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Chapter 10 by hal19696 hal19696

Chi segui?

Siria che accoglie il tentativo del maschi

Sebbene esausta e con solo poco riposo alle spalle, Siria non volle privarsi del privilegio di essere lei stessa a mettere in atto per il totale annientamento di quell'attacco dei maschi. Fece prendere dell'olio da alcune compagne e lo fece versare sulla parete rocciosa che i guerrieri avrebbero dovuto scalare per arrivare all'ingresso della galleria da cui passava lo scolo, quindi appostò un paio di tiratrici esperte poco lontano. Lei salì sulle mura per seguire dall'alto il piano, mentre mise quattro guerriere a guardia della botola segreta che permetteva, da dentro la fortezza, di raggiungere quella galleria: sarebbero servite per prendere i maschi alle spalle al loro ammassarsi contro la grata sotto il cortile. Poi alle guerriere non rimase che aspettare.

All'alba, finalmente, i primi maschi si presentarono sotto la parete rocciosa. Erano completamente nudi e avevano con sé solo corde e rampini. I loro capi, sotto di loro, erano invece armati di spade e bastoni e li incitavano a salire "Avanti! E ricordate che chi arriva per primo avrà la prima troia che prenderemo!". I maschietti, che al solo pensiero mostravano già delle svettanti erezioni, si lanciarono come dei disperati sul ripido muro di roccia, arrampicandosi come meglio potevano ed evitando le rocce appuntite che sporgevano qua e là e che graffiavano senza pietà le loro giovani carni muscolose. Ma, quando i primi arrivarono abbastanza in alto, scoprirono che la roccia lì diventava scivolosa e iniziavano a perdere la presa, scivolando sempre di più e, non potendo frenarsi con le mani e i piedi unti di olio, finivano sfracellati giù, contro le rocce!

Prima qualcuno, poi intere file e alla fine l'intera prima ondata di maschi precipitava gridando spaventata e sfracellandosi, niente potendo i loro corpi giovani e forti contro il duro impatto della roccia. I più sfortunati, scivolando giù per la parete, finivano dritti con i coglioni contro le rocce appuntite che sporgevano qua e là: ad alcuni gli scroti si lacerarono lasciando strisce del proprio contenuto fuoriuscito a segnare il percorso della loro letale discesa, mentre ad altri le palle semplicemente esplosero all'impatto e, quando i loro corpi si sfracellarono al suolo, loro erano ormai già privi di sensi.

Le urla si levavano sempre più alte, alcuni maschi ne travolgevano altri, ma i loro capi, giù a valle, erano incuranti delle decine che stavano crepando sopra di loro: continuavano a mandare altri poveri bastardi a raccogliere corde e rampini e a prendere il posto dei compagni massacrati!

Le ragazze ridevano e scherzavano tra di loro nel vedere i più prestanti tra i giovani guerrieri nemici perdere la virilità e la vita urlando con voci acute da ragazzine: deridendoli, facevano smorfie che imitavano quelle di dolore dei loro aggressori, si portavano le mani all'inguine come se avessero anche loro dei fragili genitali da proteggere e ridacchiavano guardando come quell'orda di bestie che continuava a caricare senza cervello nonostante tutto, spinta dalla paura dei propri capi e dai più bassi istinti maschili!

Alla fine, dopo che più di una cinquantina di quei maiali era crepata nel tentativo, il primo maschio raggiunse la cima della parete e riuscì ad assicurare il proprio rampino. Da quel momento fu tutto più semplice per gli altri guerrieri, che usarono la corda per aiutarsi a salire in cima. Lì li aspettava il buco di ingresso della galleria dove si sarebbero dovuti infilare.

I loro capi, dal basso, ordinarono a tutti di penetrare all'interno e di raggiungere la fine del camminamento. Così, ben presto, una colonna di decine di maschi, nudi, quasi disarmati, senza torce e solo con un sacchetto di esplosivo al collo, si addentrò nell'antro oscuro.

Quando i primi, arrancando nel buio sul pavimento bagnato di acqua di scolo, giunse sotto la grata che dava sul cortile, agli ultimi della fila venivano date delle torce perché risalissero anche loro la parete e raggiungessero gli altri. Quando questi furono sotto l'ingresso del canale si scolo, le guerriere si mossero!

Le tiratrici li abbatterono all'istante e poi con delle frecce infuocate colpirono i loro sacchetti di esplosivo, facendoli esplodere! Era troppo poco per fare grossi danni, ma abbastanza da far crollare l'ingresso della galleria ed ostruirlo, imprigionando i maschietti all'interno, senza fuoco, senza ordini e ormai impossibilitati a portare a termine il loro piano.

Quelli, ammassati sotto la grata chiusa sopra le loro teste da cui sarebbero dovuti passare, alzarono gli occhi e videro che a incombere su di loro c'era una fiera guerriera, dal corpo agile e allenato, sebbene sempre femminile e invitante, che li guardava con disprezzo dall'alto verso il basso e li minacciava con in pugno un arco. Non era la schiava che gli era stata promessa, ma la donna che li dominava e che ora aveva nelle proprie mani le loro inutili vite.

Siria, guardando i propri prigionieri, sorrise soddisfatta: era tempo di occuparsi di loro.

Che cosa ha in mente?

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