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Chapter 4 by hal19696 hal19696

Chi segui?

Selene

Selene fu spinta dentro una tenda abbastanza grande per contenere lei e gli otto stupratori. Un guerriero possente, un veterano che sembrava il capo del gruppo, ordinò di spingerla a terra e disse a due dei suoi di prenderle le gambe e di tenergliele aperte. Lei era distesa a terra e aveva piegato le ginocchia in modo da poggiare i piedi per terra. I due maschi le vennero incontro da davanti e si piegarono per prenderle le caviglie, ma trovarono ben altro ad attenderli: mentre loro fissavano vogliosi le sue agili caviglie, Selene piegò le gambe verso di sé, caricò due calci e li sferrò contemporaneamente uno per lato centrando le palle di entrambi i maschi! I due idioti erano così distratti che nemmeno provarono a ripararsi i coglioni e crollarono a terra gemendo e tenendoseli tra le mani.

Il capo gridò ad altri due di prendere il posto dei due bastardi a terra e loro finalmente riuscirono a prenderle le caviglie e ad allargarle le gambe. Ora lei era indifesa e del tutto esposta a quello che li comandava e che la guardava tra le gambe voglioso. Il maschio la minacciò "Ora fai la brava o ti sventro e poi ti scopo da morta, capito?". Poi sfoderò la spada, si liberò l'erezione già svettante e si abbassò sopra di lei, in mezzo alle sue cosce, appoggiando la spada accanto alla sua guancia per intimidirla. Le alitò in faccia il suo fiato disgustoso e lei si accorse che il suo corpo in generale puzzava di sporco e di sudore: era vero che quelle bestie rimanevano sporche perché credevano che lavarsi fosse da femmine, allora!

Selene era disgustata anche solo dalla vicinanza di quel porco e ora ne stava per cadere addirittura vittima. Due maschi le tenevano le gambe aperte, ma erano poco concentrati, perché preferivano tenerle le caviglie con una mano e usare l'altra per accarezzare i suoi polpacci torniti. Altri due maschi erano a terra accanto a lei, uno per lato, a tenersi le palle massacrate. L'ultimo la stava per violare mentre lei era impotente.

O, meglio, loro credevano che fosse impotente. Selene si liberò le mani da dietro la schiena, impugnò la spada poggiata accanto a lei e mentre il porco la caricava con la propria erezione puntata, lei gli infilò la spada in pieno petto, uccidendolo ad un passo dall'ingresso che tanto stava desiderando invano!

Ancora con la carcassa tra le gambe, lei si raddrizzò a sedere di scatto, allungò le braccia verso le cinture dei due maschi che le tenevano le caviglie, riuscì a coglierli di sorpresa ed estrasse le loro spade. I due idioti le mollarono le gambe per fermarla, così lei poté caricare due calci e centrare in pieno le loro palle con i propri talloni. I due stramazzarono al suolo ululanti. Ora un nemico era morto, quattro erano a terra impotenti, ma ce n'erano altri tre da affrontare.

Selene fu in piedi in un lampo facendo scivolare il cadavere ai propri piedi. I tre superstiti lo guardarono sconvolti: come aveva fatto la loro preda, una femmina, una schiava, a uccidere il loro capo, un guerriero possente e veterano? L'esitazione fu fatale perché due di loro si trovarono una spada conficcata nel petto e crollarono a terra all'istante. Ora, però, Selene era disarmata e doveva vedersela con l'ultimo bastardo che aveva sguainato la propria spada e la puntava contro di lei. "Puttana! La pagherai cara!" gridò la bestia e la caricò. Non c'era tempo per estrarre la spada dai petti delle sue vittime e quindi Selene dovette saltare all'indietro. Il guerriero era possente, ma anche accecato dalla rabbia, mentre lei, più piccola, era anche più agile e poté schivare i primi fendenti potenti e imprecisi del maschio.

Uno dei due aggressori che lei aveva colpito per primi nelle palle si stava riprendendo: era carponi e provava a rialzarsi. Selene sfruttò il momento: lo scavalcò agilmente, estrasse la spada che gli pendeva alla cintura e poi saltò di nuovo sulla sua schiena in modo da farlo crollare di nuovo per terra.

Ora era ad armi pari con il maschio superstite che stava tentando un'ultima carica selvaggia. Solo che frenò quando vide che stava per venire addosso non ad una donna indifesa, ma alla punta di una spada e fece appena in tempo a fermarsi prima di essere trafitto in pieno. Ma giusto in posizione per essere centrato da un potente calcio nelle palle sferrato da Selene: così attento a guardare la spada, quell'idiota non aveva pensato all'altra minaccia a cui si era offerto venendole incontro e ne aveva pagato tutte le conseguenze! Ora si contorceva a terra tenendosi i coglioni, facile preda della spada di colei che doveva essere solo un'ennesima schiava indifesa.

Quattro stupratori morti e quattro a terra a piangere e tenersi le palle: una bella soddisfazione!

"Fanno tanto male?" chiese ai quattro sofferenti "Non eravate grandi e forti grazie a quelle voi maschietti? Forse stareste meglio senza?". Rise e si chinò su ciascuno di loro, spostandogli le mani dalle palle e tagliandogliele di netto con la spada, prima di mettere fine alle loro sofferenze una volta per tutte: se erano così orgogliosi della propria schifosa virilità, non avrebbero avuto il piacere di avercela crepando!

Era tempo di uscire da quella tenda e raggiungere le compagne.

Cosa segue?

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