Foto e champagne

"La macchina cammina solo per poco, ci lascia fuori da una villa antica, quasi una specie di castello. Vanja, cosi si fa chiamare il tipo, da istruzioni all'autista e quello se ne va, mi spiega che sarebbe tornato dopo un paio d'ore per riaccompagnarmi.
Entriamo dentro da un portonicino, saliamo delle scale ripide che odorano di vernice, attraversiamo un'altra porta.
L'appartamento è di lusso d'altri tempi: tende di velluto scuro, candelabri d'oro, quadri d'autore. Sembra disabitato, ma è tutto pulito e perfettamente ordinato. Vanja mi prende il soprabito, poi scompare per un attimo in un corridoio. Ricompare poco dopo con una bottiglia di champagne ghiacciato, due flutè e una macchina fotografica."

"Versa lo champagne e me lo offre, dice di rilassami, che non abbiamo fretta... Aggiunge che se voglio posso rimanere a dormire, che all'autista non dispiacerà se cambio idea.
Assaggio lo champagne, è delizioso, penso che sia un delitto rifutarlo.
Mentre bevo, lui comincia già a scattare le foto. Mi chiede se deve chiamarmi Lily, il nome che uso per le foto. Un po' spiazzata, gli dico che è solo un nome d'arte. Mi chiede qual'è quello vero. Glielo dico, lui sorride. 'Naturale', ripete, 'rimani naturale, Lily, fa finta che io non ci sia', mentre mi gira in torno e scattando foto. Facciamo un po' di conversazione nel frattempo, gli chiedo dove nasce la passione per la fotografia, se ha studiato. Lui risponde che la sua passione è rivolta a tutte le cose belle e che io sono bellissima. Mi chiede di cominciare a spogliarmi. Sono po' in difficoltà, gli chiedo del compenso pattuito. Sorride, scompare nuovamente nell'altra stanza, ricompare con una busta di carta, me la offre, dice 'contali se vuoi', con sufficienza. Io la prendo, ne sento il peso in mano, do comunque una sbirciata dentro, sono pezzi da 500, dico che va bene così e la metto nella borsetta."

"Lui mi fissa, ha di nuovo la macchina in mano, allora faccio per togliere il vestito. Gli chiedo se vuole qualche posa particolare. Lui mi dice di aspettare, di andare alla finestra. Scatta a ripetizione mentre lascio cadere il vestito a terra e rimango in slip e tacchi."

"'Fantastica', mi dice, mi fa voltare, stendere sul tavolo, poi sul tappeto. Sembra avere le idee molto chiare su quello che vuole da me. Intanto io sorseggio dal bicchiere che lui continua a rabboccare. 'Bevi', mi ripete, 'voglio fotografarti mentre bevi, sei bellissima Lily mentre bevi champagne'. Mi chiede di lasciarlo colare dal mento, sul seno, in mezzo al seno, sulla pancia..."

"Continuiamo, non so esattamente per quanto. Io mi sciolgo comunque, un po' perchè lui sembra un vero fotografo e poi per lo champagne... Mi chiede di spostarci perchè vuole uno sfondo diverso. C'è una piscina al coperto, mi invita ad di entrarci per fare un po di foto lì. Tolgo mutandine e tacchi, provo un'attimo di imbarazzo, ma solo un'attimo, lui non mi sta neanche guardando quando lo faccio. La piscina è piccola, più un idromassaggio. Ci entro, l'acqua non'è calda come vorrei, ma è comunque piacevole. Provo a rialssarmi come lui mi chiede, ma no voglio bagnarmi i capelli. Intanto lo chapagne e finito, lui insiste per aprirne un'altra bottiglia."

"Torna con un un carrelino, sopra ci sono una galcette d'argento con dentro una nuova bottiglia di champagne, già aperta, e altri due bicchieri. Ne riempie uno e me lo porge, poi apre un armadietto e ne trae un accappatoio che poggia sul bordo della vasca. Chiedo se abbiamo finito. Lui mi dice 'solo altre due foto, in camera da letto, e poi abbiamo finito'. Mi chiedo dove sia finito l'autista e che ore siano, mentre esco dall'acqua e indosso l'accapatoio che lui mi aiuta ad infilare come un soprabito."

"Non ho l'orologio con me, ho perso un po' la cognizione del tempo. Per di più mi sento un po' brilla. Non sono certa di quanti bicchieri abbia bevuto, penso che è il caso di smettere, finisco il calice e lo lascio sul carrelino mentre lui si avvia per farmi strada. La camera da letto è enorme, un letto a baldacchino porpora domina la stanza. Lui scatta, scatta mentre mi toglo l'accappatoio. Mi fa stendere, rotolare, gattonare sul letto."

"Sto al gioco, rido, mi rendo conto che nei suoi scatti c'è ormai una frenesia quasi sessuale... mi chiede pose pù spinte, mi fotografa spesso fra le gambe..."Lena mi fissa per un istante,"... Paolo, non è così quando lo faccio per lavoro... si insomma, hai capito..."

Annuisco senza convinzione, lei riprende a raccontare.

"Ora sdraiati, Lily, dice, chiudi gli occhi. Lo sento che scatta ancora, dietro di me, poi mi dice, 'hanno suonato alla porta, vado un'attimmo a vedere chi è. Tu aspettami qua, non ti muovere, mi raccomando'. Quella è l'ultima cosa che mi ricordo della serata, la sua voce, il letto sotto di me, morbido e avolgente, mentre cerco di stabilire se ho sentito il citofono suonare... Mi risveglio sul sedile posteriore della Mercedes, è mattino, il sole sta sorgendo, siamo sull'autostrada. Mi accorgo di non avere le mutandine e nemeno le scarpe. L'autista mi lascia davanti all'albergo. Prima di congedarsi mi da una busta. Dentro c'è un numero di telefono e altri mille euro..."

Lena sembra aver terminato.
La guardo imbamabolato.
Mille domande si accavallano dentro la testa. Comincio a lanciarne alcune alla rinfusa, senza criterio di importanza o pertinenza.
Lei risponde, si schermisce, tiene il punto, poi si scioglie, piange, litighiamo.
Esausto, alla fine le chiedo perchè mi racconatarmi tutto ciò.