La vicina

La vicina

La vendetta vien scopando

Chapter 1 by Anonima Anonima

È estate e fa caldo, ma l'aria di questo sabato pomeriggio di luglio che entra dalla porta finestra aperta è l'ideale per la mia pelle accaldata dall'orgasmo. Sono qui, stesa e ancora nuda sul divano, dopo essermi masturbata fino a venire. Sono a gambe aperte che mi sto ancora accarezzando la figa rasata e fradicia, coccolandola mentre gli ultimi spasmi la sconquassano. Nonostante la porta del balcone sia aperta, nessuno mi ha visto grazie alle tende. Non ci sarebbe nessun problema, in caso, perché è una delle mie fantasie giocare con il mio clitoride e infilarmi le dita nella figa mentre qualcuno mi guarda. Non importa chi sia, basta dare spettacolo, come se fossi una porno star.

L'unica pecca sono i miei vicini, che stanno litigando per l'ennesima volta. Lei, Alessandra, è la ragazza che alle medie mi ha bullizzata per tre anni, facendomi vivere l'inferno. Ora mi incontra lungo le scale o per strada e mi saluta quasi scocciata, come se il problema fossi io. La prima volta che mi ha rivista, la stronza, ha fatto finta di non ricordarsi il mio nome e quando l'ho salutata ha esordito con un "Ci conosciamo?" al quale ho risposto con un semplice "Frequentavamo le stesse scuole medie". Ora lei convive con il suo ragazzo, il classico che si crede più bello di quello che è, e fa l'infermiera.

«Madonna Ale, rilassati, ho solo provato a fare sesso, tra un po' mi vengono le ragnatele al cazzo». Lui è un signore, non c'è che dire. Ma non ha tutti i torti. Il sesso è importante. Mi pizzico un capezzolo per sottolineare la cosa e do una carezza al clitoride, indecisa se ricominciare o smettere. Nel dubbio, la pagina del porno è ancora aperta, pronta per cercare qualche altro video.

«Pensi solo a quello, sei solo un porco». Lei, la finta principessina che nasconde le unghie di un'arpia, fa la vittima, come se la colpa fosse di Davide.

«Non trombiamo da settimane. Ho capito lo stress del trasloco, ma siamo qui da una ventina di giorni. È così brutto chiedere alla propria ragazza un pompino per inaugurare la convivenza?»

«Se vuoi tanto che qualcuno ti succhi il pisello, fattelo da solo». E si chiude in camera. Alessandra, c'è da dire, non è cambiata di una virgola, stronza era e stronza rimane. E usa la sua figa come se fosse placcata d'oro e ce l'avesse solo lei. È la sua arma più potente e lo è sempre stata.

E ancora, dopo anni, mi rovina il momento: prima con i ragazzi che mi piacevano, ora quello dell'orgasmo e della masturbazione. Mi alzo e vado a pulirmi, conscia che non mi concederò un secondo round con la sua voce irritante e le sue pretese del cazzo come sottofondo.

Mi sta sulle palle tutto questo: lei, il passato, averla come vicina, il fatto che faccia la stronza dopo tanto tempo e con tutti e che nessuno ancora l'abbia mandata a fanculo, dandole una lezione.

Ora che ci penso, però, un'idea inizia a vorticarmi per la mente.

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