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Chapter 5 by Kittenboy Kittenboy

A chi affidare Gio in tua assenza?

Affida Giò ad una babysitter

Dopo un po' esco dal bagno indossando solo l'intimo, di solito quando mi devo preparare per uscire, lascio che sia il mio servitore a insaponarmi nella vasca o a depilarmi la patata, ma stavolta no, non si merita di vedermi nuda, non ancora almeno, il suo perdono deve guadagnarselo.

Vado in camera per prendere i vestiti dal mio armadio e nel farlo passo davanti a Gio.

Poverino, chinato sui libri a studiare per finire di scrivere il tema che gli ho impostato, decisamente troppo per il suo cervello da maschio

Finisco di vestirmi in camera, per poi andare a da lui con un vestito nero a tubicino, scollatura, gambe scoperte, e delle scarpe nere con tacco quadrato

«Allora, vediamo che hai scritto » dico mentre lui muovendosi a gattoni mi consenta il compito per poi sedersi a terra, terrorizzato dal mio giudizio

«Ma cos'è questo? La grammatica, la sintassi... Non credevo di avere in casa uno schiavo tanto ignorante, almeno il contenuto è discreto, una delle maggiori prove di mediocrità in un maschio è di non saper riconoscere la superiorità nelle donne.»

Faccio una pausa e lascio che Gio mi accenda una sigaretta come per ringraziarmi di averti dato uno scopo per 5 minuti.

Terminata la sigaretta decido di usare il mio nuovo insulto preferito

«Sei un inetto»

Cerco sempre di umiliare con stile e rifarmi alla cultura anche in queste situazioni ridicole, in questo caso parliamo di letteratura con Italo Svevo

Bussano alla porta, io ordino a Gio di andare nella sua nuova cameretta, perché è regredito da studentello di scuola elementare ad infante

Dopo un po', vado da lui a sistemargli il lettino

«Non preoccuparti non starai solo, ho chiamato Charlotte come babysitter» Charlotte era una giovane ragazza di 18 anni, dai capelli ricci castano chiaro, e due stupendi occhi verdi, appena entra in camera saluta Giò in modo affettuoso

«non si preoccupi signora, baderò io al marmocchio così che lei possa godersi il suo appuntamento » dice Charlotte

Io sorrido e le rispondo «Me lo godrò, questo è sicuro! Il mio piccolo schiavo starebbe una vita vestito così per avere l'onore di portarmi a cena un giorno, per il momento si dovrà accontentare di immaginarmi mentre esco a cena con altri. Poi chissà magari un giorno lo farò assistere accucciato ben bene sotto il tavolo al ristorante facendogli ingurgitare i miei avanzi»

Giò è sorpreso ma anche eccitato, il pannolino che indossa non può essere tolto da chi lo indossa e ciò gli impedisce di toccarsi, io mi avvicino a lui sfiorandogli i genitali

«Lo sai che non mi piacciono i peni troppo grossi, preferisco quelli come il tuo... Ma dato che devi ancora imparare come comportarti con una donna, oggi mi farò sbattere dal mio amante»

Lui prova a balbettare qualcosa, ma io subito cambio espressione e con voce autoritaria gli rispondo

«Ricorda questo: di possibilità ne concedo una. Se sei così idiota da tradire la mia fiducia non ci sarà modo per rimediare. Non esisterai più. Questa sarà la tua peggiore condanna.»

Gio si ammutolisce, sa che per legge lui è di mia proprietà, e se lo uccidessi dovrei solo pagare una multa e il costo di smaltimento del suo cadavere, rinunciando ai proventi degli organi. Una spesa di poco superiore all'acquisto di un televisore.

Mi allontano da lui, con la stessa freddezza con cui gli rivolsi quelle parole, per poi ritornare nel ruolo di mammina affettuosa quando mi avvicinai all'uscita

«Se farai il bravo maschietto di casa, mammina lascierà che ti tocchi mentre ti racconta della sua sera»

Con un ultimo sorriso, mi congedo lasciando Giò da solo in stanza con la sua babysitter.

Cosa decide Gio?

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