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Chapter 7 by hal19696 hal19696

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Allia e il prigioniero

Allia riportò il prigioniero nei sotterranei, dove erano stati divisi in tre stanze diverse i tre gruppi di ragazzi catturati. Lì ad aspettarla c'erano anche Tamiri, Lira e le altre ragazze che avevano combattuto con lei quel giorno e che adesso erano state tutte incaricate di occuparsi di tutti quei maschi.

Quello che era stato interrogato fu portato nella stanza dove erano stati già messi a dormire i suoi compagni, il gruppo più mansueto. Era ancora eccitato e confuso dall'incontro e ad aggravare le cose ci pensò Lira che al suo passaggio gli ammiccò provocante. Lui sapeva benissimo che era lei la ragazza irraggiungibile che li aveva attirati con le proprie forme appetitose nella trappola, illudendoli e portando molti di loro alla morte, mentre per gli altri era stata la dimostrazione vivente della loro inferiorità in quanto maschi, esseri arroganti e in balia dei capricci delle proprie palle!

Quella notte, sapevano le ragazze, il maschietto si sarebbe sicuramente sfogato. E andava benissimo, pensò Allia, perché così avrebbe avuto un ricordo piacevole della sera in cui la sua volontà era spezzata ed aveva accettato di sottomettersi alle proprie nuove signore. E ci sarebbe stato il giorno dopo per insegnargli a non sporcare più in giro con quelle cose schifose da maschio!

Allia poi parlò Tamiri, che aveva rinchiuso in un'altra stanza i prigionieri che le erano stati affidati e che aveva già iniziato ad educare. "A due di loro ho dovuto dare qualche calcio nelle palle perché non volevano ripulire le latrine e a un terzo, che non voleva farsi il bagno, gliele ho spremute per bene fino a farlo quasi svenire: piangeva come un bambino e le aveva grosse come due mele!". Le due donne risero e ad Allia bastò sapere che alla fine anche lui aveva accettato il proprio destino e messo da parte il proprio orgoglio da maschietto che si crede troppo grande per ubbidire a una donna.

Era tempo di pensare al terzo gruppo di prigionieri, i più ostinati, rinchiusi in una segreta a parte. Allia seppe dalle ragazze che li avevano sorvegliati che, dopo che era passato l'effetto della loro prima umiliazione, erano diventati sempre più incontrollabili: anche se erano stati tutti incatenati alle pareti della cella, non avevano tenuto a freno la loro bestialità maschile. "Quando gli abbiamo portato da mangiare hanno cercato di toccarci il seno e il sedere e quelli che erano lontani ci insultavano e mentre si masturbavano ci dicevano che ci avrebbero stuprate" riferirono le due giovani, ancora sconvolte per quell'esperienza. Allia e Tamiri non ebbero più dubbi: l'unica speranza di correggere queli animali era togliergli quello che li faceva essere così disgustosi: la virilità.

Decisero di castrarli tutti e chiamarono le cerusiche perché andassero nella cella e, davanti a tutti, evirassero quei maiali uno alla volta. E, visto che volevano che la giustizia fosse ironica e umiliante, sarebbe stata Lira ad aiutarle: "Così ricorderanno che erano venuti qui come predatori, tutti orgogliosi e arroganti, e che è stata proprio la preda che li aveva attirati a fargli perdere quello a cui tenevano di più!".

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