Allia e il diversivo

Al suo arrivo alla sua postazione sulle mura, Allia vide che i maschi erano già in movimento con quello che sarebbe dovuto essere il loro ultimo, stupido, diversivo. Per la terza volta una fila di reclute, anche questa volta nude e disarmate, stava cercando di raggiungere la stessa feritoia, questa volta senza nemmeno poter contare sulla sorpresa: quegli idioti dei loro capi avevano deciso che valeva la pena sacrificarli tutti per il bene del loro piano. Peccato che fosse già stato scoperto!

"Nuove carcasse e nuovi schiavi in arrivo" canticchiò Lira, ancora di vedetta sulle mura, e la frase fu accolta da una risatina generale. La selezione e la rieducazione di quegli animali, decisero, andava fatta fin da subito, così le guerriere, affacciandosi dal parapetto, provocarono i loro nemici: "I maschietti hanno deciso di abbandonare le armi e consegnarsi come schiavi? Hanno capito finalmente che il loro posto è ai nostri piedi a leccarci gli stivali?".

Seguirono altre risate e poi un coro di nuove provocazioni, che ebbe un doppio effetto sui maschi: tutti tributarono alle donne una svettante ed imbarazzante erezione ed alcuni, i più avanti nella fila, si fermarono e risposero "Noi non saremo mai vostri schiavi, puttane! Noi siamo guerrieri e voi vi sottometterete!". Solo che le loro proteste suonavano deboli perché, dopo una giornata di umiliazioni per l'arrogante esercito maschilista, trovarsi là, nudi, disarmati e vulnerabili sotto gli occhi delle loro nemiche che non li prendevano sul serio, era abbastanza per spezzare il morale della maggior parte di quei ragazzi alle prime armi.

Ma, mentre i più arroganti continuavano a protestare, altri maschi arrivavano per il sentiero e iniziava a formarsi una coda per salire. Così le ragazze decisero di risolvere il problema e, armate di fionde, archi e frecce, bersagliarono i guerrieri fermi che le insultavano mirando prima di tutto ai loro genitali esposti. In pochi istanti, il tiro al bersaglio fece precipitare giù tutti quei maschietti arroganti, mentre le fanciulle stilarono divertite una classifica dei loro colpi migliori. Non ci furono altre resistenze e il sacrificio di qualche decina delle bestie più riottose piegò la resistenza di tutti gli altri, che demoralizzati, ma mostrando comunque alle loro future padrone le proprie erezioni, ripresero la strada per la feritoia ed il loro futuro di schiavitù!

"Bravi, schiavi, andate avanti in ordine, uno alla volta. C'è posto per tutti al nostro servizio, per cui non spingete!" li guidavano le ragazze dall'alto, con voce che si mostrava premurosa, ma tradiva divertimento per quella scena che stavano vivendo. "Fate i bravi e non resistete, perché castreremo quelli che non saranno abbastanza ubbidienti". Molti maschi tremarono alla minaccia, ma questo non bastò a fermarli: dovevano salire, glielo avevano ordinato sia i loro capi che quelle donne. Solo che, mentre i loro capi gli avevano promesso una facile vittoria e la sottomissione delle loro nemiche, ormai era evidente che erano quelle donne ad avere ragione: sarebbero stati loro a venire sottomessi e l'unica vittoria a cui potevano aspirare era la salvezza delle loro palle per bontà delle loro nuove padrone!

Allia non credeva ai propri occhi: uno dopo l'altro, senza resistere, i maschi si arresero al proprio destino e si arrampicarono per il pertugio che li avrebbe portati alla nuova vita di schiavitù. Tamiri e le sue compagne furono letteralmente sommerse da decine di nuovi schiavetti da legare e ammassare, ma nessuno di loro provò nemmeno a ribellarsi, con grande insoddisfazione per le guerriere che solo in un paio di casi ebbero l'opportunità di divertirsi con qualche bella educativa strizzata di coglioni. Alla fine, quando Lira si sporse un'ultima volta e annunciò la fine della fila di maschi, era passata poco più di un'ora dall'inizio del diversivo e la fortezza si era arricchita di una settantina di schiavetti.

Era tempo di raccogliere il bottino e distruggere quello che restava dell'orgoglio maschile. E Luna aveva dato disposizioni ben precise per farlo.