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Chapter 8 by heykiza heykiza

What's next?

Siamo una famiglia

Non fu bello il giorno dopo però visto che appena mi svegliai dovetti correre ai bagni per vomitare violentemente, dovetti sforzarmi di non farlo per strada e mentre fissavo la ceramica sporca del lavandino mi diedi della stupida per aver provato una cazzata tanto simile, promettendo a me stessa di non farlo più.

Erano le sei e mezzo del mattino, mi ero svegliata per andare a correre e infatti indossavo un top sportivo rosa e dei leggins blu, i capelli erano raccolti in una lunga coda di cavallo.

"buon giorno colazione" sussurrai ironicamente mentre aprendo il rubinetto feci sgorgare tutto lo schifo con cui avevo sporcato.

Nonostante non ero nella forma più perfetta decisi comunque di correre, lo avrei fatto in spiaggia, così da rendere più arduo l'esercizio e anche perché non volevo perdermi chi sa dove, visto che non conoscevo il posto.

Avevo gli All time low in cuffia, la loro musica mi dava la giusta carica di cui quella mattina avevo tanto bisogno.

Facevano Musica simile ai Greenday, per intenderci ma a quei tempi pensavo di essere l'unica ad ascoltarli.

La spiaggia era bellissima, ancora disabitata e fresca. Sembrava che il sole stesse emergendo dal mare, dipingendo di rosa l'acqua e il cielo, uno spettacolo che non dimenticai mai, gli alberi vicino la spiaggia danzavano sferzati dalle leggere folate di vento e una barca a vela ormeggiava dondolando vicino ad un piccolo porticciolo di legno. Tutto attorno si sentivano gli uccelli cinguettare all'impazzata e quando iniziai a correre, il mio naso venne investito da una fresca folata di vento che portava con se il buon profumo di salsedine.

Correre sulla sabbia era davvero faticoso, il terreno infatti era completamente irregolare e i miei passi sprofondavano facendomi fare molta più fatica del normale ma era quello che volevo, la sabbia dentro le scarpe un po meno ma non ci pensai e continuai a muovermi seguendo la spiaggia.

In solo mezz'ora iniziai a sentire il sudore scivolare dalla fronte lungo il viso, anche perché il sole se pur mattutino era già abbastanza caldo.

Guardando il mare decisi che una volta finito di correre avrei sicuramente fatto un bel bagno ristoratore anche perché la sabbia iniziò ad attaccarsi sui polpacci per via del sudore e dava al quanto fastidio.

Pensai comunque fosse stata una buona idea ed evidentemente non ero stata l'unica ad averla visto che mi sentii tirare una spalla all'indietro, quando mi girai vidi Pedro che indossava maglietta e pantaloncini delle Juventus, un polsino nero sulla destra e scarpe grigio scuro, sorridendomi mi fece un saluto con un cenno della testa.

Mi parlò ma le cuffie sommersero la sua voce, dovetti quindi togliere una cuffietta ed assunsi una faccia confusa che agitai

"cosa?!" domandai quindi, lui ridacchiò e poi parlò ancora

"non pensavo fossi uno che s'allena" mi disse scandendo bene le parole e alzando la voce.

Feci quindi spallucce.

"non è una cosa di tutti i giorni ma di tanto in tanto corro o faccio esercizi per i muscoli"

Lui mi guardò il suo sguardo divenne ambiguo visto che mi analizzò da testa a piedi.

La maggior parte del mio busto era scoperto quindi mi sentii anche un po in imbarazzo ma lui non se ne accorse o probabilmente non gli importava.

"beh... lo noto" sussurrò con evidente tono d'apprezzamento, gli diedi quindi una spinta sulla spalla

Non ero abituata a complimenti, a maggior ragione riguardo il mio fisico.

"stamattina ho vomitato per quello schifo" ringhiai cambiando argomento, lui iniziò a ridere e se all'inizio mi sentii offesa alla fine mi misi a ridere anche io.

"dai, prova a starmi dietro e a non vomitare" esclamò riprendendo a correre mentre roteando una mano mi faceva cenno di seguirlo.

Iniziammo quindi a correre fianco a fianco, i nostri passi quasi si sincronizzarono e sinceramente fu bello avere compagnia durante gli allenamenti, modulando il respiro ne tenetti un po anche per parlare con lui, una cuffia dondolava sul mio petto mentre l'alta ancora era dentro il mio orecchio, Linkinpark, come sempre.

"gli altri non corrono?" domandi ridacchiando

Lui mi guardò e ridacchiò con me, Pedro sembrava molto affabile, solare più che altro, saranno stati quei suoi modi e quella sua naturalezza.

Uno di quei ragazzi con cui stavi bene anche solo semplicemente perché lo avevi affianco e questa cosa succedeva con poche persone.

Cheese mi guardò con sguardo ammiccante, cercai di capire che cosa volesse e glielo feci capire con lo sguardo.

Capì che gli avevo appena detto di dirmi che cosa diavolo stesse pensando e infatti parlò.

"ci hai fatto sesso vero?" domandò divertito.

Restai spiazzata da quella sua frase, mi stava venendo voglia di alzargli le mani ma dovetti trattenermi.

"adesso fai anche le anticipazioni? Guarda che smetto di raccontare!" commentai, quella frase però lo fece sorridere ancor più che prima, mosse il suo fucile di precisione ruotandolo di alcuni gradi.

"niente, il campo visivo è ancora zero" sussurrò per poi guardare me.

"che c'è?! Insomma dai! Tutti ci stiamo chiedendo se alla fine hai fatto qualcosa con Pedro" esclamò. Con quel tono un po pungente e saputello di chi credeva ed era convinto di qualcosa.

"tutti chi? Ma sei scemo?" esclamai io quindi cercando di capire che cavolo avesse Cheese, lui nel frattempo continuava a ridacchiare tanto che mi stava venendo voglia di prenderlo a pugni.

"sto giocando Elis...Irish".

Io sbuffai e per evitare di arrabbiarmi continuai a raccontare così sarebbe stato zitto.

"chi? I ragazzi? Enrico, francesco e Thomas? Sei pazza quelli si sveglieranno per le undici se va bene" esclamò quindi Pedro mentre continuavamo a percorrere la lunga e interminabile spiaggia nella quale già le prime famiglie e alcuni vecchietti iniziavano a palesarsi.

Erano le otto e un quarto e quasi tutta l'ora l'avevamo passata correndo, non ero stanca, mi bruciavano le gambe giusto un po ma potevo continuare benissimo a correre.

"tu che fai a Firenze? Hai trovato lavoro?" mi domandò e fui molto confusa da quella domanda.

"mh? Lavoro? Veramente io sono in quinta l'anno prossimo" gli dissi e lui mi guardò stranito, mi aveva scambiato per una ragazza più grande infatti quando gli dissi che avevo diciassette anni ci retò di sasso, mi spiegò che m'aveva scambiato per una della sua età il che mi fece piacere, fu come ricevere un complimento per quanto questi mi mettevano sempre a disagio.

"mi sento troppo in colpa ad averti fatto fumare ieri, pensavo fossi maggiorenne" spiegò scusandosi, io ridacchiai e mentre la mia coda di cavallo rossiccia dondolava scossa dal movimento del mio corpo, mossi una mano orizzontalmente facendogli cenno di non preoccuparsi.

"beh, diciassettenne! Cosa studi allora?"

"linguistico, giusto perché tengo alla mia sanità mentale" commentai ridacchiando e lui lo fece con me.

"io invece lavoro in un grosso magazzino, ho fatto la prima superiore ma poi ho lasciato, non faceva per me la scuola" spiegò lui. "poi ho il calcio ma la paga della mia squadra non mi permette di vivere solo di quello" aggiunse.

Presi un po di tempo dopo la sua spiegazione, quanto mi bastò per prendere fiato e poi lo guardai abbozzando un sorrisetto.

"ma scusa, quanti anni hai?" domandai quindi lecitamente.

Scoprii quindi che avesse diciannove anni ma non lo sembrava affatto il che mi lasciò spiazzata, insomma fino a quel momento non avevo avuto a che fare con ragazzi più grandi di me se non di un anno ma Pedro, col fatto che lavorasse di già, beh lo vedevo in quel momento come un "adulto"

Soprattutto quando poi mi disse che aveva in progetto di andarsene da casa sua entro la fine dell'anno. Insomma Quelle cose mi colpirono profondamente e mi dimostrò non essere un semplice ragazzo che fumava canne e basta.

Dopo due ore di corsa ero così tanto andata in là che nemmeno sapevo dove mi trovassi, la spiaggia iniziava a popolarsi sempre di più, decidemmo quindi che avevamo corso abbastanza, guardando in basso notai il mio corpo imperlato di sudore, questo mi gocciolava dal naso e scivolava dalla mascella verso la gola, solleticandomi l'interno del seno.

Lo guardai piegandomi in avanti, le mani poggiate sulle ginocchia e gli occhi socchiusi, infastiditi dal sole.

"io... io mi faccio un bagno" spiegai col fiato mozzato, le gambe bruciavano e i polpacci induriti facevano sempre più male.

Lui non rispose e togliendosi le scarpe riprese a correre.

"l'ultimo che arriva è una schiappa" Esclamò

"e che cazzo, questo non vale" Urlai inseguendolo, quando lo affiancai iniziai a spingerlo e anche lui fece altrettanto e così ci trovammo a spintonarci con le spalle a vicenda, fin quando io misi male il piede destro e mi ritrovai a ruzzolare sulla sabbia calda, impanandomi con la sabbia come una bistecca.

Lui mi guardò e quando si rese conto che non era successo niente di male ridacchiò lanciandomi contro della sabbia mossa col piede, arrivò prima lui in acqua e quando dopo un breve ed impacciata camminata mi lanciai di testa emergendo pochi metri più in la.

Subito iniziai a togliermi la sabbia da dosso mentre l'acqua mi puliva dal sudore, era bella fredda il che fu molto sollevante e togliendo il laccio ai capelli li agitai spargendoli un po ovunque, questi si erano appesantiti e fatti più scuri.

"mi hai fatto cadere stronzo!" esclamai divertito lanciandogli contro dell'acqua mentre mi avvicinai.

Lui non restò con le mani in mano e rispose schizzandomi a sua volta.

"Io?! Fare cadere te?! Ma se nemmeno ti reggi in piedi rossha!" aggiunse divertito e quando ci trovammo faccia a faccia stringemmo le nostre mani, entrambi cercammo di piegare le braccia in una vera e propria prova di forza.

"maremma! ora ti getto di sotto, vedrai!" aggiunse agguerrita mettendo un piede dietro i suoi polpacci per poterlo piegare all'indietro e farlo cadere.

Ero forte ma anche lui lo era e buttarlo in acqua non sarebbe stato facile, spinsi forte ringhiando per lo sforzo e se in un primo momento lui a prese a ridere si ritrovò poi costretto a concentrarsi.

"però sei forte, questo te lo concedo! Ma...." con uno scatto mi venne contro abbracciandomi, mi sentii sollevata di forza per poi schiantare in acqua.

Completamente immersa vi fu silenzio, ritagliando un attimo di calma dovuta al movimento del mare che muoveva i miei capelli come fossero alghe.

Quando emersi sentii l'acqua scivolare sul mio viso e anche un po in bocca, facendomi sentire il salato sulle labbra.

"maledetto" urlai e gli andai ancora addosso.

"certo che sei testona" aggiunse lui divertito, non mi davo per vinta così fingendo di volergli prendere le braccia mi abbassai poggiando la mia spalla sotto il suo ombelico e con forza bruta gli afferrai il dietro delle ginocchia, aiutata anche dall'acqua sollevai le sue gambe e spingendo con il corpo riuscii finalmente a gettarlo in acqua, la sua schiena creò un enorme schizzo d'acqua e io mi ritrovai a cadere in avanti quasi sopra di lui, ci fu un momento in cui, beh i nostri sguardi si incrociarono così vicini e ridacchiai imbarazzata allontanandomi da lui.

"così impari merdaccia!" gli dissi indicandolo divertita lui si alzò, togliendosi la canottiera che fino prima aveva indossato nonostante l'acqua.

I miei occhi caddero sul suo petto delineato e sulla sua tartaruga sulla quale l'acqua sgorgava rapidamente, aveva davvero un bel corpo e il fatto che la sua pelle fosse scura beh, lo rendeva più sexy ai miei occhi.

"stasera se non devi andare da qualche parte coi tuoi genitori ti va di venire a casa di Francesco?" mi disse lui emergendosi, feci altrettanto anche io e stando alla giusta distanza lo guardavo mentre mi facevo coccolare dall'acqua.

"e mi inviti tu?" domandai divertita, lui fece un broncio di accondiscendenza con tanto di spallucce.

"siamo come una famiglia, quindi non ci vedo nessun problema" spiegò tranquillamente.

Quelle parole, come una famiglia, mi lasciarono di stucco. Mai avevo visto degli amici così fedeli e uniti, da me bastava pochissimo perché un "amico" ti voltasse le spalle ma come lo stava facendo intendere Pedro, quei quattro non si sarebbero mai traditi e il fatto che potevo essere loro amico, beh era quello il motivo per il quale le mie labbra rosee e carnose si curvarono fin quando mi liberai in una risata, non capii bene il motivo, tutt'ora ci penso ma mentre ridevo, iniziai a piangere.

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