La interrompo

Prima che possa continuare l'afferro per le spalle, la volto verso di me e le prendo il viso tra le mani.
"Non me ne frega nulla di quello che hai da dirmi. Io ti amo, il resto non conta."
Le cerca mi guarda neglio occhi ma solo per un momento, poi mi prende le mani e tenta di divincolarsi.
La bacio, d'impeto, lei ricomincia piangere.

"Lena, qualunque cosa hai fatto, qualunque cosa pensi di dovermi raccontare..." Mi fermo, cerco le parole adatte."Tutti abbiamo un passato, tutti abbiamo fatto delle cose che vorremmo dimenticare..."
"Io voglio passare il resto della mia vita con te. Costruiremo dei nuovi ricordi, insieme. Quelli vecchi, possono rimanere in cantina."

Lena mi guarda, ha gli occhi pieni di lacrime, ma ha smesso di singhiozzare.
Ci baciamo ancora, la stringo a me.
Non so per quanto rimaniamo cosi, sento il suo corpo caldo come di febbre e umido attraverso l'asciugamano e mi pare che vibri come un gatta che fa le fusa.
Solo ora mi rendo conto di quanta paura ho avuto di perderla, di quanto temessi che le sue parole ci allontanssero l'uno dall'altra.
Le sollevo il mento appoggiano sul mio petto, ho la maglietta bagnata dalle sue lacrime, la bacio a stampo, delicatamente, e poi ancora.
Le nostre effusioni diventano calde e sensuali, sento il suo corpo tendersi, prendere forma contro il mio.
L'asciguamano cade a terra, la sollevo per i fianchi e la poso sulla credenza mentre le nostre bocche giocano a rincorrersi.
Mi sfilo la maglietta da sopra la testa mentre lei mi sbottona rapidamente i pantaloncini.
Sento la sua mano fredda rovistare febbrile nelle mie mutande, stringersi attorno al mio cazzo duro.
Mi riempio gli occhi della suo corpo nudo, la bacio, scendo con la bocca lungo il collo e le clavicole. Sulla sua pelle liscia sento ancora il suo profumo che la doccia non ha lavato via, faccio scivolare un capezzolo nella mia bocca, succhio avidamente mentre lei mi sega.
Infilo le mani sotto il suo sedere sodo, liscio, la tiro sul bordo della credenza, è proprio dell'altezza giusta.
Cerco la fessura con due dita, ci poggio contro la punta del cazzo e spingo.
Entro tutto di un colpo, mai prima d'ora c'ero riuscito con lei che è cosi stretta. E' fradicia a dir poco, mi accoglie dentro di se con uno spasmo.
La scopo forte, più di quanto abbia mai osato fare, quasi a rivendicarla come mia proprietà.
Lei soffia e ansima, non è il tipo da urli che svegliano i vicini.
E poi stavolta forse e meglio così. La cucina è ben illuminata, e noi siamo vicini alla finestra spalancata, fuori e buio pesto.
Mi domando se qualcuno ci veda, nudi che scopiamo, ma l'idea più che preoccuparmi mi eccita.
Forse anche Lena ha pensato la stessa cosa, sento il suo corpo che si irrigidisce. Siamo tutti e due madidi di sudore.
La sbatto più forte che posso, lascio che affondi le sue unghie nel mio sedere mentre soffoca una specie di muggito basso, un verso che non le ho mai sentito fare, mordendo il mio collo.
Poi vengo, lo faccio dentro, più fondo che posso, come a marcare il territorio.
Lei di solito non vuole, ma ora più mai voglio che sappia che è la mia donna.
Esausto, mi accascio tra le sue braccia, la bacio, bacio la pelle delle sue spalle, nel solco de suo seno, che mi bagna le labbra col suo sudore salato.

In silenzio, ci stacchiamo l'uno dall'altra.
Mentre raccolgo la mia roba da terra, lei si versa bicchiere d'acqua che comincia bere avidamente.
Ci guardiamo in torno, per un attimo, poi tra di noi e cominciamo a ridere.
Finamo nella doccia, dove facciamo l'amore ancora una volta.
Stremati, ci addormentiamo nudi, l'uno accanto all'altra nel nostro letto.