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Chapter 5 by hal19696 hal19696

Chi segui?

Sophia in cerca di informazioni

Sophia si separò riluttante dalla sorella minore, preoccupata che da sola potesse non riuscire a difendersi dalle orde di maschi che le circondavano. Però non si perse d'animo e si avventurò con passo leggero tra le tende, sgusciando agile da un nascondiglio all'altro fino a raggiungere la grande tenda al centro dell'accampamento dove stava il capo della tribù che le aveva attaccate.

Lì, circondato dai suoi migliori guerrieri, il possente uomo stava dando ordini. A quanto pareva aveva già mandato i guerrieri più giovani e meno robusti in una missione per prendere la fortezza da un'entrata sul retro, mentre i veterani, quelli che per lui dovevano essere all'ultima battaglia, li aveva mandati ad attaccare la porta principale come diversivo. "Così diamo a quei bastardi un'occasione per crepare mentre si gustano un bel panorama di tette e fiche. Che poi noi ci scoperemo quando saremo dentro!" diceva, sprezzante della vita degli stessi uomini che mandava a morire come bestie.

"Perché non usiamo subito l'arma segreta?" chiese uno dei maschi. Il capo rispose che non la usava perché voleva che la fortezza rimanesse intera e usare l'arma segreta avrebbe distrutto l'ingresso. "Ma se i piccoli bastardi non riescono ad entrare oggi, domani all'alba proviamo a mandare quelli che restano in un altro ingresso e lì useremo un po' dell'arma segreta. Stiamo già preparando tutto".

Sophia ora era preoccupata: un'arma segreta! E cosa poteva essere? Ascoltò attentamente la conversazione, schiacciata contro la parete della tenda e accucciata a terra per non farsi vedere da nessuno. L'arma segreta, capì, doveva essere qualcosa che risaliva a prima della Caduta, qualcosa che esplodeva con una tale forza da poter distruggere perfino le mura inespugnabili della loro fortezza. E il piano del mattino successivo prevedeva di mandare i guerrieri più giovani che non erano stati mandati all'attacco quel giorno in un canale di scolo, sottoterra, ciascuno con un piccolo sacchetto di quell'arma e poi attivarla: l'esplosione avrebbe aperto un passaggio sotto la fortezza per permettere agli altri di entrare. "Quelle puttanelle non si accorgeranno che saremo entrati finché non ce le staremo stuprando tutte fino all'ultima!" promise, facendo sghignazzare i suoi.

Il nome del capo era Krum e sembrava un uomo crudele che tra quelle bestie era rispettato perché faceva paura ed era il più forte, pronto a uccidere chiunque pur di avere quello che voleva. Ma sottovalutava le donne e questo gli sarebbe stato fatale, si disse Sophia.

Doveva trovare l'arma segreta, ma le ci vollero ore prima di poter uscire dal nascondiglio: era al centro dell'accampamento e c'era un grande via vai. La buona notizia è che da dove si trovava riusciva a intravedere lontano, in alto, la porta della fortezza e le schiere infinite di maschi che venivano sterminate dalle guerriere sotto di essa. Schiere che venivano continuamente rimpiazzate da nuovi maschi, come ondate di scarafaggi che per quanti se ne possano schiacciare ne spuntano continuamente di nuovi! Anche Krum era nervoso, perché il suo piano di conquistare la fortezza con un attacco dal retro non stava funzionando, anche se lui continuava a mandare a crepare uomini nel suo diversivo come se niente fosse.

Finalmente sembrò esserci campo libero e Sophia uscì dal nascondiglio. Era il tardo pomeriggio e la battaglia non era finita, ma sembravano esserci meno maschi in giro. Nascondendosi dietro una tenda dopo l'altra, la ragazza esplorò la parte centrale del campo e finalmente, al centro di uno spiazzo, trovò qualcosa che attirò la sua attenzione: era un capanno di legno costruito male, altro esempio dell'incapacità maschile, che era sorvegliato da due guerrieri ben armati. Erano due maschi possenti, armati di grosse asce, con una corazza al petto, schinieri ai polpacci ed un gonnellino di strisce di cuoio a coprirgli il perizoma.

Sophia sapeva di non poterli affrontare a viso aperto, per cui doveva sorprenderli uno alla volta. Decise di usare se stessa come esca: armati fino ai denti o no, erano pur sempre due animali che erano venuti lì solo perché attratti dalla possibilità di stuprare qualche ragazza e loro erano stati tutto il giorno lì ad annoiarsi. Di sicuro non avrebbero rifiutato una possibilità di divertimento che gli si fosse offerta!

Comparire così com'era, però, avrebbe creato allarme: doveva passare per una delle tante schiave al servizio dei maschi dell'accampamento per stuzzicare le voglie dei due guerrieri senza attirare troppo l'attenzione. Quindi si spogliò del suo vestito corto, troppo poco misero per essere preso per gli stracci che potevano indossare le schiave, e si accucciò dietro il lembo di una tenda, in parte nascosta alla vita, ma in parte offrendosi agli occhi dei due guerrieri. E i due maschi presto furono attirati da quel seno succulento, quelle cosce giovani e quel corpicino appetitoso che potevano intravedere: una schiava si era nascosta per fare i suoi bisogni lì vicino, credendo di non essere vista, ma invece era entrata nella tana del lupo, pensarono i due!

Uno ammiccò all'altro e sussurrò "Me la vado a prendere prima che scappi, quella troietta". Appoggiò l'asci a terra e leccandosi le labbra si incamminò verso Sophia, mentre l'altro rispose "Portamela qui, così ci dividiamo il bocconcino". Non sapevano che la fanciulla li stava ascoltando e li aveva spinti a fare proprio quello che voleva lei!

Sophia arretrò nascondendosi alla vista dei due maschi, aspettando che quello che le veniva incontro la seguisse sparendo dalla vista dell'altro. Gattonò all'indietro fino a raggiungere il suo vestito, sotto il quale aveva nascosto la spada, e lì attese il maschio che in poco tempo le fu davanti. "Bene, bene: una puttanella tutta nuda e calda per me, ma che gentile sei stata a venire!" disse l'animale raggiungendola. Appena fu sopra di lei, si liberò della corazza che appoggiò a terra, godendosi l'espressione impaurita che gli rivolgeva quella che doveva essere la sua vittima: si vedeva che la bestia godeva nell'incutere terrore alle donne. Poi lui si liberò anche l'erezione che le puntò addosso. "Stenditi" le ordinò e lei ubbidì, sdraiandosi sopra il vestito in modo da poter impugnare facilmente la spada.

Il maschio in breve la sovrastò, si mise a cavalcioni sopra di lei e, dopo averla fatta gemere strizzandole con violenza i seni con le sue manone vogliose, ci infilò in mezzo il suo uccello ordinando "Ora fammi godere, puttana!". Sophia fu costretta a stringere i seni intorno all'erezione della besta e a strusciarsi contro di lui, facendolo mugolare e godere come un porco. Quando lui fu ormai sull'orlo dell'orgasmo, le portò le mani alla gola e gliela cinse: voleva strangolarla mentre godeva!

La fanciulla comprese che doveva agire e subito: prima che la stretta dell'animale si serrasse intorno alla sua gola, lei si lasciò andare un seno, aumentando lo strofinio dell'altro per distrarre lo stupratore, poi impugnò la spada corta, la tirò fuori da dietro la schiena e, quando lui chiuse gli occhi pronto all'apice del piacere, lei colpì, trafiggendogli in pieno il cuore.

Lui crollò sopra di lei senza un gemito, ma, nonostante questo, venne lo stesso, imbrattando la pelle della fanciulla con il suo seme disgustoso. Sophia rovesciò la carcassa a terra e si ripulì usando la stoffa dello scarno indumento del suo aggressore. Poi si rivestì, impugnò la spada e andò ad occuparsi del secondo bastardo.

Fu più facile: l'idiota stava guardando nella direzione in cui era sparito il suo compagno, aspettandosi di rivederlo comparire con la preda da un momento all'altro. A lei bastò girare intorno, raggiungere il retro del capanno e poi, con passo agile e leggero, caricare da dietro il suo nemico. Saltò e si afferrò con un braccio al collo di lui, mentre con le gambe si avvinghiò ai suoi fianchi, cogliendo completamente di sopresa il maschio che brandì per aria l'ascia, ma senza sapere cosa fare. Lei, invece, sapeva benissimo cosa fare: la spada corta, con un colpo rapido e preciso, tagliò la gola dell'animale che crollò a terra senza vita.

Sophia non perse tempo ed entrò nel capanno, occupato solo da una grande cassa di legno. Per prima cosa prese per le caviglie ciascuno dei due corpi e li trascinò all'interno, in modo da nasconderli in quel posto dove solo in pochi potevano avere accesso, poi aprì la cassa e vide che conteneva un insieme di cassette di metallo più piccole, che riportavano delle istruzioni chiarissime: il contenuto era un potentissimo esplosivo!

Sophia capì che se i maschi lo avessero usato sarebbe stata la fine. Doveva parlarne con Eirene, ma, per farlo, doveva tornare alla tenda dove erano state rinchiuse e sperare di ritrovarla.

Cosa succede?

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