglia giovanotto, sono la dottoressa Katia>> Marco apre gli occhi a fatica, vedendo davanti a sé un viso familiare. <<Ho controllato i tuoi piccolini, sono messi proprio male.... Hai un brutto caso di trauma testicolare. Adesso procederó con un po' di anestesia e dopo dreneró il sangue raccolto negli involucri testicolari. Infine lasceremo seccare il tutto e se tutto va bene andrai a casa come nuovo , ok? >>

Marco rasserenato dalle parole della dottoressa, riprendendo un po' di vigore virile si guarda intorno. Non aveva mai visto così tante vagine in una sola volta. Nei letti di fronte a lui altre 2 donne giacevano con le gambe divaricate in vari stadi di dilatazione vaginale. Tutti quegli stimoli insieme alle mammelle voluminose delle donne di fianco a lui, i cui organi sessuali sfortunatamente non erano visibili, provocano in lui una forte erezione, che non passó inosservata alle gestanti ricoverate, né alla drssa Katia.

<<Lo prendo per un sì >> e subito dopo la dr.ssa Katia pianta 2 voluminosi aghi nel sacchetto esposto del ragazzo. <<Aaaaaaaaaahhhhhhhhiiiiiiiiiiieeeeee>> urla il ragazzo con voce acutissima. Il pene si affloscia comicamente raggiungendo le dimensioni di 3 cm.

<<Su Su, dai, sei l'unico uomo della stanza, tira fuori le palle, o meglio, ora te le tirerò fuori io per il drenaggio, questa è solo l'anestesia. >> detto questo Katia rivolgendosi all'infermiera le chiede di porgerle il bisturi. Con la mano ferma compie due piccoli taglietti sulla cute scrotale come se fosse un kiwi maturo e lascia uscire il sangue accumulato. <<Aspira per favore >> ordina risoluta.

Le donne di fianco a lui ridono a crepapelle. L'aumento della pressione addominale con le risate favorisce la spinta del parto e a Lucrezia dà alla luce un bel maschietto. <<Già fatto?! BRAVA LUCREZIA, auguri! >> E guardandogli il pisellino dice <<è un bel maschietto>>dice l'ostetrica tagliando il cordone ombelicale, lo pulisce e lo consegna alla mamma sussurrandole <<Pensa il suo pisellino è più grande di quello del ragazzo di fianco >>.Lucrezia scoppia dalle risate, cacciando fuori anche la placenta. Dopodiché scopre il seno prosperoso e inizia ad allattare il suo bambino.

Marco che aveva assistito alla scena e aveva sentito il commento sulla sua" dotazione " e si volta nauseato verso l'altra donna che invece spingeva con fatica e urlava dal dolore. Il grasso pubico della donna in sovrappeso ostacolava la fuoriuscita del bambino.

L'ostetrica le grida <<spingiiiii>>

Katia nel frattempo aveva completato i 2 taglietti e drenato il sangue, cercava di far uscire dallo scroto le 2 sferette, così da coagulare e far seccare eventuali vasi sanguinanti. La fuoriuscita dei testicoli dalla sacca era ostacolata dal gonfiore residuo e quindi Katia allo stesso modo aveva iniziato a gridare a Marco <<spingiiii>>.

Marco e Marilù gridavano entrambi con forza, per ragioni anatomiche differenti, ma con la stessa tonalità acuta di voce.

Finalmente la donna dà alla luce un bambino, e subito dopo ne segue un altro. <<Sono 2 gemelli >> grida l'ostetrica che la seguiva.

Allo stesso modo, con due sonori "plop" Marco partorisce i suoi testicoli. La dr.ssa rivolgendosi scherzosa alla donna dice <<anche qui 2 gemellini >>.

Marilù stanca per lo sforzo ricade nel letto con una risata liberatoria.

Per Marco invece I dolori sono appena iniziati poiché i suoi testicoli sanguinano in più punti e vanno cauterizzati. Così Katia chiede all'infermiera <<Bisturi ettrico>>.

<<Ecco dottoressa >> risponde l'infermiera di sala, che rivolgendosi ragazzo dice <<Fermo fermo caro, questo potrebbe bruciare un po' >>

"Bzzzz bzzzzzz bzzzzz" la dottoressa Katia coagula in più punti la capsula testicolare e Marco urla a squarciagola dal dolore strappandosi i capelli con le mani. <<forse andava fatto in anestesia generale>> dice sogghignando Katia.

"" Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz" <<e con questo l'emorragia è risolta e le tue palline sono come nuove, ora le lasciamo per una mezz'oretta all'aria e poi le rinfilo nel sacchetto, va bene caro? >>

Marco giaceva sul letto ormai incosciente, e la vista dei suoi lucidi e splendenti testicoli, denudati dai loro involucri fisiologici, aveva suscitato nelle donne risate, piacere e allegria. E tutte erano riuscite a partorire senza complicanze. Addirittura la scorbutica caposala rivolgendosi a Katia dolcemente le chiede <<possiamo ospitare un trauma testicolare in ogni seduta di parto ? >>. <<Chiederò in direzione cara, è la prima volta che un uomo viene operato in questo ospedale, e ti confesso che io stessa non lo avevo mai fatto, sto improvvisando un mix tra esperienze sessuali e nozioni vecchie dell'università >>.Risponde la dottoressa.

<<Bene ci vediamo tra mezz'ora >>. Dice uscendo e congedando il resto del personale.

Prima di uscire l'ultima infermiera vedendo ancora qualche goccia di sangue perdere dai testicoli del ragazzo, li solleva per le loro corde naturali e posiziona sotto di loro un nido di garze sterili, infine li coprendo con altrettante garze .<<Così non prendono freddo>> dice al ragazzo facendogli l'occhiolino . Il dolore derivante da questa semplice precauzione fa perdere di nuovo i sensi a Marco.

Trascorsi 20-25 minuti in sala erano rimasti solo Marco e Marilù. Il primo giaceva ancora incosciente con i testicoli avvolti nelle garze, mentre la donna corpulenta ormai ripresasi aveva anche espulso la placenta. Tuttavia si sentiva ancora piena e desiderava andare in bagno per scaricarsi. Non vedendo infermiere o personale a cui chiedere aiuto, si alza e da sola prende una pala, la posiziona in un angolino e togliendosi il camice per non sporcarlo si accovaccia, espletando in pochi secondi il suo bisogno. Essendo una sala operatoria la donna corpulenta vaga invano alla ricerca di carta igienica, fino a che lo sguardo non si posa sul ragazzo incosciente. Tra le sue gambe c'erano un mucchio di garze bianche. Marilù divertita dal suo pisellino di 3cm esclama << beh e io che pensavo che mio marito ce l'avesse piccolo... Forse è per questo che ti hanno castrato >>. Infatti sotto il minuscolo membro non erano più visibili i testicoli, in realtà nascosti dalle garze.

<<Poverino, suppongo che tutte queste garze non ti servano più. >> E così si gira con il posteriore verso di lui e piegandosi sulle ginocchia prende una garza alla volta e inizia a pulirsi dagli escrementi residui. Ad un certo punto usata anche l'ultima garza che copriva i testicoli, la donna è colta da una colica tremenda, provocata dall'utero che ritornava alle sue dimensioni originali schiacciando alcune anse intestinali e la vescica. Senza avere il tempo di raggiungere la pala, la donna lancia uno sguardo fugace tra le sue gambe e dischiudendo le labbra vaginali vede sotto di lei un letto di garze. <<Per fortuna ci sono altri strati, assorbiranno tutto spero >> sospira e si lascia libera.

In realtà la neo-mamma se si fosse girata completamente avrebbe visto che poco più in alto su quello strato di garze albergavano già i testicoli eviscerati del giovane uomo.

Come prima cosa la donna emette un forte getto di urina che dirigendosi all'indietro e in basso centra i testicoli del ragazzo. Il liquido acido, concentrato per le lunghe ore di travaglio, bagnando le ferite ancora fresche stimola fortissimamente le terminazioni nervose scoperte dei 2 organelli.

Marco si risveglia di colpo e pazzo di dolore cerca di urlare con tutta la forza che ha in corpo. Purtroppo però il dolore aveva raggiunto un livello tale da provocare la contrazione involontaria dei muscoli della gola, che ormai consentivano solo il passaggio di tenui sibili. In più l'anestetico che la bella dottoressa gli aveva iniettato nelle palle era ormai andato in circolo, lasciando i genitali di nuovo sensibili e provocando una debolezza muscolare generalizzata.

L'unico sollievo da quel dolore lancinante erano i maestosi glutei e la vagina della donna dispiegati davanti lui in tutto il loro splendore . Il flusso di urina calda sparato a gran velocità dal forellino sopra la vagina si interrompe improvvisamente, la giovane mamma dischiude ancora un po' le natiche mostrando il piccolo orifizio anale, situato a poca distanza dal ben più grande e dilatato orifizio vaginale. Il buchetto più piccolo quindi si apre leggermente lasciando uscire un flusso d'aria che viene sparato sotto pressione sulle umide gonadi del ragazzo , asciugandole completamente. L'aria della scorreggia provoca sollievo al ragazzo che inizia quasi a godere dello spettacolo. Ad un certo punto però anche il flusso d'aria si interrompe e l'orifizio si dilata a dismisura, superando persino le dimensioni della vagina. Da esso fuoriesce a cascata una sostanza marrone chiara. La massa fecale si scarica con violenza sulle palline scoperte del ragazzo, ricoprendole in pochi secondi completamente.

Il dolore derivante dall'impatto con le feci e il successivo bruciore dilaniante derivato dal contatto diretto con sostanze di scarto, batteri e microrganismi, provoca in Marco la perdita immediata di coscienza. Il povero ragazzo si accascia su un lato e perde i sensi vomitando copiosamente bile dalla bocca.

Marilù completa l'opera con qualche goccina ulteriore di pipì e si alza sollevata. <<Ah finalmente, dopo tutto il dolore del parto, questo è stato meglio di un orgasmo, ora devo solo pensare a come pulirmi >>. Guardandosi intorno vede il camice del ragazzo appeso alla testata del lettino. <<Scusami piccolo, ma visto che ti hanno lasciato così, suppongo che a te non serva più >> e così facendo si pulisce davanti e poi dietro.Getta il camice sporco tra le gambe del ragazzo e si riveste. <<Bene I miei bambini e mio marito mi aspettano, pulisco per benino il lettino e poi vado>>.

Così afferra il camice sporco tra le gambe del ragazzo e lo usa per avvolgere i suoi escrementi, situati poco più in basso . Sollevato il tutto nota che qualcosa all'interno del camice è rimasta attaccata alla radice delle cosce del ragazzo e le impedisce di raggiungere il cestino.

<<euwww, si sarà solidificato qualcosa all'interno, basta - solo tirare - con - PIÙ - FORZA! >>.

Proprio quando stava per staccare di netto gli organi riproduttivi del ragazzo, entra la dr.ssa Katia che urla <<Ferma nooooo>>.

La donna allenta la presa finisce a terra con il lenzuolo sporco, mentre tra le gambe di Marco ritornano come fossero appese ad un elastico le palline completamente ricoperte di uno strato di sostanza marroncina.

Entrambe le donne esclamano <<Oh mio... >>

La convalescenza

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