Marco, lezione di storia

Giorno 8 marzo 2038, scrivo questo diario iniziando dal giorno della conquista.

Mi chiamo Marco di Andros, o per meglio, così è come mi chiamavo prima di essere spogliato dai miei privilegi, sia come maschio che come erede dell'impero di Andros quando anche la nostra ultima città venne sconfitta e annesso alla Repubblica gynarchica

«vieni qui... non pensare di poter scappare» disse una delle due amazzoni mandate a perlustrare il castello mentre mi legava forte con delle corde «smettila di dimenarti così tanto», lei si chiamava Alessandra era la guerriera più forte della sua tribù, era una donna adulta di circa 25 anni dai capelli biondi e dalla corporatura magra anche se più alta di me.

Per quanto provassi a togliermi di dosso quelle corde sentivo che fisicamente mi sovrasta, finito il nodo mi disse «certo che se i vostri uomini avessero combattuto strenuamente tanto quanto tu fai i capricci, forse in questo momento ci sarei io legata- dice ridacchiando mentre si sistema i capelli - ora non avete più il diritto di lamentarvi»

«Io... sono il principe, dannazione» dissi, anche se mi trovavo legato non volevo darmi per vinto, mio padre mi ha sempre insegnato l'inferiorità delle donne permettendomi di umiliare le serve nella mia stanza qual'ora queste avessero dato un servizio scadente, ma ora in quella stanza da letto mi ci trovavo io legato

L'altra amazzone, che si chiamava Gloria mi tira uno vigoroso schiaffo, stavo quasi per piangere, essendo un principe e non un guerriero avevo una pelle delicata non era affatto abituato a subire

«Tu sei solo un maschio, come tutti gli altri che abbiamo sconfitto» mi disse per poi prendere un bagaglio in modo che non rispondessi più.

«lascia che ti spieghi la situazione in cui ti trovi» disse Alessandra, decisamente la più pacata fra le due «il tuo esercito ha perso la battaglia, e ad dirla tutta è stata una vittoria schiacciante a nostro favore, e ora sei nostro prigioniero, ci accamperemo qui per la notte e poi domani verrai portato insieme a tutti gli altri prigionieri per farti rieducare»

Gloria sorride, lei era un ex schiava del regno di mio padre «sei fortunato che la nostra regina eletta ci ha ordinato solo di catturarti, per quanto mi riguarda avrei giustiziato l'intera vostra famiglia reale, ovviamente se ci disobbedirai ti uccideremo e lo faremo passare per un incidente»

«Ci è stato insegnato ad avere pietà» disse Alessandra «gli uomini di questo regno obbedivano solo agli ordini di un monarca maschilista che li ha mandati a morire contro di noi, per questo verranno solo schiavizzati per ripagare i loro debiti nei confronti di noi sesso superiore, ma lasciati vivi»

Io non riuscivo a parlare per il bavaglio attorno alla mia bocca, ma anche senza non avrei saputo cosa dire, scappare sarebbe stata una pessima idea, la città era ormai sotto l'occupazione delle guerriere e non avrei avuto nessun posto per nascondermi, così mi mostrai remissivo, dopotutto mi stavano risparmiando la vita.

«Ora dormi che domani sarà parecchio impegnativo per te» mi venne concessa la possibilità di dormire nel mio letto, ovviamente sempre legato, le due amazzoni a letto con me mi usavano come cuscino per le loro gambe impedendomi ogni movimento, ma la cosa mi fece sentire stranamente eccitato, per evitare che soffocassi nel sonno mi venne tolto il bavaglio che scoprì essere fatto con i loro calzini, la prima di tante umiliazioni