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Chapter 7 by SeriousBrainDamage SeriousBrainDamage

e poi?

Lei comincia a raccontare

Mi guarda per un po' senza aggiungere niente.
Io la guardo di rimando, in attesa.
Lei allora sospira, posa il bicchiere e va in camera nostra.
La raggiungo, è seduta sul letto, vicino al suo cuscino.
Ho l'impressione che aspetti che mi sieda anche io, così faccio pur mantenedo una certa distanza.

"Ti ricordi quando ti ho raccontato dell'università? Di quando spendevo tutto senza accorgermene e poi dovevo a fine mese dovevo elemosinare un panino dalle mi colleghe di corso?"Esordisce.

Annuisco. Cerco di farlo senza tradire il subbiglio di emozioni che mi si agita dentro.

"La verità è che ho fatto ben più che elemosinare un panino. Ho aperto conti, fatto cambiali, sono rimasta indietro con l'affitto del mio appartamento di quasi sei mesi... Il proprietario stava per buttarmi fuori..."Sospira, alza gli occhi al cielo.

"Mi stai dicendo che sei piena di debiti?"Intervengo, il mio cervello è già a lavoro per risolvere la situazione, il respiro si regolarizza.

"No..."Scuote la testa."Ho trovato il modo di pagare praticamente tutto..." Prende fiato.
"Quella mia amica, quella di cui ti ho raccontato, Anya, aveva degli agganci... Mi ha messo in contatto con un'agenzia... Io non sapevo bene di cosa si trattasse, lei era stata vaga, ma mi aveva detto solo che pagavano bene, che era un lavoro comodo..."

Il fatto che Lena tentenni così mi terrorizza, ricordo com'è stata diretta quando mi ha raccontato delle foto di nudo e non posso che fare il paragone.

"Che avresti dovuto fare?"Chiedo con un groppo in gola.

"Accompagnare clienti ad eventi e feste..."Risponde. Prima che possa formulare una domanda continua"...clienti facoltosi, che, per mancanza di tempo o voglia, non avevano avuto modo di procurarsi da se una dama o che volevano fare bella figura per un'occasione importate."

"Una escort, insomma."Le parole mi escono di riflesso.

Lei non replica subito, prima fa passare qualche secondo in silezio fissandomi con uno sguardo che dice ' mi hai forse dato della puttana, stronzo?'. Mi spiega che la parola escort è stata un po' travisata qui in Italia, che il sesso non faceva parte del lavoro, che per una sera la pagavano dai mille ai tremila euro. Dice che l'agenzia faceva il proprio punto d'onore di selezionare specificamente ragazze bellissime, spesso con un background nel mondo della moda, capaci di muoversi con disinvoltura in un certo ambiente, che fossero 'pulite', che non facessero quelle tipo di cose che dicevo io.
La presso, lei ammette che comunque delle voci giravano, che non c'era modo di controllare che se le ragazze non accettassero di salire in camera di un cliente, di tanto in tanto, magari dietro ulteriore compenso o la promessa di un regalo.

"E tu?"Le chiedo.

"Io ero parecchio richiesta... Specie all'inizio, quando avevo più bisogno, facevo anche due tre serate a settimana. Poi ho chiesto all'agenzia di alzarmi il cachet, di chiamarmi solo per clienti grossi."

"Non è una risposta alla mia domanda."Sibilo.

"E' capitato di incontare uomini affascinanti, forse avrei potuto... c'è stato qualche bacio... nient'altro."Dice con voce languida."Però l'idea che l'agenzia lo potesse venire a sapere e mi cacciasse, mi ha sempre dissuaso... avevo bisogno di quei soldi."Ammette con una sincerità che mi spiazza.

Rimango scioccato, a frenare Lena, a non farla prostituire e stata solo la paura, nient'altro.
Rabbiosamente, le dico che faccio fatica a credere che clienti che pagavano mille o duemila euro si accontentassero di tenerla sotto braccio per due ore.
Lei fa un sorriso amaro, dice che tanti chiedevano di più, ma che lei rispondeva sempre di no.
Le dicevano "Ho la camera prenotata su che ci aspetta, sul comodino ci sono altri mille euro per te...", oppure magari durante la cena le prendevano la mano e se la mettevano sulla patta dei pantaloni, sotto il tavolo, poi le sussuravano all'orecchio"Se fai la brava a fine serata ti lascio tenere quegli orecchini.".
Ne avrebbe decine di sordidi aneddoti da raccontare, mi dice Lena.

"Quindi e questo che dovevi dirmi? Che in tanti te l'hanno chiesta, ma tu non gliela hai data?Cristo Santo, Lena, questo lo sapevo già dal primo momento che t'ho visto..."Dico scattando in piedi.

e poi?

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