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Chapter 4 by hal19696 hal19696

Cosa possono fare?

Tendere un agguato alle guardie e liberarsi

Sophia sapeva che doveva tenere lontano lo sguardo delle due guardie se voleva avere un'opportunità di liberarsi con la spada corta che aveva nascosto sotto il vestito. Quindi bisbigliò ad Eirene il piano, invitandola a distrarre gli uomini mostrandosi particolarmente disponibile con loro, e la ragazza più giovane si mise subito al lavoro.

Visto che era seduta davanti all'ingresso della tenda, la fanciulla aspettò un momento in cui i due fossero voltati verso di lei per sfoggiargli un sorriso timido, di quelli che sapeva che attraggono i maschi come quelli: uomini convinti di essere superiori e che sono sempre in cerca di una ragazza debole da dominare. Una volta attirato lo sguardo dei due, fece strisciare il sedere un po' in avanti in modo da scostare il suo leggero vestito di lino più indietro, a scoprire porzioni sempre maggiori delle sue cosce, che lentamente divaricava un poco.

I due maschi abbassarono lo sguardo su quelle gambe femminili, giovani e agili, che gli si offrivano davanti a loro completa disposizione. Avrebbero potuto facilmente lanciarsi là in mezzo e prenderne possesso, poi strappare quel vestitino e violare quella fanciulla, così piccola, indifesa e appetitosa. Mentre la loro fantasia si faceva sempre più sfrenata, la stoffa che conteneva le loro erezioni si faceva sempre più tesa e i due erano costretti a sistemarsela con le mani per darsi sollievo.

Uno dei due capì che stava giocando col fuoco e, tenendosi l'uccello in una mano attraverso la stoffa, si girò per dare le spalle all'ingresso della tenda e a quella tentazione che poteva essergli fatale. L'altro maschio, invece, non fu così previdente e varcò la soglia della tenda per avvicinarsi a quel corpicino, tanto indifeso e disponibile, quanto pericoloso. L'uomo si liberò l'inguine da tutto quello che lo copriva, vestiti e protezioni, e così facendo si sciolse anche la cintura a cui era appesa la sua spada corta, che lasciò cadere a terra. Si mise carponi e avanzò verso la giovane Eirene puntandole contro una feroce erezione.

Era il momento che Sophia aspettava: con entrambe le guardie voltate altrove, tirò fuori la spada da sotto il vestito, dietro la schiena, la sguaninò e si impegnò, abile e silenziosa, a segare le corde che le immobilizzavano i polsi. I legami stavano cominciando a cedere, ma lei sapeva di dover fare in fretta, perché quel porco che aveva puntato Eirene era già su di lei e si era chinato sui suoi polpacci per leccarglieli mentre continuava ad avanzare. Non poteva lasciare la sua sorella minore in balia delle voglie di quell'animale e con addosso quella lingua schifosa!

L'aggressore, accecato dai suoi istinti animali, dal sapore di quella pelle giovane e dalla vista di quelle gambe attraenti, non vide quando Sophia finalmente si liberò le mani, impugnò la spada e gli si avvicinò di soppiatto. Era del tutto riverso tra le gambe di Eirene, la quale mugolò "bravo, continua così", quando la fanciulla si posizionò sopra di lui, una gamba per parte, e sollevò la spada con due mani, puntando alla schiena del bruto all'altezza del cuore. E mentre il maschio odorava le parti più recondite del corpo della propria vittima, infilando il naso oltre il lembo del vestito che ormai nascondeva poco e nulla, mentre sfregava la propria erezione contro la suola del sandalo di quella fanciulla indifesa e affondava le dita vogliose in quella carne invitante, Sophia colpì senza pietà, precisa, implacabile e a colpo sicuro, mettendo fine alla miserabile esistenza di quella bestia.

Eirene sospirò di sollievo e si sfilò da sotto la carcassa dell'animale. Disgustata, si passò le mani sulle gambe, sfregandosi i punti in cui quella lingua schifosa aveva osato contaminarla di bava maschile. Sophia si sentiva in colpa per aver permesso che le succedesse tutto quello, ma quando mormorò le proprie scuse, Eirene si mostrò comprensiva e sussurrò "Una bestia in meno in giro. Ora occupiamoci di quell'altro".

Sophia estrasse la spada e la ripulì sul corpo della guardia, mentre Eirene prese l'arma che era stata lasciata cadere a terra. E così le due sorelle, entrambe armate, si avvicinarono alle spalle del maschio rimasto, concentrato a ignorarle per salvarsi la vita e, al tempo stesso, occupato a dare sollievo al proprio uccello con una mano: sarebbe stato il suo ultimo passatempo!

Una lama gli tagliò la gola e un'altra gli penetrò nel petto, mentre subito due mani femminili lo tirarono indietro, dentro la tenda, dove fecero crollare il corpo a terra lontano da occhi indiscreti.

Ora non restava altro che decidere cosa fare. Eirene voleva andare a cercare la zia e le sue compagne, mentre Sophia voleva andare a raccogliere informazioni sul nemico. Nonostante i dubbi di Sophia, decisero di separarsi.

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