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Chapter 2 by Esseremicidiale02 Esseremicidiale02

Capitolo 2

Le protagoniste

Yael Ben-Ami ha 22 anni ed è di etnia ebrea ashkenazita. I suoi capelli castano chiaro, lunghi e leggermente mossi, sono raccolti in una coda di cavallo. I suoi occhi azzurri sono profondi e brillanti. Il viso è ovale, con un naso sottile e labbra sottili. La pelle è chiara con un sottotono rosato, uniforme e delicata. Ha un fisico slanciato e snello, con una postura elegante. È alta 1,70 metri e calza un 38. Proviene da una famiglia benestante di Tel-Aviv e suo padre é un uomo influente nei ranghi dell’esercito, ma ora si trova in Cisgiordania. Anche lei é una soldatessa e fa parte dell’esercito israeliano, da quando é iniziata la guerra si é distinta moltissimo, nonostante la sua giovane età, scalando i ranghi facilmente e infastidendo il generale che guida l’operazione del suo contingente, il muscoloso e cinquantenne Eitan Abramov, ultraortodosso, veterano e simbolo del patriarcato militare israeliano. Yael É estremamente intelligente, in Università studia Ingegneria Meccanica. Da quando é ragazzina adora umiliare i propri nemici, soprattutto quando si tratta di uomini. Non odia gli arabi, il suo obiettivo é solo quello di garantire la sicurezza del proprio paese e delle minoranze come donne e comunità LGBT.

Leila Mansour ha 23 anni ed è di etnia araba palestinese. I suoi capelli sono neri, lunghi e lisci e sciolti. I suoi occhi marrone scuro, grandi e profondi, sono incorniciati da ciglia folte. Il viso ha una forma a cuore, con zigomi pronunciati e un mento delicato. La pelle è olivastra, con un sottotono caldo. Ha un fisico esile ma tonico, con spalle strette e una vita sottile. È alta 1,62 metri e calza un 37. Indossa l’hijab ed ha un’ironia molto forte che spesso non viene capita dagli uomini che si credono meglio di lei. La sua storia non é di certo felice, proviene da una famiglia contadina nella Cisgiordania, povera e oppressa dall'occupazione militare. È cresciuta affrontando la perdita dei suoi cari e le difficoltà economiche, rimanendo infine da sola e quindi unendosi ad una resistenza del posto, adesso con l’inizio della guerra molto schiacciata. Il suo nemico è Sami Darwish, un influente leader locale che sfrutta la sua posizione per controllare i giovani e piegarli alla sua ideologia estremista, quest’uomo di mezza età é in parte arabo e in parte israeliano, a lui non interessa sotto quale stato si trovi, il suo unico interesse sono il denaro e continuare a mantenere un controllo di sfruttamento e maschilista all’interno della propria amministrazione locale.

Samira Alavi ha 24 anni ed è di etnia drusa. I suoi capelli sono castano scuro, ricci e voluminosi. I suoi occhi sono verde oliva, intensi e penetranti. Il viso è rotondo, con tratti dolci e armoniosi. La pelle è chiara con un lieve sottotono dorato che valorizza i suoi lineamenti. Ha un fisico snello e proporzionato, con gambe lunghe e slanciate. È alta 1,64 metri e calza un 37. É costretta a trasferirsi insieme al suo promesso sposo, Khaled Al-Rashid, figura di spicco nella politica conservatrice iraniana e libanese, di origine Iraniana. Ha 35 anni ed é colui che si occupa di propaganda, oltre ad essere un noto imprenditore, accusato di terrorismo per la costruzione di droni illegali da guerra. A primo impatto Samira sembrerebbe una donna privilegiata ma é costretta a seguire rigidi codici sociali e a sposare un uomo che lei non vuole. Inoltre viene utilizzata dallo stesso tramite canali social per diffondere una propaganda che lei stessa non condivide. Nonostante la scomoda posizione in cui si ritrova Samira é una manipolatrice quando Khaled e il Governo, di conseguenza sta aspettando solo il momento giusto per colpire e liberarsi della situazione nella quale si trova.

Amina Al-Sahra ha 21 anni ed è di etnia beduina. I suoi capelli sono neri e lisci, raccolti in trecce elaborate. I suoi occhi marrone scuro sono intensi e fieri, rivelando un carattere deciso. Il viso è allungato, con zigomi alti e un naso elegante. La pelle è ambrata, con un sottotono caldo e dorato. Ha un fisico magro ma forte, con movimenti agili e determinati. È alta 1,60 metri e calza un 36. Amina ha sviluppato una personalità forte e resiliente, temprata dalle difficoltà della vita nomade e dalla discriminazione perpetuata contro i beduini, spesso visti come "cittadini di serie B". É nata e cresciuta in un clan beduino che si sposta nella regione tra il Negev e la Cisgiordania. La vita era già dura: la povertà estrema, i controlli militari, la demolizione delle loro tende e capanne da parte di Hamas. Quando sembrava aver trovato finalmente una situazione stabile a Gaza é arrivata l’invasione Israeliana ed adesso si ritrova senza niente a dover sopravvivere da sola, ha iniziato a sabotare le operazioni di entrambi i lati, guadagnandosi la fama di "la nuova volpe del deserto" per la sua capacità di eludere le truppe e compiere raid simbolici contro chi opprime la sua gente. L’odio di Amina per gli uomini non è cieco, ma profondamente radicato nelle ingiustizie che ha subito. Ha visto donne beduine vendute in matrimonio, zittite nelle decisioni della comunità e tradite dai capi che dovevano proteggerle. Ogni gioiello che ha addosso rappresenta un pezzo della sua storia.

Anahit Karapetyan ha 26 anni ed è di etnia armena. I suoi capelli sono castano scuro, lunghi e leggermente ondulati. I suoi occhi nocciola sono grandi e dolci, con una forma leggermente allungata elegante. Il viso è ovale, con un naso dritto e labbra carnose. La pelle è chiara, con un sottotono pesca. Ha un fisico robusto ma proporzionato, con spalle forti e una figura femminile. È alta 1,73 metri e calza un 39. É cresciuta in un villaggio rurale vicino al confine con l'Azerbaigian, un'area soggetta a tensioni continue. Fin da bambina, ha visto il suo villaggio devastato dal conflitto e dalla mancanza di risorse. Ha perso entrambi i genitori in un raid aereo, evento che l’ha spinta a sviluppare una visione del mondo pragmatica e senza illusioni. Dopo il conflitto nella sua regione, si è trasferita a Beirut, dove è riuscita a costruirsi una nuova vita lavorando inizialmente come interprete per ONG europee. Questo ruolo l’ha esposta alla brutalità dei giochi di potere geopolitici e alla superficialità degli interventi umanitari, accendendo in lei un crescente cinismo. Tuttavia, si è rapidamente resa conto che la maggior parte di questi gruppi erano guidati da uomini autoritari e violenti, il che ha ulteriormente alimentato il suo odio verso il patriarcato. La sua intelligenza, il suo addestramento e la sua capacità di muoversi in ambienti ostili senza paura hanno attirato l’attenzione di un’agenzia segreta europea guidata da donne, che l’ha reclutata per una missione specifica: identificare e smantellare reti di potere responsabili dell’instabilità in Medio Oriente, attraverso qualsiasi mezzo necessario. Predilige abiti tradizionali armeni, impreziositi da dettagli intricati e motivi floreali che esaltano le sue origini culturali. É molto sadica.

Capitolo 3

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